Dagonews
gabriele gravina presidente della federcalcio foto di bacco
Come Donald Trump, il Covid brucia tutto il vantaggio di Gabriele Gravina nella corsa a Presidente della Federcalcio. Eppure, appena cinque mesi fa, Gravina era osannato come un eroe da tutto il sistema calcio per la riapertura del campionato.
Una impensabile picchiata pre-elettorale, provocata dall'abbraccio con Dal Pino sui diritti tv e, poi, dalla gestione della giustizia sportiva, che lo ha portato ad alienarsi le simpatie di De Laurentiis e a consegnare al suo arci-avversario Sibilia il commissariamento del Calcio a cinque. In mezzo, la frattura con Ghirelli e la crescente distanza con Calcagno e i calciatori, anche questi sacrificati sull'altare del matrimonio con Dal Pino.
Ciliegina sulla torta il caos tamponi e l'ennesimo atto di guerriglia contro Lotito. Un'indagine che, per ironia della sorte, ha come oggetto un laboratorio di Avellino, città che ha dato i natali al suo sfidante, forse carnefice, Cosimo Sibilia…
LA SENTENZA DI SANDULLI E' LO SPECCHIO DELLE MANOVRE E DEGLI SCONTRI DEI PALAZZI DEL CALCIO
de laurentiis
Ricordo che da subito tutti, ma proprio tutti, eravamo pronti a scommettere che il Napoli avrebbe perso il ricorso di fronte alla giustizia sportiva e che un barlume di speranza l’avremmo avuta solo davanti al Coni o al Tar.
Così è accaduto, finora. Anche se i toni e le motivazioni dell’Appello sono andati sopra le righe. Ma perché davamo tutti per scontato la sconfitta del Napoli? E questo mentre la politica, le istituzioni, il governo e soprattutto i giuristi si affannavano a ricordare che il Protocollo è un atto sottoscritto da privati mentre la legge va rispettata a prescindere. E la legge, la Costituzione, non lasciano dubbi sul fatto che le decisioni delle ASL siano inappellabili.
Dunque, perché nonostante questa verità, davamo per certo la sconfitta del Napoli? Queste che seguono sono riflessioni e notizie raccolte nei corridoi dei palazzi sportivi. Che faccio mie.
de laurentiis agnelli
In queste settimane si vive una campagna elettorale strisciante per il vertice della Figc che vede l’uscente Gravina e lo sfidante Sibilia confrontarsi per conquistare fino all’ultimo voto disponibile.
Nulla da eccepire. E la democrazia, bellezza. Ma in questo contesto sempre più spesso leggiamo di scelte della Procura e degli Organi di Giustizia Figc che sembrano assunte – spero di sbagliarmi – non in punto di diritto ma piuttosto per sostenere gli uni o danneggiare gli altri. E questo non va bene.
A partire dai Dilettanti del Calcio a 5, in cui la Lega, dopo la scoperta di ammanchi di cassa, è stata commissariata da Sibilia che è stato prontamente smentito da Gravina che a sua volta è stato clamorosamente zittito dal Coni.
de laurentiis esce dall'assemblea di lega
Così come la relativa indagine per utilizzo improprio dei fondi viene misteriosamente archiviata dalla Procura Federale retta da Chinè ed altrettanto fragorosamente riaperta dalla procura Generale del Coni.
Per continuare in Lega Pro, dove il famoso illecito sportivo tra Picerno e Bitonto, conclusosi con il patteggiamento, ha visto le due squadre, a differenza di quanto da esse concordato con la Procura, penalizzate nella stagione 19/20 anziché 20/21: e perché? Perché così potevano essere ripescate Bisceglie e Foggia? Certo mi auguro che la scelta non sia stata motivata dal fatto che sempre di voti freschi per Ghirelli e quindi Gravina si trattava.
DE LAURENTIIS 1
Proseguendo per questa via vediamo come la Juventus venga pubblicamente assolta, prima ancora di iniziare un procedimento, per il caso Suarez.
E la Lazio dell’odiato Lotito, di converso, trattata come una banda di truffatori prima ancora di acquisire la documentazione.
In tutto questo scenario di guerra, e apparentemente senza esclusione di colpi, ADL si era illuso che la sua (presunta) amicizia con Gravina lo avrebbe messo al riparo da colpi bassi. Pia illusione.
E così arrivano due sentenze, quella del Giudice Mastrandrea, ma ancor più quella di ieri della Corte Sportiva, che umiliano De Laurentiis ed il Calcio Napoli.
DE LAURENTIIS
Effettivamente sentenze così, e quella di ieri le batte tutte, in Corte di Appello non si erano mai lette: non un’argomentazione giuridica ma 3 (dicasi tre!) paginette in cui si racconta l’avvenuto in punto di fatto senza fermarsi un solo momento a ragionare su gerarchia delle fonti, imperatività della norma, scriminanti. Nulla di tutto ciò. E se la difesa del Napoli ha evidentemente commesso un grande errore nello scegliere questo terreno di scontro anziché quello giuridico, soffermandosi sulla narrazione di quelle ore anziché sulla valanga delle comunicazioni ricevute, è altrettanto vero che una sentenza così sembra scritta più da un piccolo burocrate che da un giudice di Appello.
PIERO SANDULLI
Una sentenza offensiva che può prefigurare addirittura sanzioni ancora più severe. Come se si volesse dire ad ADL “non tirare troppo la corda” perché sei sotto scacco, le sanzioni possono ancora aumentare se parte una contestazione per frode sportiva.
Ma l’ex tycoon cinematografico non è uomo da sottostare ai ricatti e siamo certi non si piegherà, anche perché il prossimo scontro si giocherà in casa Coni, e Malagò, come è noto, non è certo amico di Gravina.
Diciamoci la verità: certe cose nel calcio sono sempre esistite e noi le denunciamo da tempo, ma l’utilizzo mirato della Giustizia Sportiva nella battaglia per il vertice non si era mai vista.
PIERO SANDULLI
Magari mi sbaglio. Non voglio crederci. Ma questi sono i fatti.
PIERO SANDULLI
Epperò non credo di illudermi se azzardo che il Collegio di Garanzia del Coni farà finalmente valere il diritto restituendo al Napoli il punto tolto e la partita da giocare.
Nel frattempo ADL se ne faccia una ragione: è ora che assuma un ruolo nel Palazzo e smetta di fare il destabilizzatore solitario. Si metta alla testa di un operazione di ricambio, pulizia e trasparenza nella Figc: il Napoli ed il Calcio italiano ne trarrebbero solo benefici.
GRAVINA CANDIDATO ALL'UEFA, VIA LIBERA DAL CONSIGLIO FIGC
Fulvio Bianchi per repubblica.it
mancini gravina
Si va alle urne. In Italia come in Europa. Il calcio italiano sta puntando a importanti ruoli in campo internazionale: il presidente della Figc, Gabriele Gravina ha la legittima aspirazione di entrare nel consiglio direttivo dell'Uefa, dopo che Michele Uva ha lasciato con quattro mesi di anticipo la vicepresidenza. Il nuovo statuto Uefa adesso prevede che si possano candidare solo i presidenti federali e i loro vice, e non più i direttori generali o segretari generali.
gravina
Di sicuro Gravina non avrebbe scelto Cosimo Sibilia, sua rivale alle prossime elezioni Figc, e nemmeno Paolo Dal Pino, chiamato in febbraio all'assemblea di una Lega di Serie A sempre complessa. Gravina quindi candiderà se stesso: oggi ha avuto il via libera dal consiglio federale della Figc.
gravina e sibilia foto mezzelani gmt
Gravina inoltre indicherà anche Evelina Christillin: torinese, sempre vicina alla Famiglia Agnelli, è stata la Signora dei Giochi Olimpici invernali di Torino 2006. Il 14 settembre 2016, nel congresso Uefa di Atene, era stata eletta come membro aggiuntivo della UEFA nel Consiglio della Fifa. Un ruolo importante: Ceferin ci terrebbe molto che la Christillin, sempre attiva e attenta, potesse restare nel board della Fifa per seguire da vicino il lavoro del suo "nemico" Gianni Infantino.
Per questo la scelta di Gravina di ricandidarla è molto gradita a Nyon. Ma bisogna fare in fretta, la candidatura per la Fifa va formalizzata entro il 2 dicembre, mentre c'è tempo sino al 2 gennaio per quanto riguarda quella dell'Uefa, due mesi prima del congresso di Montreaux del 2 marzo. Servono 36 voti per Gravina, ci dovrebbero essere otto candidati.
gravina spadafora dal pino
COSIMO SIBILIA
Gravina il 17 novembre sarà a Nyon da Ceferin per un incontro importante: il calcio italiano è molto rispettato all'estero. In Europa abbiamo avuto dirigenti importanti come Matarrese, Carraro, Abete e ultimamente anche Uva, stimato da Ceferin. Gravina vuole giustamente continuare la tradizione. Non va dimenticato inoltre che nel Board della Uefa c'è Andrea Agnelli, anche presidente dell'Eca (European Club Association), sempre più importante e di peso nel panorama internazionale.
Giovanni Malagò e Gabriele Gravina Foto Mezzelani GMT45 Giovanni Malagò e Gabriele Gravina Foto Mezzelani GMT41 Gabriele Gravina Foto Mezzelani GMT24 Giovanni Malagò e Gabriele Gravina Foto Mezzelani GMT43
TAVECCHIO UVA