1. DEUTSCHE-COMMERZ: A RISCHIO FINO 10.000 POSTI A FRANCOFORTE
(ANSA) - Una fusione tra Deutsche Bank e Commerzbank potrebbe far saltare fino a 10.000 posti di lavoro solo a Francoforte. Lo ha detto Stefan Wittmann, rappresentante del sindacato Ver.Di che fa parte del consiglio di sorveglianza di Commerzbank, secondo cui un merger tra i due istituti metterebbe a rischio tra 8.000 e 10.000 posti di lavoro a Francoforte.
Andrea Enria AB
"Questo è il risultato di un'analisi preliminare che abbiamo fatto", ha detto Wittman a Bloomberg. Meno pesante la stima del leader del sindacato DBV e membro del consiglio di sorveglianza di Deutsche Bank, Stephan Szukalski: "con una fusione - ha detto - solo a Francoforte potrebbero essere tagliati tra 4.000 e 5.000 posti di lavoro".
2. ENRIA (BCE): DICIAMO OK ALLE FUSIONI SOLO SE GENERANO PROFITTI
Elena Dal Maso per www.milanofinanza.it
"Non amo particolarmente l'idea di campioni nazionali o campioni europei", spiega oggi Andrea Enria nella sua prima intervista in veste di neo presidente della Vigilanza della Bce. Enria non cita mai direttamente l'ipotesi di fusione fra Deutsche Bank e Commerzbank , ma ne specifica i contorni.
deutsche bank
"Dobbiamo guardare ai piani industriali, a quanto siano solidi una volta effettuata la fusione", spiega il funzionario europeo. "Guardiamo all'osservanza delle regole e alla gestione dei rischi. Guardiamo a solidità e sostenibilità dal punto di vista prudenziale", precisa al Financial Times. "Per me le motivazioni politiche non contano", mette in chiaro Enria, facendo riferimento al fatto che è il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, a spingere una fusione entro le elezioni europeee di maggio. E quindi la Bce non intende "prendere in considerazione la politica. Quello che conta per noi è l'operazione che ci viene posta davanti e la sostenibiltà del progetto". Quindi la sua capacità di generare utili.
DEUTSCHE BANK PERQUISIZIONI A FRANCOFORTE
Enria passa poi alla sostenibilità del business bancario in Europa. "Gli istituti di credito devono essere in grado di gestire qualunque contesto di tassi. La tendenza è quella di considerare permanente il livello attuale. Ma arriverà un momento in cui verranno normalizzati e le banche fronteggeranno di nuovo i rischi di mercato e di finanziamento, dovranno perpararsi anche a questo", prosegue Enria.
OLAF SCHOLZ
Aggiungendo che "i tassi bassi, se comprimono i margini, hanno anche creato una incredibile finestra di opportunità per gestire il problema della qualità degli asset. In questa prospettiva sono lieto che ci sia ancora margine per sfruttarli". Secondo il capo della Vigilanza, infatti, il processo di smaltimento dei crediti deteriorati (Npl) "va completato prima di entrare nella prossima recessione".
Il funzionario europeo interviene sul tema dei titoli di Stato, molto caldo in Italia. Sull'aggiustamento mark-to-market dei bond detenuti dalle banche, pratica spesso utilizzata negli ultimi mesi, l'aspetto positivo è che incentiverebbe la gestione di questo genere di rischi valutandoli costantememente al prezzo di mercato, ma l'aspetto negativo è che, data la concentrazione in alcuni istituti, basterebbero piccole variazioni a dimezzare i coeffiecienti patrimoniali e "da vigilanti non è una cosa che possa farci piacere".
andrea enria large
Enria torna poi a parlare di uno dei suoi temi più seguiti, la mancanza di uno schema comune di garanzia de depositi con l'Unione bancaria. "Se un conto in Grecia non è percepito con la stessa sicurezza di un altro in Austria, è chiaro che il concetto di Unione valutaria ne esce danneggiato agli occhi dei cittadini".
Andrea Enria
Infine, la Brexit. "Ci siamo preparati ma voglio rimarcare che è qualcosa senza precedenti. Non possiamo escludere che vi siano espisodi disordinati o che non siano stati previsti. In questi casi la cosa più importante sarà la cooperazione con le autorità della Gran Bretagna". Enria si attende infine che, in seguito alla Brexit, la Bce dovrà vigilare su attività bancarie per 1.200 miliardi di euro. E "nel 90 per cento dei casi sono concentrate in sette grandi banche", ha concluso.
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