Estratto dell’articolo di Francesca Angeleri per torino.corriere.it
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Che lei ne sia stato contornato non v’è dubbio, ma chi gliel’ha fatta amare la cultura?
emanuele filiberto di savoia e la figlia vittoria
«Mia nonna, Maria José. Era straordinaria. Sempre mi offriva un libro da leggere e poi ne parlavamo. Mi raccontava dei grandi incontri che aveva avuto, da Charlie Chaplin a Einstein a D’Annunzio. Aveva un’anima rock&roll, era cresciuta alla corte del Belgio ed era molto aperta culturalmente. Sua madre, la Regina Elisabetta, era una grande violinista e riceveva moltissimo. La chiamavano la Regina Rossa perché era stata in Cina, in Russia. Mia nonna era al suo fianco e ha appreso molto da lei. Guidava, scriveva libri, amava contornarsi di geni».
Le manca?
«È sempre con me, la sento molto vicina. A mio avviso, saranno più le donne di Casa Savoia a rimanere nella Storia rispetto agli uomini».
È femminista Principe?
vittoria di savoia
«Sì lo sono. Credo veramente a ciò che ho detto. Partiamo dalla Regina Margherita che aprì la corte di Casa Savoia, organizzando eventi molto belli ha mondanizzato la monarchia. La Regina Elena fu una donna di grande carità, quando ci fu il terribile terremoto di Messina si spese tantissimo aprendo un ospedale da campo dove lei per prima, come crocerossina, prestò servizio.
Durante la Seconda Guerra Mondiale trasformò le stanze del Quirinale in un ospedale militare. Voglio ricordare anche la grande modernità di mia madre che è stata campionessa mondiale di sci d’acqua e che, quando eravamo in esilio, ci ha rappresentato in modo egregio».
Nasce da qui l’idea di abdicare in favore della sua primogenita Vittoria di Savoia?
«Mi metterò da parte e farò passare avanti ancora una volta una donna, sono certo che farà meglio di me. [...] Tra poco, in Europa, ci saranno più regine che re. [...] l’intelligenza e la sensibilità delle donne al comando può essere meravigliosa. La Legge Salica è anacronistica, è depassè. Gli uomini non hanno nulla di più, semmai di meno».
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Com’è sua figlia?
«Studia in Inghilterra, Storia dell’Arte e Scienze Politiche. È sensibile e intelligente, aperta. Ama molto il contatto umano, si preoccupa di ciò che vede intorno a lei. Appena è scoppiata la Guerra in Ucraina è immediatamente partita con la Croce Rossa per portare aiuti».
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«Credo di essere stato il primo della famiglia a essere riuscito ad avvicinarsi molto agli italiani. Quando tornai in Italia, pensai che il modo migliore per farmi conoscere fosse la tv e quindi andai a Ballando con le stelle. Sdoganai forse un po’ la famiglia. Mia zia Maria Pia, nel suo libro, ha scritto: “Emanuele Filiberto è l’unico di Casa Savoia che è riuscito a farsi amare dai nostri concittadini”. E io lo vedo, quando cammino per strada, il grande affetto della gente».
Non le dispiacerà fare un passo indietro?
emanuele filiberto di savoia e la figlia vittoria
«Io ho aperto la strada. Ho tolto le erbacce. Tutto ciò che ho fatto, l’ho fatto perché lo volevo. È stato importante soprattutto per le mie figlie perché desideravo offrire loro l’opportunità di iniziare una vita, una carriera, in Italia. In quel mondo che io non ho avuto. [...]».
Guardando all’Inghilterra: la monarchia piace alla gente?
«La monarchia piace alla gente. Lo si è notato dai numeri astronomici dei telespettatori che hanno visto sia il funerale di Elisabetta che l’incoronazione di Carlo III. La monarchia ha qualcosa di affascinante che le persone amano guardare, anche da lontano».
L’amerebbero anche in Italia?
«L’Italia è una repubblica. In Europa la monarchia sta andando molto bene».
Come mai?
«Forse quando ci sono periodi di crisi, la gente scorge nei re e nelle regine una presenza forte, quasi spirituale». [...]
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