Antonello Guerrera per repubblica.it - Estratti
Le rose di Eliogabalo
C’è polemica culturale in Inghilterra, perché un museo ha deciso di cambiare genere all’imperatore romano Eliogabalo, ricorrendo ai pronomi she/her (“lei”) e definendolo di fatto “una donna trans”.
La controversa “ma sensibile" decisione è stata presa dal North Hertfordshire Museum: “Una scelta appropriata e rispettosa, in retrospettiva, che rispecchia la sensibilità attuale sul tema del gender”, hanno dichiarato al Telegraph i responsabili del museo di Hitchin, vicino a Stevenage, una sessantina di chilometri a nord di Londra. Dunque, da oggi, almeno da questi parti d’Inghilterra, si parlerà di imperatrice Eliogabalo.
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Il North Hertfordshire Museum ha deciso di fare questo passo perché, secondo alcuni testi classici, il giovanissimo e brutale Eliogabalo, la cui reggenza dal 218 al 222 d.C. fu estremamente divisiva prima di essere ucciso a 18 anni dai suoi stessi soldati, avrebbe esplicitamente chiesto di essere chiamato “lady”. Ossia “signora”.
Lo storico romano Lucio Cassio Dione scrisse che l’imperatore si definiva “donna, amante, travestito” e che a un certo punto chiese “genitali femminili”, oltre a un "Senato composto da sole donne". Anche per questo, il denaro d’argento esposto nel museo su cui è raffigurato Eliogabalo è stato adottato più volte dalle associazioni gay. E il museo, prima di prendere questa decisione, si è coordinato proprio con la storica organizzazione per i diritti gay e trans, Stonewall.
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Ma la decisione del North Hertfordshire Museum ha scatenato la disapprovazione di diversi storici inglesi, che non sono affatto d’accordo. Secondo loro, la diceria secondo la quale il bellissimo Eliogabalo si sentiva e si definiva donna (secondo alcune cronache ebbe cinque mogli e due mariti in pochi anni) fu “una character assassination” dell'epoca, ossia una serie di calunnie per sminuirlo e denigrarlo. Lucio Cassio Dione, del resto, avrebbe poi servito il successore del giovanissimo imperatore romano, ovvero Alessandro Severo. E accusare qualcuno di “femminilità” rientrava proprio nelle tattiche diffamatorie dell’epoca.
Non solo. Andrew Wallace-Hadrill, classicista dell’università di Cambridge, spiega al Telegraph che “i romani non avevano alcuna idea della categoria di “trans” come la intendiamo oggi. Mentre invece accusare qualcuno di avere “comportamenti sessuali da donna” era uno dei peggiori insulti per un uomo. Inoltre”, secondo Wallace-Hadrill, dietro la caratterizzazione di Eliogabalo potrebbe nascondersi “un pregiudizio razziale”, visto che il precoce imperatore “era siriano e non romano”. Concorda anche il professor Christian Laes, altro classicista dell’università di Manchester: “Bisogna essere molto cauti su queste ricostruzioni, c’era anche del razzismo contro di lui”.
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ELIOGABALO 33 IL POSTRIBOLO DI ELIOGABALO ELIOGABALO