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    “ERA CHIARO CHE LA BARCA DEI MIGRANTI FOSSE IN DIFFICOLTÀ” - LA DENUNCIA CHE METTE FRONTEX NEL MIRINO PER IL NAUFRAGIO DI CUTRO – GLI AVVOCATI DEI FAMILIARI DELLE VITTIME RILANCIANO SU COME SIA STATO POSSIBILE NON “PROCLAMARE UNA MISSIONE DI SOCCORSO (SAR) GIÀ ALLE 23.03, QUINDI 5 ORE PRIMA DELLA TRAGEDIA: “È EVIDENTE A TUTTI CHE CI FOSSE UNA LINEA DI GALLEGGIAMENTO BASSISSIMA SEGNO CHE INSISTEVANO DIVERSE PERSONE SOTTO COPERTA" – INTANTO SALE A 92 IL BILANCIO DELLE VITTIME. RINVENUTO IL CADAVERE DI UN GIOVANE DI CIRCA 20 ANNI - VIDEO


     
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    https://video.corriere.it/cronaca/ultime-immagini-barcone-cutro-video-frontex-che-ora-mano-procura/6c83ccec-c8c1-11ed-85b6-6207f76c958d

     

    Estratto dell'articolo di Giuseppe Legato per lastampa.it

     

    i resti del barcone del naufragio di cutro i resti del barcone del naufragio di cutro

    I migranti tornano a denunciare l’Italia sulla strage di Steccato di Cutro, mentre sale a 92 il numero delle vittime. Oggi pomeriggio, a distanza di 36 giorni dalla tragedia, è stato rinvenuto un cadavere in località "Santa Monica" della frazione "San Leonardo" di Cutro. Si tratterebbe di un giovane di circa 20 anni. Il corpo è stato portato nel cimitero di Cutro, a disposizione della Procura della Repubblica di Crotone.

     

     

    Intanto, agli esposti già presentati nei primi giorni successivi al drammatico naufragio dello scorso 26 febbraio a largo delle coste calabresi se ne aggiunge – agli atti dell’inchiesta – un ultimo depositato ieri dai legali torinesi e greci di alcuni familiari delle vittime. Che mette nel mirino anche Frontex, l’agenzia internazionale di soccorso, rea di aver – in prima battuta - diniegato agli avvocati (per asseriti vizi di forma”) l’accesso agli 11 file che hanno “cristallizzato” quanto avvenuto quella notte comprese le registrazioni di bordo tra piloti e membri dell’equipaggio. Chiedono ai pm di Crotone di “acquisirli tutti”.

    migranti cutro migranti cutro

     

    E rilanciano su come sia stato possibile non “proclamare una missione di soccorso (Sar) già alle 23.03, quindi 5 ore prima della tragedia “parlando buona navigabilità quando dal video diffuso negli scorsi giorni” e di cui molti erano in possesso già quella notte (sicuramente Frontex ndr) “è evidente a tutti che ci fosse una linea di galleggiamento bassissima segno che insistevano diverse persone sotto coperta” ad aumentare il carico della nave in maniera spropositata “rendendola chiaramente un’imbarcazione in grave difficoltà”.

     

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    SCAFISTI DEL NAUFRAGIO DI CUTRO SCAFISTI DEL NAUFRAGIO DI CUTRO

    Più in generale rileva per i legali il fatto che “la segnalazione – a prescindere dall’assunto sulla buona navigabilità o meno – contenesse elementi ampiamente sufficienti per avere la certezza di migranti a bordo”. E c’è infine il fronte dei soccorsi pervenuti a terra, cioè dopo le 4.10 orario del naufragio: “Perché la Capitaneria di porto – domandano ai pm – è giunta sul posto alle 6.50 ossia due ore e mezzo dopo il drammatico schianto sulla secca nonostante fosse a conoscenza dell’esistenza del caicco da parecchie ore? Ovvio è che un intervento tempestivo avrebbe quantomeno potuto evitare l’aggravarsi della tragedia posto che _ per quanto appreso – alcuni (imprecisati) naufraghi sarebbero morto per intervenuta ipotermia”.

     

    video di frontex del caicco naufragato a cutro video di frontex del caicco naufragato a cutro

    E su questo punto si innesta la testimonianza resa di fronte al tribunale dei minori, nel corso dell’incidente probatorio convocato per cristallizzare le prove contro il presunto scafista minorenne, da uno dei sopravvissuti Algazi Firas che si è visto morire tra le braccia il fratellino di 6 anni. Il caso, raccontato da La Stampa nei giorni scorsi, si arricchisce di nuovi dettagli emersi nella deposizione: “Quando c’è stato l’urto ho visto delle luci arrivare dalla spiaggia.

     

    video di frontex del caicco naufragato a cutro 7 video di frontex del caicco naufragato a cutro 7

    Eravamo sottocoperta, ho preso mio fratello e, presi dal panico, ci siamo buttati a mare. Eravamo in acqua già dalle 4, ci siamo rimasti tre ore, il bimbo è morto dopo un’ora ma è rimasto sempre nelle mie braccia: non l’ho lasciato andare anche dopo che non respirava più. Sono stato soccorso in mar dalla guardia costiera e una volta a bordo della loro nave sono svenuto. Abbiamo chiesti aiuto agli scafisti, ma nessuno ci ha soccorso”.

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