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    “ELLY INTENDE TRASFORMARE IL PD IN MOVIMENTO?” – LA PAURA AL NAZARENO DOPO LA CLAMOROSA E IRRITUALE NOMINA DI PAOLO CIANI, L’UOMO DI SANT’EGIDIO CHE NON VUOLE ISCRIVERSI AI DEM, A VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA – LA DEFENESTRAZIONE DEL FIGLIO PIERO E’ L’ATTO DI GUERRA DEFINITIVO DI ELLY NEI CONFRONTI DI DE LUCA. MA IL GOVERNATORE, COME DAGO DIXIT, DOPO IL NIET DI SCHLEIN AL TERZO MANDATO, PENSA DI CORRERE DA SOLO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CAMPANIA. NESSUNA DEROGA ANCHE PER EMILIANO... - IL RACCONTO DI RONCONE


     
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    Estratto dell'articolo di Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”

     

    ELLY SCHLEIN ELLY SCHLEIN

    Un’altra giornataccia di occhiate basse e ansie, dubbi, sospetti, tremendi sospetti per quei folti ranghi del Pd già da settimane costretti allo stupore e al rimpianto, alla pena, perché lì ormai sono quasi tutti senza più gradi, senza più rango, ma obbligati a seguire la spesso indecifrabile bussola della nuova segretaria.

     

    Hanno letto i giornali di carta e i siti, hanno viaggiato dentro i social, si sono confrontati in riunioni carbonare e spedendosi allarmati whatsapp: la sensazione netta, adesso, è che quella clamorosa e irrituale nomina di Paolo Ciani a vicepresidente del gruppo lasci una cicatrice molto profonda e insinui un timore lacerante. Con dentro questa domanda: «A Montecitorio, mercoledì, non avremo mica assistito al primo atto concreto con cui Elly intende trasformare il partito in movimento?».

    ELLY SCHLEIN COME MAO - MEME BY EMILIANO CARLI ELLY SCHLEIN COME MAO - MEME BY EMILIANO CARLI

     

    La verità è che tutti hanno messo meglio a fuoco chi è e chi non è, chi crede d’essere questo loro collega deputato romano di 53 anni, una moglie e due figli, i modi di rara gentilezza e l’aria mite, anche se in realtà è uno tosto, un uomo tenuto diritto da quello speciale fil di ferro etico e morale posseduto da chi, come lui, arriva dall’esperienza della leggendaria Comunità di Sant’Egidio, tra accoglienza e solidarietà, sempre dalla parte dei più fragili e degli ultimi, che poi sono i cardini del programma politico di Democrazia solidale, cioè Demos, il partito di cui è segretario da un anno e che, alle ultime elezioni, era in una lista collegata con il Pd. Al quale, come ha spiegato con leggiadra sincerità, non ha alcuna intenzione di iscriversi.

    vincenzo e piero de luca vincenzo e piero de luca

     

    Zero, niente, nada: non ci pensa proprio, sebbene ora sieda in uno dei luoghi, l’ufficio di presidenza, che per qualsiasi partito resta davvero sacro, ammesso che nella politica di oggi possa esserci ancora qualcosa di sacro.

     

    Ma non basta: Ciani, infatti, ha subito dato sfoggio di tutto il suo pacifismo, spiegando d’essere contrario ad aiutare militarmente l’Ucraina e infilando la linea ufficiale del Pd nel tritatutto (gente come Guerini, Fassino, Picerno, tenuta in piedi con i sali).

    Il guaio, ti raccontano, è che Elly lo sa bene chi è Ciani.

    Paolo Ciani Paolo Ciani

     

    «A lei serviva esattamente un personaggio così». Perché — ecco il punto — l’aver scardinato una liturgia certa, l’aver osato far diventare vicecapogruppo un non iscritto, di fatto è un chiaro messaggio spedito a quel lago pieno di sigle cattoliche e laiche, tra volontariato e ambientalismo, militanza Lgbt e femminismo, «dove Elly, com’è evidente, pensa di pescare voti. Anche se poi, adesso, rischiamo di perdere la Campania e, magari, persino la Puglia».

     

    ONLY SCHLEIN - TESSERATI SUBITO - DAL GIORNALONE - LA STAMPA ONLY SCHLEIN - TESSERATI SUBITO - DAL GIORNALONE - LA STAMPA

    Così arriviamo all’altro grande tema delle ultime, tribolate ore dem: come probabilmente saprete, questo Ciani subentra a Piero De Luca, figlio di Enzo, il pittoresco e potente presidente della Campania, che interpreta il ruolo come fosse un Granduca e che ha vissuto il declassamento del rampollo come l’ultimo, definitivo affronto personale.

     

    Con Elly, letteralmente, si detesta. Niente di armocromatico: De Luca è capacissimo di andare d’accordo, di farsi piacere chiunque, se gli conviene. Solo che con Elly non gli conviene. Lei, prima ancora di vincere le primarie, gli ha fatto sapere di considerarlo il cacicco simbolo, il sultano da mandare a casa. L’ex sceriffo di Salerno, che è al suo secondo mandato da governatore, «può scordarsi il terzo». Per essere più chiara, Elly gli ha pure già spedito due commissari (Antonio Misiani per la regione, Susanna Camusso per la sola città di Caserta).

     

    vincenzo piero de luca vincenzo piero de luca

    Aver preso per l’orecchio il figlio Piero, è l’atto ostile definitivo. Ex capi ed ex capetti dem ritengono legittimo che la segretaria sostituisca un capogruppo non di suo gradimento. Restano perplessi se però immaginano la reazione del padre. Il Granduca, che ha già annunciato l’intenzione di presentarsi da solo, porterà i suoi tir di voti in dote a Matteo Renzi o, direttamente, al centrodestra? La faccenda riguarda, di riflesso, Michele Emiliano. Che pure ambisce ad un terzo giro alla guida della Puglia. Se non si faranno deroghe a De Luca, non ci saranno neppure per lui. Dubbio spinoso: Emiliano è disposto ad andarsene — buono buono — in pensione? Qualche problemuccio, forse, c’è. Se per caso incontrate Elly, avvertitela.

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