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    “VENTUNO ANNI FA SCOPRII DI ESSERE POSITIVA ALL'HIV, OGGI MI SENTO COME AVESSI UN CORPO NUOVO. FUNZIONO DIVERSAMENTE” - ELENA DI CIOCCIO SI RACCONTA NELLA BIOGRAFIA-CONFESSIONE “CATTIVO SANGUE” – IL COMING OUT, LA DIPENDENZA DA COCAINA, I LUTTI IN FAMIGLIA – “HO CONDOTTO UNA DOPPIA VITA, ANCHE QUADRUPLA. NON SI RINASCE UNA VOLTA SOLA, CI VUOLE DEL TEMPO”- E QUELLA SOMIGLIANZA CON ROBBIE WILLIAMS…


     
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    Francesca Angeleri per https://torino.corriere.it/ - Estratti

     

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    «L’inverno si trasforma sempre in primavera». È con questa frase di Nichiren Daishonin, monaco buddista giapponese del 1200 cui fa capo il buddismo di Nam Myo Ho Renghe Kyo (quello di Baggio, per intenderci) che inizia Cattivo sangue, la biografia/confessione di Elena Di Cioccio (Vallardi), ospite il 18 novembre alle 21 al Circolo dei lettori con Caterina di Chio, in un incontro a cura di Arcobaleno Aids Ods. L’inverno è quello in cui è piombata quando ha ricevuto la diagnosi, 21 anni fa, di Hiv. La primavera è oggi, che ha ripreso in mano la sua vita, rimesso insieme i pezzi, negativizzato il virus (non è guarita, ma non è più contagiosa).

     

    Lei ha scritto perché aveva bisogno di ritrovare la sua libertà. Ci è riuscita?

    «Sotto tutti i fronti, sì. Più che ritrovarla, la libertà, l’ho scoperta».

     

    Aveva delle difficoltà anche prima di sapere dell’Hiv?

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    «Mi sono sempre sentita un po’ spettatrice. Poi è scoppiata questa bomba e da lì c’è stato uno spezzettamento psicologico ed emotivo. Ho condotto una doppia vita, anche quadrupla».

     

    E poi, il coming out.

    «Da quel momento, ogni giorno è una scoperta. Non si rinasce una volta sola, ci vuole del tempo. Sono stati mesi intensi e bellissimi, ma anche super faticosi emotivamente. È tutto nuovo per me. Mi sento anche come avessi un corpo nuovo. Funziono diversamente».

     

    (...)

     

    Lei è stata molto male, oltre all’Hiv c’è stata anche la dipendenza da cocaina, la perdita di sua mamma e di suo fratello… ma è stata brava. Professionalmente, ha raggiunto traguardi importanti.

    «Io non la vivo in questo modo. Mi sarebbe andata bene se fossi stata bene. Come posso pensare di essere felice se quando torno a casa sono devastata? Oppure divento una brutta persona?».

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    Ha visto molta gente così?

    «Tantissima. Robbie Williams, nel documentario sulla sua vita, che ho visto da poco, lo spiega benissimo. “Ero al centro del mondo ed ero disperato”. Ed era The King of pop».

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