ENASARCO
Tira aria di burrasca ai vertici (scaduti da settimane) di Enasarco, il colosso previdenziale del commercio con 220mila iscritti e oltre 8 miliardi di patrimonio. E ora si rischia il commissariamento ad acta per portare l'ente verso le elezioni. Già da settimane i ministeri vigilanti (Lavoro e Tesoro), stanno pressando il cda uscente, che proprio l'altro ieri si è riunito a distanza per approvare il bilancio 2019.
Stando ai magistrati contabili l'attuale Cda sarebbe decaduto lo scorso 13 giugno. E la Procura regionale della Sezione giurisdizionale per il Lazio della Corte dei Conti si sarebbe nuovamente attivata per sollecitare i ministeri del Lavoro, dell'Economia e la direzione generale per le politiche previdenziali per sottolineare che quanto sta accadendo all'Enasarco ribadendo che quanto sta succedendo sarebbe «sostanzialmente illecito».
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Il Consiglio uscente non può che «adottare atti di ordinaria amministrazione». Come a dire che le varie delibere (come quelle prese per gli aiuti post-Covid alla categoria), possono essere considerate tutte irregolari, e dunque a rischio di danno erariale.
Ma non basta: se le toghe di Viale Mazzini dovessero successivamente appurare che il consiglio Enasarco ha effettivamente superato i poteri e che i ministeri vigilanti non si sono mossi che con tre o quattro missive per sollecitare il ritorno al voto degli iscritti all'Ente, ministeri vigilanti potrebbero finire anch' essi nell'occhio del ciclone. E ora si rischia un commissariamento ad acta. Per votare comunque in modalità telematica
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