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    ELLY A PEZZI – LA DIREZIONE DEM NON HA VOTATO LA RELAZIONE SCHLEIN, CHE ERA STATA DEMOLITA DALLA MINORANZA PD, MA UN DOCUMENTO DI SINTESI (È LA PRIMA VOLTA CHE NEL PARTITO DEMOCRATICO NON VIENE APPROVATA LA RELAZIONE DEL SEGRETARIO AL TERMINE DELLA DIREZIONE) – MENTRE ANCHE IL PRESIDENTE DEL PARTITO BONACCINI SI FA LA SUA CORRENTE, I RIFORMISTI SOSPETTANO CHE LA SINISTRA DI SCHLEIN LI VOGLIA FAR USCIRE DAL PARTITO…


     
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    (Agenzia Nova) - Fonti interne al Partito democratico puntualizzano che il sì della odierna direzione nazionale è relativo al "dispositivo in sette punti sulle future mobilitazioni" e che "sarebbe la prima volta che nel Pd non viene approvata la relazione del segretario al termine della direzione". Il via libera riguarderebbe dunque solo una parte dell'intervento pronunciato dalla segretaria, Elly Schlein.

     

     

    AREA BONACCINI

    Car.Ber. per “la Stampa”

     

    La mossa non è casuale, risponde ai voleri di molti esponenti politici e istituzionali che ruotano attorno al Pd: scongiurare una scissione che sarebbe deleteria, anche se molto ben vista da Matteo Renzi e company. E se non concordata, dalla segretaria dem questa svolta è di sicuro apprezzata, perché cambia la geografia dem, accorpando molti rivoli della minoranza sotto un solo tendone, non ostile ma collaborativo: il presidente del partito romperà gli ormeggi.

     

    STEFANO BONACCINI ELLY SCHLEIN STEFANO BONACCINI ELLY SCHLEIN

    Il 21 e 22 luglio a Cesena, dove terrà a battesimo la nascita della sua «Area Bonaccini». Non si può definire «corrente», perché il termine è bandito nella nuova era del Pd. Ma di questo si tratta, con una piccola differenza: «Mentre le correnti classiche si formavano dopo ogni congresso per contare di più e avere dei posti anche nelle liste elettorali, questa nasce e finirà con la Schlein», spiega uno degli ispiratori dell'operazione. Bonaccini non vuole poltrone, «voglio solo rappresentare l'area che mi ha sostenuto fino al prossimo congresso».

     

    (...)

    Sotto il profilo della narrazione politica si tratta di una trasformazione in corsa: tutta la corrente Base Riformista, nata dalle ceneri del renzismo una volta uscito dal partito l'ex premier, confluisce dentro questa area più vasta, per far assumere una nuova fisionomia al nutrito gruppo di cattolici-moderati ma anche ex diessini che non aderiscono alla dottrina Schlein.

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    Con la novità che il leader di questa area ha una forte intesa con la segretaria: Bonaccini e Schlein vanno assai d'accordo. In Direzione lui ha parlato dopo di lei e ha messo i puntini sulle i con fair play: «Noi dobbiamo essere la forza trainante, mai metterci a rimorchio. Per questo dobbiamo assumere un'iniziativa come Pd, condivido le proposte sui temi». Secondo, «non bisogna indebolire Elly, ma bisogna discutere di più e meglio. Serve uno scatto con parole d'ordine semplici e chiare».

     

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    Per tutta la Direzione, un sottotesto aleggiava infatti nei toni aspri dei discorsi: i riformisti sospettano che la sinistra di Schlein li voglia far uscire dal partito, per far librare la segretaria nei cieli del radicalismo più spinto; dall'altro lato c'è la leader, che fa ben poco per stoppare questi timori, ma assicura di voler tenere dentro tutti, difendendo il pluralismo. In mezzo c'è Matteo Renzi, che soffia sul fuoco, sperando in una scissione. I 5stelle sono i più preoccupati: «Se i riformisti escono dal Pd - spiega una fonte vicina a Conte - e vanno verso Renzi, come Borghi, per noi è un problema, perché per sconfiggere la destra serve un campo progressista forte e non un campo largo ».

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