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    ELLY A PEZZI – ANCHE NEL PD SI SONO ACCORTI CHE CON ELLY SCHLEIN SI RISCHIA DI FINIRE NELL’IRRILEVANZA COME I SOCIALISTI FRANCESI. LA SUA DISCESA IN CAMPO ACCOLTA CON GELO DALLA SINISTRA DEM: "È MOLTO SCHIERATA SUI DIRITTI CIVILI MA POCO SU QUELLI SOCIALI" - FRANCESCHINI PENSA A UN TICKET CON NARDELLA – IL BOTTA E RISPOSTA TRA BONACCINI E SCHLEIN: “ELLY, SE VINCI UN PEZZO DI PD SE NE VA”. “MA PURE SE VINCI TU VA VIA UN PEZZO”. “SÌ, MA PIÙ PICCOLO”


     
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    Alessandro Di Matteo per “la Stampa”

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    Per capire l'aria che tira nel Pd basta dare un'occhiata a Twitter, dove persino la notizia della convocazione dell'assemblea del partito per sabato 19 novembre diventa motivo di polemica. La riunione dovrà approvare le modifiche allo statuto necessarie per consentire la partecipazione al congresso anche a chi non è iscritto al partito e affronterà anche la richiesta di anticipare le primarie a fine gennaio-inizio febbraio, come chiesto da molti.

     

     

    L'incontro però si terrà solo on-line e questo fa arrabbiare Tommaso Nannicini («Continuiamo così, facciamoci del male») e anche Matteo Orfini («Una cosa assurda»). Il fatto è che a differenza dei congressi precedenti non c'è un nome che parte come super-favorito e pure Elly Schlein, che secondo i sondaggi è la più accreditata per contendere la segreteria a Stefano Bonaccini, per ora ha ricevuto un'accoglienza assai fredda da parte della varie correnti del partito, a cominciare da quelle di sinistra che in teoria sono le più vicine a lei per posizionamento politico. Paradossalmente, raccontano, il più convinto a sostenerla è al momento Dario Franceschini, uomo che viene dalla Dc e dalla Margherita.

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    Molto più di buona parte della sinistra interna dei democratici, che fatica a trovare una linea comune. «È molto schierata sui diritti civili, ma poco su quelli sociali», è il ritornello che ripetono molti esponenti Pd della sinistra. Al contrario, molti pensano che si debba ripartire proprio dall'economia, dal lavoro. Andrea Orlando, per esempio, qualche settimana fa aveva criticato le prime mosse di opposizione del Pd di fronte al governo Meloni proprio dicendo: «Vigilare sul fatto che non ci siano passi indietro sulle libertà civili è essenziale», ma «la credibilità si costruisce con l'iniziativa sui temi economici e sociali».

     

    «La sinistra interna è articolata - dice uno degli esponenti di quell'area - Orlando sta presidiando con forza quel campo, col sostegno di Goffredo Bettini», che anche ieri lo ha elogiato. Poi c'è Giuseppe Provenzano, che viene descritto più aperto verso la candidatura Schlein. Nessuno, però, in queste ore, ha salutato la sua partecipazione al congresso costituente con qualche apprezzamento pubblico. I contatti ci sono, è evidente, ma quella diffidenza per la giovane parlamentare al momento è palpabile.

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    Ma se un deputato Pd prevede che «alla fine sarà difficile per tutti non sostenere la Schlein, anche se con qualche riserva» (tanto che qualcuno ipotizza addirittura un ticket con Orlando) basta ascoltare Francesco Boccia per capire quanto la situazione sia fluida: «Chi pensa di nascondersi dietro altre alchimie per replicare gli errori commessi in passato, alimentando divisioni correntizie, sta già sbagliando di nuovo, questo sarà un congresso senza ipocrisie». E Nicola Zingaretti aggiunge: «Il mio candidato preferito alla segreterie del Pd lo annuncerò quando vedrò le piattaforme». Senza contare l'insofferenza dei vari Michele Emiliano e Vincenzo De Luca e le candidature già in campo di Paola De Micheli e Matteo Ricci.

     

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    Chi è deciso è, appunto, Franceschini, che teme una polarizzazione Schlein-Bonaccini sull'asse "destra-sinistra", lei sostenuta appunto dal grosso degli ex Ds e lui appoggiato soprattutto dall'area di Lorenzo Guerini, i "moderati" del Pd. Un rischio che è chiaro anche ai due contendenti. Raccontano un colloquio a metà tra il serio e lo scherzo tra Schlein e Bonaccini che la dice lunga: «Se vinci tu un pezzo di Pd se ne va», avrebbe detto il presidente dell'Emilia Romagna che dovrebbe a giorni ufficializzare la propria candidatura. «Ma pure se vinci tu va via un pezzo», avrebbe ribattuto Schlein. «Sì, ma più piccolo», avrebbe chiuso Bonaccini.

     

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    Per questo l'ex ministro dei Beni culturali spinge per un appoggio largo a Schlein, magari da suggellare con un ticket tra lei e Dario Nardella, che ieri sera ha a sua volta fatto un passo avanti verso la candidatura: «Non vogliamo stare alla finestra - ha detto ad un evento pubblico - partecipate, aiutateci a costruire un progetto nuovo». Il problema, appunto, sarà costruire un progetto nel quale tutti si riconoscano, anche chi perderà il congresso.-

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