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    “L’UNIONE EUROPEA IMPLICA SOLIDARIETÀ. SE NON CE N'È, VIENE MENO IL CONCETTO STESSO” - ANCHE L’EUROPEISTA ENRICO SOTTI-LETTA TEME CHE L’UE VADA A SCHIANTARSI SULL’EPIDEMIA: “ANGELA MERKEL NON PUÒ PERMETTERSI DI NON PRENDERE PER MANO IL CONSIGLIO E FAVORIRE UNA SOLUZIONE CHE NON SIA POSITIVA. SERVONO GLI EUROBOND E I PRESTITI DELLA BEI CHE CREANO UN EFFETTO LEVA. L'ITALEXIT? È UN'IPOTESI PREMATURA. CHI LA INVOCHI PENSI A COSA SAREBBE STATO DI NOI SE AVESSIMO AVUTO LA LIRA…”


     
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    Marco Zatterin per “la Stampa”

     

    ENRICO LETTA E ANGELA MERKEL ENRICO LETTA E ANGELA MERKEL

    La riflessione di fondo è «triste», ammette Enrico Letta. Dice che «si finisce per chiedersi quanti altri morti dovranno esserci perché Paesi Bassi e Austria si rendano conto che non è come la crisi finanziaria del 2008». Brutta sensazione, in effetti. Perché, ricorda l' ex premier trasferitosi all' Istituto di studi politici di Parigi, «non ci sono colpe di questo o quel Paese, non c' entrano i debiti e i deficit: stiamo attraversando una crisi sanitaria per la quale occorre una risposta collettiva dell' intera Unione». In caso contrario, il rischio è il collasso o quasi.

     

    Per l' Italia in cui avanzano gli euroscettici, equivarrebbe ad aiutare la destra di un Salvini che, sul virus, «le ha sbagliate tutte». Vertice europeo, oggi. Non a Bruxelles, bensì in teleconferenza. «Già questo la dice lunga», sottolinea Letta, impegnato nella sua casa romana a far quadrare calendari e fusi orari per le elezioni che ora si svolgono in streaming.

    lagarde merkel macron lagarde merkel macron

     

    «Mica vero che c'è più tempo libero», sorride prima di tuffarsi a parlare dei Ventisette che si ritrovano «a un tavolo virtuale» per affrontare l' epidemia che sta mettendo il pianeta in ginocchio. È allarmato, più che pessimista. Apprezza il lavoro dell' Italia ricongiuntasi con Parigi, e scommette sulla spinta della cancelliera di Berlino.

     

    Presidente, avremo le risposte che Ecofin ed Eurogruppo non hanno dato?

    «I leader si devono mettere la mano sulla coscienza, rendersi conto che la Storia li guarda ed è alla Storia che dovranno render conto. Questo vertice europeo è importante come quello convocato all'indomani della caduta del muro di Berlino o degli attacchi dell' 11 settembre».

     

    Molto dipende dalla Germania. Cosa si aspetta?

    URSULA VON DER LEYEN ELETTA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA URSULA VON DER LEYEN ELETTA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA

    «Angela Merkel non può permettersi, per curriculum politico, di non prendere per mano il Consiglio e favorire una soluzione che non sia positiva. Sarei stupito di vederla sostenere le tesi di Weidmann e Rutte. Sono certo che non accadrà: si impegnerà per l' interesse di tutti».

     

    L'Europa, stavolta, è davvero ad bivio esistenziale.

    «È un momento chiave. L' Unione può dimostrare di essere l' unica via di uscita da questa crisi. Oppure può fallire e fornire ulteriori argomenti a chi si ritiene convinto della sua inutilità».

    commissione europea 6 commissione europea 6

     

    Al di là dei sogni, cosa può decidere il vertice?

    «Per prima cosa deve assumersi la responsabilità della durata della crisi. Occorre un comportamento opposto a quello di Trump, che ha detto "ne saremo fuori a Pasqua" mentre sappiamo che non sarà così. Sinché non ci sarà un vaccino, il nostro stile di vita e la gestione dell' economia saranno profondamente modificati.

    La durata della crisi andrà oltre la semplice possibilità di poter riprendere a uscire di casa. Per questo bisogna dire ai cittadini che si apre una fase non breve che prenderà almeno il 2020. E promettere che questi mesi saranno segnati da decisioni che daranno loro sollievo. Non dobbiamo essere "l'Europa dei no", ma quella dei "sì lunga durata"».

    CONTE MERKEL CONTE MERKEL

     

    E la seconda mossa?

    «Il Consiglio deve attribuire alla Commissione pieni poteri di coordinamento, impulso e gestione della solidarietà. Ho sempre pensato che la Bce sia essenziale, ma non sufficiente. Al suo fianco, va costruito un piano che metta insieme tutti i possibili strumenti e risorse - dal Mes ai fondi Bei - per farli arrivare all'economia reale in crisi. Bisogna farlo. Neanche Olanda e Austria non possono sentirsi al riparo. Questa crisi colpirà tutti e tutti avranno bisogno di sostegno».

     

    Perché lassù nel Nord Europa non lo capiscono?

    «Da sempre la loro filosofia è che la politica per la crescita è responsabilità degli Stati membri e non dell' Europa. È una logica che ho sempre rifiutato. Mi colpisce che gli olandesi facciano i britannici. Non è la loro storia, si sono sempre impegnati per portare avanti l'Unione. Spero cambino idea, e così i verdi austriaci, la cui posizione è incomprensibile. Non si tratta di buttare soldi. Non è crisi finanziaria, ma sanitaria».

     

    banca centrale europea banca centrale europea

    Italia, Francia e altri sette si sono uniti. Era ora, no?

    «È un segnale molto forte e pesante. Conferma quelle che devono essere le naturali alleanze italiane. Se ripenso agli anni scorsi, al Conte-1 e a Salvini, rivedo che i rapporti più difficili li abbiamo avuti con Francia e Spagna. Così andiamo meglio».

     

    Quali gli strumenti su cui lavorare, in prospettiva?

    «Uno sono gli eurobond, l' altro sono i prestiti della Bei che creano un effetto leva ed è una cosa ottima. Possono dare grandi risultati».

     

    Quanto alta è la possibilità che salti il progetto europeo?

    CONTE MERKEL CONTE MERKEL

    «Da un punto di vista italiano, nulla mi stupirebbe. La crescita dell' euroscetticismo è impressionante. La fierezza nazionale va interpreta positivamente, ma se diventa nazionalismo e chiusura ai vicini di casa è un' altra cosa, soprattutto se sigillare i confini diventa la principale priorità. Anche perché, i virus come i cambiamenti climatici, non sono si fermano alle frontiere».

     

    Se l' Ue sbaglia, è possibile che in Italia vinca la destra?

    «Si. Ma sarebbe la destra che ha sbagliato tutto sull' emergenza. Salvini non ne ha azzeccata una, basta vedere i suoi video. Ha detto tutto e il suo contrario. Eppure, potrebbe ritrovarsi a beneficiare del regalo di una situazione gestita male dall' Europa».

     

    Si rischia un eurocollasso?

    «La nostra si chiama Unione e, questo, implica solidarietà. Se non ce n' è, viene meno il concetto stesso. Per questo il consiglio che s' inizia è drammatico».

    PUTIN E XI JINPING PUTIN E XI JINPING

     

    L altra faccia della medaglia è la campagna di immagine di Mosca e Pechino.

    «La strategia cinese e russa di rendere visibili aiuti che sono simbolici (è la Bce che fa la differenza, sia chiaro, non loro), fa capire la posta in gioco. In questa scena, la volubilità dell' opinione pubblica italiana spaventa».

     

    È divisa anche su Conte.

    «Sul premier il giudizio non può che essere positivo. Il governo ha preso decisioni che daranno i loro frutti».

     

    italexit quitaly italexit quitaly

    Salvini agita lo spettro di una rivolta sociale che magari gli farebbe comodo.

    «In questo momento gli italiani stanno dimostrando grandissima solidarietà. È il Paese delle soluzioni limite. Chi soffia sul fuoco, sbaglia, perché gli italiani premiano sempre chi dà prova di responsabilità. Il centrodestra sbaglia a essere astioso e ringhioso. Tajani ha fatto meglio, con proposte concrete. Sarebbe meglio ascoltare il Capo dello Stato, incontrarsi e dialogare sulle cose concrete. Oggi c' è bisogno di unità».

     

    Tutto potrebbe cambiare, fra qualche mese. C' è un suo ruolo attivo in vista?

    «Sono un europeista che suona l' allarme perché non vorrei che ci isolassimo dall' Europa senza renderci conto che non sappiamo come è accaduto. L'opinione pubblica sta slittando verso euroscetticismo troppo forte. Il mio è un lavoro di parola, per far capire che la nostra casa è l'Europa».

     

    matteo salvini come donald trump matteo salvini come donald trump

    Teme l'Italexit?

    «È un' ipotesi prematura».

     

    Davvero? Sui social è molto gettonata come ipotesi.

    «Pensino a cosa sarebbe stato di noi se avessimo avuto la lira. Tutti i Salvini del Creato dovrebbero spiegarlo. Criticano tanto l' Italia. Dovrebbero guardare a come sta affrontando la crisi Trump. Fa tremare i polsi».

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