Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera”
intervento del deputato alessandro zan foto di bacco (2)
In Senato lo scoglio non sarà certo il voto, previsto il 6 luglio, sulla calendarizzazione del disegno di legge Zan. Su quell'urna persino nel centrodestra si mostrano scoraggiati: «I giallorossi hanno i numeri, quella non è la nostra partita».
Ecco perché il pallottoliere di Palazzo Madama è gia proiettato a quando il provvedimento arriverà in aula, il 13 luglio, con le votazioni a scrutinio segreto. Sulla carta, al netto dei franchi tiratori, ci sono 168 favorevoli e 151 contrari. Cifre che potrebbero invertirsi alla prova dello scrutinio segreto. Ci sono quindi almeno una ventina di voti che «ballano».
ENRICO LETTA - PH MASSIMO SESTINI
Si può dire che molto dipenderà dalla riunione dei capigruppo di mercoledì 30 giugno, caldeggiata dal Pd, e convocata dal leghista Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia e relatore del testo. Nel frattempo nei corridoi del Senato si inizia a far di conto sugli scenari possibili. La preoccupazione della vecchia maggioranza giallorossa è che senza un accordo possano emergere numerosi franchi tiratori.
Sui 38 senatori del Pd l'impressione è che 5 potrebbero essere i voti in dissenso dal gruppo, tra questi i cattolici Stefano Collina e Mino Taricco. Pesa però l'incognita dei cosiddetti «dubbiosi», c'è chi dice una quindicina, il cui voto dipende proprio dal tavolo di mercoledì prossimo.
MATTEO RENZI ENRICO LETTA MEME
Insidiosa la posizione di Italia viva, che annovera 17 senatori, la maggioranza dei quali tentenna se sostenere o meno il testo, ma in 7 sembrerebbero decisi a votare contro. Non a caso già mercoledì scorso il partito di Matteo Renzi si è sfilato all'ultimo minuto dall'accordo siglato sulla calendarizzazione del testo Zan in Commissione.
Il gruppo più inafferrabile è il M5S. La galassia grillina è travolta dal contrasto fra l'ex premier Giuseppe Conte e il fondatore Beppe Grillo. Dunque, quel voto potrebbe far emergere il malessere ben oltre il ddl sul tavolo. Nella migliore delle ipotesi si contano soltanto 10 contrari su 75 senatori. Ma c'è chi si spinge a raddoppiare la cifra. Scontato il sostegno dei 6 senatori di Leu che siedono nel Misto.
alessandro zan firma il logo di scomodo foto di bacco
Già, il Misto, un gruppo eterogeneo che in larga parte dovrebbe sostenere il ddl Zan (circa 30 senatori). Eppure al suo interno si levano voci assai contrarie, come quella di Saverio De Bonis («Non abbiamo motivo di andare dietro Fedez») e dell'ex grillino Mario Giarrusso («Un pasticcio fatto di forzature ideologiche») e di Ricardo Merlo («Ho molti dubbi, serve un confronto nei prossimi giorni»).
Senza dimenticare Per le Autonomie, 8 voti che sul filo del rasoio potrebbero segnare la differenza. A oggi il pallottoliere ne segna 2 contrari. Dando per scontato che Lega e FdI saranno contro il provvedimento, sempre contestato.
alessandro zan 8
Eppure da giorni il leader leghista Matteo Salvini sta inseguendo il segretario del Pd, Enrico Letta. L'ultima mossa di ieri un WhatsApp («Vediamoci»), al quale il numero uno del Nazareno ha risposto con un dispaccio: «Io penso che la Lega non sia credibile quando chiede tavoli e confronti perché su questo tema ha sempre cercato di fare solo e soltanto ostruzionismo». E ancora: «Il testo va approvato così com' è».
intervento del deputato alessandro zan foto di bacco (1)
E poi Forza Italia, con una linea di partito ben definita e almeno 7 senatori «ribelli». Tra di loro sembrerebbe esserci addirittura la capogruppo Anna Maria Bernini che non ha mai fatto mistero di volere il ddl Zan ma non senza qualche modifica. Circola anche il nome di Gabriella Giammanco, ma certo è il voto di Barbara Masini.
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