Estratto dell'articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”
elly schlein
La “prima” in Europa di Elly Schlein segretaria comincia in un ristorante dal nome evocativo: L’Improbable. Improbabile, come la sua scalata al Nazareno. Almeno così pensava il grosso degli eurodeputati del Pd, che difatti, in 14 su 16, avevano puntato le fiches su Bonaccini. E ieri sera invece si sono ritrovati attovagliati ad accogliere la nuova leader nella prima trasferta all’estero. Trasferta complicata, con i big dei socialisti europei, che incontrerà stamani: Pedro Sanchez, Sanna Marin, Olaf Scholz.
Tanti dossier caldi da discutere: Ucraina, migranti, crisi economica. La strategia per le Europee del 2024. E naturalmente i risvolti del Qatargate, che ha ammaccato l’immagine del Pd. Schlein, su questo, è stata inflessibile: servono regole ferree contro i lobbisti, in chiave anticorruzione, ha detto il giorno del suo insediamento.
ELLY SCHLEIN IN VERSIONE SEVERUS PITON
E se n’è discusso anche ieri a cena, tra un tataki al salmone fumé e un carpaccio di Saint-Jacques (i camerieri, a richiesta, servivano anche champagne da 89 euro a bottiglia, ma nessuno al tavolo dem l’ha ordinato). «In Italia il Pd ha scelto un nuovo corso — rimarcava a sera la leader — l’intenzione è aprire una fase nuova anche in vista delle elezioni europee del 2024». A questo serve il vertice di oggi, «in cui parleremo delle priorità politiche dell’Ue e dei dossier che stanno passando nel nostro Parlamento».
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sanna marin
Ma il vero debutto in Ue è in programma oggi. Ore 10.30, al Sofitel di place Jourdan, si riunirà il vertice del Pse, prima del Consiglio europeo. Qui Schlein incontrerà il premier spagnolo Pedro Sanchez, che nel secondo semestre dell’anno assumerà la presidenza del consiglio dell’Ue, ma anche la finlandese Sanna Marin, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il portoghese Antonio Costa. Si parlerà di Ucraina, su cui la leader del Pd ha già ribadito la linea: sostegno, anche militare, a Kiev, ma serve uno sforzo diplomatico dell’Ue. E di migranti, il tema su cui la premier Giorgia Meloni è più in difficoltà. Un tasto su cui Schlein ha tutta l’intenzione di battere: «L’Europa — diceva ieri — dev’essere ambiziosa sui corridoi umanitari e nel favorire i canali d’ingresso legali».
PEDRO SANCHEZ
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Oltre a mostrare il nuovo biglietto da visita di leader Pd, Schlein è qui per cominciare a costruire la sua tela di relazioni internazionali. Ha in testa «un’agenda europea del Pd», per provare a ritagliarsi un ruolo da protagonista fra i socialisti europei, da qui alle elezioni del 2024, a seguito delle quali per la prima volta potrebbe saldarsi l’asse fra popolari e i conservatori-sovranisti di Meloni. Un rischio che il Pse vuole sventare. Anche in questa ottica, racconta chi al Nazareno sta seguendo il dossier, sarà fondamentale la scelta del candidato alla presidenza della Commissione. E Schlein non vuole giocare da comprimaria.
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