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    ELON MUSK SALE SUL BANCO DEI TESTIMONI PER DIFENDERE IL SUO TWEET DEL 2018 SU UN POSSIBILE DELISTING DI TESLA - IL PATRON DEL COLOSSO DELLE AUTO ELETTRICHE SPIEGA CHE IL CINGUETTIO NON ERA UNO SCHERZO PERCHÉ AVEVA AVUTO CONTATTI CON IL FONDO SAUDITA “PIF” ED ERA CONVINTO CHE L'ACCORDO PER I FONDI NECESSARI PER IL DELISTING DI TESLA FOSSE "COSA FATTA" - L'AZIONISTA CHE HA FATTO CAUSA A MUSK LO HA ACCUSATO DI AVER AGITO IN MODO SCONSIDERATO ANNUNCIANDO UN PIANO CHE FORSE ERA SOLO ALLE FASI EMBRIONALI…


     
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    (ANSA) - NEW YORK, 23 GEN - Elon Musk sale sul banco dei testimoni per difendere il suo tweet del 2018 su un possibile delisting di Tesla. Il patron del colosso delle auto elettriche spiega che il cinguettio non era uno scherzo in quanto Musk aveva avuto contatti con il fondo saudita Pif ed era convinto che l'accordo per i fondi necessari per il delisting di Tesla fosse "cosa fatta". Il miliardario quindi aggiunge di aver twittato per assicurarsi che gli investitori fossero al corrente dei piani per Tesla, e di aver siglato dopo in un cinguettio un accordo di riservatezza con Pif. L'azionista che ha fatto causa a Musk lo ha accusato di non aver avuto i fondi per il delisting di Tesla e di aver agito in modo sconsiderato discutendo del piano che forse era solo alle fasi embrionali.

    IL TWEET DI ELON MUSK SUL DELISTING DI TESLA - 7 AGOSTO 2018 IL TWEET DI ELON MUSK SUL DELISTING DI TESLA - 7 AGOSTO 2018

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