FINISCE IL CAMPO LARGO, LETTA: QUADRO CAMBIATO, ORA PENSIAMO A NOI
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(DIRE) - Enrico Letta parlando ai gruppi del Pd sancisce il divorzio dai Cinque Stelle. Senza citarli, Letta prende atto che "da ieri lo scenario e` totalmente modificato" e i Democratici "devono concentrarsi su quello che siamo noi, a partire da quello che siamo noi". Letta aggiunge: "Concentrarci su noi stessi vuol dire non perdere di vista lo scenario complessivo, faremo bene se faremo bene noi. Non fermiamoci a pensare a quello che faranno gli altri.
Anche perche` gli altri quello che dovevano fare lo hanno fatto ieri. Ieri e` stato un cambio totale di paradigma, di scenario, e aggiustare quello che hanno fatto ieri sara` molto difficile".
ENRICO LETTA
Il segretario del Pd allarga il ragionamento al centrodestra, ma poi cita espressamente anche il M5s. "Loro non sanno quello che hanno fatto, chi ha combinato quello che ha combinato, non sa quel che ha fatto. Noi e i cittadini italiani ci renderemo conto presto di quali saranno i danni. Ci sono stati errori enormi che hanno fatto tutti loro. Io non faccio classifiche. Le responsabilita` sono di tutti", dice Letta, mentre i gruppi parlamentari del Pd accolgono con un lungo applauso questo passaggio.
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Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera
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A sera Enrico Letta è amareggiato: «Ho provato tutto il possibile e l'impossibile per convincere Conte, Lega e Forza Italia. Ma loro hanno voluto affossare Draghi e l'Italia. E non votando non ci hanno voluto nemmeno mettere la faccia».
Dunque, per il segretario Pd, c'è anche Conte, oltre a Salvini e Berlusconi, tra gli «affossatori» del Paese. Parole definitive nei confronti dell'ex alleato. A Letta a questo punto non resta altro che entrare in modalità voto e infatti a sera tiene una riunione per cominciare a impostare la campagna elettorale.
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Campagna che non vedrà i dem scendere in campo insieme ai grillini. E pensare che in mattinata quando al Pd sperano l'insperabile la raccomandazione è sempre la stessa: non attaccate i 5 Stelle. Quasi tutti vi si attengono. «Bisogna aspettare che finisca questa giornata per scoprire le nostre carte», spiega un maggiorente dem. Già, perché prima ancora del voto di ieri, si è aperto un solco tra Pd e M5S. Perciò il leader dem assicura i tanti che gli hanno chiesto di sciogliere il nodo dell'alleanza con i 5 Stelle: «Ne parleremo subito dopo il voto in Parlamento».
L'occasione per interrompere quel rapporto dovrebbe essere una riunione della Direzione entro la fine di luglio. E se nel pomeriggio i dem al Senato appaiono molto più preoccupati per il comportamento dei leghisti («apriranno la crisi»), ci pensa Stefano Bonaccini a ricordare a tutti come è andata veramente questa vicenda: «Conte ha offerto a Salvini su un piatto d'argento la possibilità di rimettersi in gioco, lui che era all'angolo in uno stato di debolezza conclamata».
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Letta è d'accordo: «Conte - dice ai suoi - ha aperto la crisi e così facendo ha evitato che Salvini, che era in crisi, venisse messo sotto dai suoi». Persino Goffredo Bettini dalla Thailandia aveva cercato di convincere l'amico Giuseppe.
E ora? Ora anche se c'è chi non è del tutto convinto di dover abbandonare i grillini (non sfugge a nessuno la pacca sulla spalla che il ministro Orlando dà a Ettore Licheri quando l'esponente M5S finisce il suo intervento) ricucire con il Movimento è pressoché impossibile. Il Pd teme il futuro che lo aspetta.
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«Noi non abbiamo il campo largo e il centrodestra alle elezioni ha gioco facile», è l'ammonimento di Gianni Cuperlo. I parlamentari dem si scambiano le loro impressioni, mentre si susseguono le riunioni e i colloqui di Letta per cercare di scongiurare la crisi. Nel pomeriggio Conte chiede un colloquio al segretario Pd e a Speranza. La versione dei 5 Stelle racconta un'altra storia, ma i due ci vanno e si sentono dire: «Stiamo ancora valutando il da farsi».
MATTEO SALVINI BRINDA ALLA FINE DEL GOVERNO DRAGHI CON UNA COCA COLA INSIEME A DURIGON
Letta conserva a fatica l'aplomb abituale: «Ancora? Non capisci che a questo punto il centrodestra si ricompatta e si va dritti al voto? Non conviene nemmeno a voi». Poi il segretario dem si chiude negli uffici del gruppo Pd con il ministro della Salute per un colloquio a due.
Ormai per il Pd è difficile perdonare il M5S che ha aperto la strada alla crisi . «I 5 Stelle - dice Alessandro Alfieri a un collega dem - hanno scavato un solco». Fausto Raciti è convinto che tra Pd e Movimento «sia finita»: «Non è più proponibile», dice. Con le elezioni vicine l'unico sbocco è un'alleanza al centro o tentare l'avventura in solitaria, quale che sia la scelta il Pd si presenterà agli elettori come il partito dell'agenda Draghi. Lo si capisce dalle parole di Letta: «Io dall'inizio ho detto che quello era il mio governo».
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