Michela Tamburrino per "la Stampa"
ENRICO VARRIALE
Enrico Varriale, ex vicedirettore di Raisport, non andrà in video a commentare le finali di Nation League del 10 ottobre. Non una sospensione, ma «una decisione presa di comune accordo con l'azienda» per ragioni di opportunità dopo la denuncia presentata in estate contro il giornalista per stalking nei confronti della sua ex compagna per stalking che lo vede indagato dalla procura di Roma.
Il gip Monica Ciancio ha disposto nei suoi confronti del conduttore la misura cautelare del divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dai luoghi frequentati dalla persona offesa, con l'ordine di «non comunicare con lei neppure per interposta persona». Nel provvedimento emesso dal gip si fa riferimento a «condotte reiterate» di molestie e minacce che avrebbero provocato nella vittima «un grave stato d'ansia e paura».
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La donna ha denunciato di essere stata picchiata, insultata, sbattuta contro il muro. E ha aggiunto di essere stata perseguitata, con telefonate di notte e appostamenti sotto casa. Accuse che il giornalista, interrogato lo scorso 30 settembre, bolla come «false e destinate ad essere smentite nei fatti». «Solo una lite per gelosia», avrebbe detto agli inquirenti. Varriale, lei dice che non è un provvedimento disciplinare, ma di fatto non commenterà le finali della Nation League.
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«Non c'è stata nessuna sospensione e chi ne ha parlato e ha sbattuto il mostro in prima pagine ne risponderà nelle sedi opportune. Tutto è andato diversamente. In accordo con la direzione della mia testata e con i vertici dell'Azienda, abbiamo deciso che sarebbe stato più opportuno per me non seguire la partita del 10. Questo per non dar luogo a chiacchiere, equivoci, strumentalizzazioni e risvolti spiacevoli. A tutela della Rai e mia. Ripeto: una decisione presa di comune accordo. Nessuna sospensione e alcun provvedimento disciplinare».
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Le accuse però sono molto gravi e circostanziate.
«La vicenda per come è stata trattata mi preoccupa. Sono stato additato come un mostro, ma allo stato dei fatti c'è solo una denuncia, la versione della signora e la mia versione. Mi preoccupa che si facciano processi sui giornali, un gioco al massacro che io non ho mai fatto. È una dolorosa vicenda personale che avrei preferito rimanesse tale. Purtroppo però mi sono state rivolte, e rese pubbliche, accuse del tutto false. Non ho mai stalkerizzato alcuno e chi afferma il contrario ne risponderà».
In Vigilanza Rai erano allarmati per le ricadute negative che questa vicenda poteva portare all'Azienda pubblica. Secondo lei come è venuta fuori la storia della sua sospensione?
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«È stata inventata di sana pianta, una cosa che non esiste e che infatti la Rai è stata costretta a smentire e a precisare lo stato dei fatti. Una non notizia che ha creato un polverone».
E adesso cosa farà? Dopo il 10 tornerà in video?
«Sono sicuro che riuscirò a dimostrare l'infondatezza delle accuse in tempi brevi. Sono tranquillo in attesa di chiarire».