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    ECCOLO, IL MALLOPPO DEL BUNGA BUNGA - L'AVVOCATO GIULIANTE: 'HO CUSTODITO 2 MILIONI DI RUBY, MA NON ERA CORRUZIONE' - LA IENA MAROCCHINA AVREBBE FATTO INFURIARE SILVIO CHIEDENDO SOLDI PER LA MADRE POVERA E SPENDENDOLI IN VIAGGI ALLE MALDIVE


     
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    Sandro De Riccardis e Emilio Randacio per “la Repubblica

     

    avvocato Gianluca Giuliante avvocato Gianluca Giuliante

    Solo un «gestore» del tesoretto nella disponibilità di Ruby Rubacuori. E’ questo il ruolo che l’avvocato Luca Giuliante, il presunto corruttore della giovane marocchina per conto di Silvio Berlusconi, si ritaglia nell’ affaire che lo coinvolge. Insieme allo stesso ex premier e a una quarantina di ospiti del Bunga bunga e delle serate eleganti. Finiti tutti indagati nel filone sulla corruzione giudiziaria e sulle false testimonianze rese nei primi due processi.

     

    Lunedì mattina, con a fianco i legali Angelo e Fabio Giarda, Giuliante per raccontare la sua verità ha impiegato più di otto ore. E ha spiegato molte cose, respingendo – questa la tesi difensiva – principalmente di essere stato lui il tramite della corruzione di Ruby. L’uomo che per conto di Silvio Berlusconi, avrebbe passato quel denaro necessario a mantenere il silenzio della giovane marocchina sulle reali finalità delle “cene eleganti” di Arcore.

    RUBY E LUCA RISSO IN MESSICO RUBY E LUCA RISSO IN MESSICO

     

    «Sono solo stato il custode del suo denaro», ha raccontato il legale nell’interrogatorio fiume. I magistrati gli hanno contestato di aver «custodito» in totale una cifra vicina ai 2 milioni di euro, spalmati in diversi anni. Giuliante – indagato per corruzione giudiziaria – di fronte a prove che i pm Luca Gaglio e Tiziana Siciliano reputano documentali, ha spiegato in realtà di aver aiutato la giovane marocchina solo nel 2014, quando la storia con il compagno Luca Risso, si è definitivamente interrotta. Da allora, il legale ha raccontato di aver effettivamente versato alcune cifre, anche consistenti, a Ruby, ma solo per aiutarla.

    RUBY IN MESSICO CON LUCA RISSO RUBY IN MESSICO CON LUCA RISSO

     

    Durante il faccia a faccia, sono emersi dettagli fino a oggi inediti sugli sviluppi dell’inchiesta sul cosiddetto Ruby ter . Come la lettera rinvenuta dagli uomini della polizia giudiziaria durante una perquisizione, scritta da Risso a Silvio Berlusconi che, solo pochi mesi fa, ricordava all’ex Cavaliere tutti «favori » fatti. A cominciare dalla «sceneggiata» organizzata sulla scalinata del Tribunale milanese, in cui l’allora fidanzata Ruby, davanti a decine di cronisti, respingeva con forza l’ipotesi di aver avuto mai rapporti con l’allora premier. Risso – secondo questa lettera ora agli atti – rivendicava nuovi pagamenti per mantenere il suo silenzio.

    Berlusconi Ruby Berlusconi Ruby

     

    Giuliante – che ha insistito nel sostenere di non aver mai corrotto la minorenne Ruby – ha ricordato come nel febbraio 2015, Silvio Berlusconi abbia «donato» 100 mila euro alla ragazza, che aveva la necessità di acquistare una casa in Marocco per la madre, ma che pochi giorni dopo ha scoperto che gran parte di quel denaro – circa 70 mila euro – Ruby lo avrebbe utilizzato per un sontuoso viaggio alla Maldive in compagnia del nuovo fidanzato. Ma non basta.

     

    RUBY PROTESTA AL TRIBUNALE DI MILANO RUBY PROTESTA AL TRIBUNALE DI MILANO

    Un forte malumore sempre secondo questa versione - sarebbe trapelato da Arcore, quando si è diffusa la notizia che tra le uscite della ragazza marocchina c’erano anche 6 mila euro per le spese per il terzo compleanno della figlia. Da aprile scorso – ovvero solo due mesi dopo le perquisizioni effettuate dalla procura milanese contro le ospiti del Bunga Bunga – Berlusconi avrebbe deciso di interrompere ogni rapporto.

     

    RUBY PROTESTA AL TRIBUNALE DI MILANO RUBY PROTESTA AL TRIBUNALE DI MILANO

    Agli atti ci sono anche diversi sms sempre di Risso a Ruby e allo stesso Giuliante, con pressanti richieste di denaro . I magistrati hanno chiesto al legale di spiegare le ragioni del suo ruolo e, l’indagato, ha ricordato come i suoi rapporti con Berlusconi risalgano a quando era tesoriere del Pdl lombardo.

     

     

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