Lorenzo Mottola per “Libero quotidiano”
BEPPE SALA IN BARCA
La svolta ambientalista di Giuseppe Sala nasce da una chiara esigenza d' immagine: è l'ennesimo tentativo di cancellare la destra che cova dentro per cercare di accreditarsi a sinistra. Parliamo di un manager di Varedo che ogni giorno si trova costretto a dialogare con i consiglieri comunali del Pd, soggetti strani che il nostro uomo osserva come fossero i cugini logorroici di ET.
D'altra parte anche gli alieni democratici lo guardano male: di fronte a lui chiunque intuisce di avere a che fare con una persona convinta che la periferia sia quella roba piena di poveri che sta tra casa sua e la strada per andare a Saint Moritz. Così per camuffarsi Giuseppe ha scelto di vestire il verde. Fa il Gretino e lo fa male: prima se l' è presa con chi fuma alle banchine dell' autobus. Comportamento pericoloso per il clima del pianeta quanto un peto (come già illustrato su questo quotidiano da Paolo Del Debbio).
BEPPE SALA CON LA MAGLIETTA DELLA NAZIONALE INGLESE
Ora ci riprova blocco del traffico. E fino a qui niente di strano per una giunta democratica. Il problema però è aver deciso di imporlo in una delle rarissime settimane dell' inverno milanese in cui le centraline non hanno praticamente mai riportato livelli di pm10 sopra la soglia di attenzione. Aria cristallina: tutti a piedi perché è bello andare a piedi.
Che è come ammettere che di fatto questi stop non servono assolutamente a nulla, ma sono soltanto un' operazione di marketing per tener buoni gli elettori più fricchettoni che girano in ciabatte Birkenstock anche con -10 e si spostano solo in tram (mezzo che per uno come Giuseppe deve risultare esotico quanto una carovana di cammelli).
BEPPE SALA IN MONTAGNA
E chissà che nella sua stanzetta a Palazzo Marino anche il sindaco non l'abbia pensato: "Massì mandiamoli a piedi anche se non c'è smog, che tanto quegli imbecilli di comunisti mica s'accorgono della differenza". D' altra parte che il primo cittadino non abbia preso sul serio la cosa si è capito quando ha spiegato «io ho la macchina elettrica e potrei circolare, ma siccome voglio dare il buon esempio girerò a piedi». Altra notizia importante: «Penso che farò una gita con la famiglia al Cimitero Monumentale». E il cittadino nel suo piccolo si chiede: ma chi se ne frega?
L'ERBA DEL VICINO
BEPPE SALA E LA MAGLIETTA DI CHE GUEVARA
Il problema di Sala in realtà non è l'aria ma l'erba, perché quella del suo vicino di casa - Giorgio Gori - è davvero molto più verde della sua. Fuor di metafora, il sindaco di Bergamo partendo da una città più piccola - 120mila abitanti contro la milionata e oltre di milanesi - è riuscito ad accreditarsi come possibile leader nazionale del Pd. E va sottolineato che l'orobico ha un profilo identico al milanese, ex manager prestato alla politica. Tra i due c'è però una differenza: Giorgio nel partito sta simpatico a tutti, Beppe invece non lo vuole nessuno.
BEPPE SALA IN PALESTRA
Dicono di lui i suoi detrattori: è distaccato, ride poco, manca di spontaneità, dopo 5 minuti smette di ascoltare l'interlocutore, si atteggia più da imprenditore che da politico. Tutti giudizi discutibili in realtà. Per esempio, non è poi così freddo: parliamo di uno che può vantare ben tre ex mogli e un numero di gossip su passati flirt che neanche Leonardo DiCaprio. Nessuno però ha voglia di scommettere su un suo futuro da capo politico. I colleghi del Pd hanno paura che fuori da Milano rischi di risultare come il classico milanese fighetto e che fa il figo a livelli imbarazzanti. E così Sala, che di comunicazione ne sa, ha deciso di cambiare strategie mediatiche.
BONACCINI E BEPPE SALA
In pratica, ha iniziato a cercare di sporcare la sua serissima immagine provando a sguazzare in mezzo al volgo. Per rendersene conto basta studiare come gestisce i suoi social network. Dalle foto si riconoscono una lunga serie di tentativi di emulazione di Matteo Salvini che risultano credibili come una Sardina sul pratone di Pontida. Salvini pubblica foto in mutandoni dalla Romagna. Sala con costumino di classe a Formentera. Salvini posta la foto mentre divora pezzi di carne di animali selvatici coperti da burro in un qualche rifugio in montagna.
beppe sala l assedio
Sala si mostra con il cane Whisky al guinzaglio sulle nevi dell' Engadina. Salvini posta la maglietta di Franco Baresi o degli azzurri e polemizza come un comune ultrà con arbitri e società. Sala, in posa da principe Carlo, si fa immortalare con la casacca della nazionale inglese. Salvini si fa la foto con un birrone da Oktoberfest. Sala con la bottiglietta presa in un laboratorio artigianale con un' etichetta di design in milanese. Insomma, ci siamo capiti, quindi evitiamo di commentare le immagini col sindaco al timone di una barca a vela modello Tronchetti Provera o con i calzettini arcobaleno su una sedia di design. E Beppe se ne vanta pure: "Su instagram faccio tutto io, niente staff, è tutta roba mia". Beh, caro sindaco, si vede benissimo.
BEPPE SALA MANIFESTAZIONE ANTIRAZZISTA MILANO
CHE GUEVARA
Un certo miglioramento, comunque, va riconosciuto. I primi tentativi di Sala di mimetizzarsi nella folla di centrosinistra avevano rasentato il patetico. Resta indelebile la sua foto ritratto con il magliettone di Che Guevara. Molto curioso per uno che ha passato le prime vacanze dopo aver diretto l'Expo in pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Nel suo guardaroba era spuntato pure un eskimo, probabilmente prestato da qualche amico di Giuliano Pisapia.
beppe sala
Una mossa talmente convincente che perfino Dario Fo aveva suggerito di votare il suo avversario di centrodestra, Parisi. Così, di fallimento in fallimento, ieri a tutti i milanesi è toccato subire l'ennesimo tentativo di svolta rossa. Via tutte le auto. Mentre il sindaco annuncia che il prossimo sabato lo passera a Chinatown, per mostrare a tutti che non c' è nulla da temere dal Coronavirus. Una giornata in mezzo a cinesi venuti da un Paese comunista, per prendere ripetizioni. Ma probabilmente questo esame Sala non lo passerà mai.