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    VIDEO-CAFONAL D’ARTE – GIOVEDÌ, GNOCCHI; VENERDÌ, PESCE! ENTRATE PURE NEL MONDO INCANTATO DELLO STREGONE-DESIGNER GAETANO PESCE, PERCHÈ LA MOSTRA AL MAXXI È MOZZAFIATO


     
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    Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

     

    Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

     

     

    Giovedi gnocchi,venerdì Pesce

    Alessandra Mammì per Dagospia

     

    villa fiorelli e giorgio busnelli villa fiorelli e giorgio busnelli

    Entrate pure nel mondo di Gaetano Pesce, perchè la mostra al MaXXI completa in tutti i suoi  quarant'anni di storia. Ed è voluta proprio così dal maestro, anche se le etichette sono appese con pezzi di nastro adesivo che sembran rotti coi denti, il colore cola dalle strutture di compensato e sulle casse che han portato fin qui le opere, mentre gentili sgabellini di legno grezzo vi dicono che potete portarli con voi se vi punge vaghezza di sedervici sopra.

     

    umberto croppi umberto croppi

    Entrate nella città incantata (c'è tempo dura fino al 5 ottobre), là dove vagano 40 pannelli mobili in perenne trasloco dalle certezze, con le casse  appena arrivate  (dal museo Vitra come dal Pompidou) e i disegni ancora da incorniciare. Perdetevi nella casa precaria e accogliente con le lampade di ovatta a forma di fungo atomico e i divani pelosi come peluche o giocosi come un cartoon (irresistibile quello coi giganteschi cappelli dei sette nani che possono diventar cuscino o coperta), le sedie di resina robuste e insieme liquefatte (qui si può), le poltrone femmina  imprigionate con catena e palla di ferro (meditate gente), i tavoli Sansone con le gambe storte come le colonne del tempio scosse dai bicipiti del gigante e le librerie grasse come piante carnivore pronte a ingurgitare più che contenere i libri.

     

    sabina e giampiero marrazzo sabina e giampiero marrazzo

    Annusate anche l'odore del lavoro dello stregone-designer: è stato raccolto in apposite scatole, basta spingere un bottone e si sparge nell'aria il puzzo del legno segato o l'aroma del tubetto di acrilico appena aperto. E non perdete le scarpette di plastica colorata  che si arrampicano sui muri grossi del museo di Zaha Hadid mentre tutto l'immenso, curvo budello della Galleria 1 è un magazzino di invenzioni, colori, improvvisazioni che trasformano quel colosso di edificio in un gigante di cartapesta, distruggendone l'autoriale ( se non dittattoriale) potenza.

     

    Tutto  il potere all'immaginazione: anarchica e libera come il pensiero umano,ma duttile come quello femminile che l'architetto, designer, creatore dice essere molto più adatto ai tempi. Tutto il potere al coraggio di cambiare, persino il nazionale passaporto che il maestro propose in una nuova versione con Vergine e Sant'Anna di Leonardo in copertina  indirizzando il progetto dritto dritto alla Presidenza della Repubblica.

    roberto d agostino giovanna melandri roberto d agostino giovanna melandri

     

    E la Presidenza gli rispose con lettera che qui diventa parte dell'opera.Tutto il potere al non codificato, all'impossibile che qui diventa possibile, alla diversità  celebrata fin dal  titolo:  “Il tempo della diversità” che a giudicar dalla mostra è stato il tempo della sua vita intera.  Quel tempo che Pesce ritrova nelle opere e girando (con chi scrive) per la mostra, racconta attrverso pensieri originali, stravaganti e provocatori. Di certo lontani e diversi dai luoghi comuni. Eccoli qui registrati, raccolti e trascritti.

     

     

    Il titolo scritto a rosse lettere sul muro d'ingresso. Se si è uguali non c'è niente da dire. Non si comunica. Chi è diverso comunica, tra uguali si è più soli. Ma quale Egalité! L'idea della Rivoluzione francese è superata, anche perchè non ha mai preso forma. E' diventata solo uno strumento di potere dei sindacati, che hanno bisogno di poveri e deboli tutti uguali, per aver ragione di esistere. L'Egalité a grado zero».

     

    paolo conti paolo conti

    Il passaporto. Se l'Europa è unione di stati diversi perchè dobbiamo avere tutti lo stesso passaporto? Perchè non abbiamo il coraggio di pretenderne uno tutto nostro? Rimprovero all'Italia di aver perso la sua originalità e la sua creatività. Eravamo copiati e ora copiamo. Per esempio: al dilà dell'opportunità di costruirlo o meno, perchè il ponte di Messina deve esser copiato da quello di San Francisco? Perchè quei brutti grattacieli del centro direzionale di Milano sono uguali a quelli che vediamo spuntare in ogni metropoli del mondo? Noi che abbiam fatto la Cupola di San Pietro riprodotta ovunque milioni di volte, eravamo “gli originali” e ora...”

     

    Bruno Zevi mi ha insegnato che la storia è un punto di partenza. Uno strumento per capire meglio come fare le cose. Un maestro superiore a Carlo Scarpa, che invece frenava le mie invenzioni e improvvisazioni. Voleva solo che copiassi quello che lui aveva già fatto .

     

    Il MaXXI. Questo museo mi piace perchè lo ha fatto una donna e non è facile che le donne riescano a fare cose così possenti. Ma non mi piace che questa donna poi, ne rifaccia uno uguale a Dubai e un altro uguale “nonsodove”. Imporre il proprio stile è una cosa superata e l'architettura deve interpretare il luogo e adattarsi allo spirito del luogo, cercare l'originalità di ogni luogo. Non l'omologazione

    michele cucuzza michele cucuzza

     

    La Galleria 1.Lavorare in questo spazio è stato facile. Mi dicevano che il MaXXI e  il Guggenheim di Bilbao erano luoghi impossibili. Non è stato vero: ogni spazio per me è facile, basta capirlo. E poi se si prende un Caravaggio e lo si mette su un mucchio di spazzatura resta un Caravaggio.  Quindi concentriamoci sull'opera.

     

    Le scarpette di plastica Melissa. Le mie fonti di ispirazione sono le persone. Guardo come si muove la gente per strada, come si veste, come parla, come cambia. Credo che l'arte sia sempre stata un commento alla realtà. L'arte gotica non è fatta solo di guglie, ma ha raccontato il bisogno del tempo di spiritualità, elevazione, mistero, ombra. Se l'arte è testimonianza mi son chiesto cosa significa 'sta tromba ( la scultura di Anish Kapoor all'ingresso della Galleria 1,ndr) e l'ho chiesto a tutti anche se so che chiedere una cosa del genere in un museonon è politicamente corretto. Ma qui nessuno dice niente, nessuno mi ha detto “ è un tributo al Jazz”. Solo uno mi ha risposto: “E' in PVC”.  Però...

     

    maxxi di sera maxxi di sera

    Il divano con le mani incatenate. Torno al titolo “la diversità” E' un'epoca di terribile, drammatica e anche entusiasmante diversità. Un' epoca dove si va su Marte, si curano malattie in modi del tutto nuovi ma ci son posti sul pianeta dove ancora lapidano un'adultera, rapiscono le ragazze che studiano, stuprano le bambine. Non siamo in epoca di eguaglianza. Io non sono uguale a gente che fa cose del genere. E questo divano è un lavoro vecchissimo, non lo vedevo da quarant'anni, eppure è ancora attuale. Gli stessi problemi ci imprigionano e invece di affrontarli vi ci sediamo ancora sopra.

    matilde bernabei matilde bernabei

     

     Di fronte al remake dell'uomo di Leonardo qui diventata donna di Gaetano.  Ci salveranno le donne. La mente maschile è omogenea, diritta e coerente ma la nostra epoca altalenante ha più bisogno dell'intelligenza femminile che è più elastica, flessibile,s a assumere comportamenti diversi. Mamma, amante, donna che lavora... sono identità che coesistono nella stessa persona. Gli uomini perdono la supremazia e peggiorano, si lasciano corrompere, diventano aggressivi (con le donne soprattutto).

     

    Le donne son più brave e più serie. Ho sempre pensato che sarebbe stata meglio Hillary presidente che Obama. Indipendentemente dalle attuali difficoltà Obama in fondo rappresenta una minoranza mentre Hillary avrebbe rappresentato la metà del mondo. Pensate a quelle fanciulle con chador in testa, chiuse in gabbia che sapendo di una donna Presidente del paese più importante del mondo, avrebbero potuto pensare . “Allora c'è un futuro per me!”. Senz'altro avrei preferito Hillary presidente degli Stati Uniti.

     

    lucrezia lante della rovere lucrezia lante della rovere

     L'odore del lavoro. Ho sperimentato tanto e i materiali sono stati quasi sempre generosi e hanno retto al tempo. La libreria che arriva dal Pompidou fu ottenuta con un procedimento inverso alle abitudini. Di solito nella colatura in uno stampo il problema è far uscire tutta l'aria perchè il materiale  - bronzo o altro -  aderisca bene alle cavità. Qui invece per me il problema era mantenere  un po'di aria in modo che ogni stampo fosse diverso e ogni pezzo fosse unico. L'arte non è standardizzazione. L'arte è democrazia. Voler dare a ognuno quel che un tempo era privilegio del principe. Dunque, un pezzo unico a un prezzo accettabile. L'arte è per tutti.

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