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    CONCORSOPOLI FOREVER - “ILLUSTRE MINISTRO CON QUESTO ARTICOLO CONSEGNO A UN GIORNALISTA IN BUSTA CHIUSA, GIA’ OGGI, I NOMI DEI FUTURI VINCITORI DEL CONCORSO IN ESTETICA”. ERA L’AUTUNNO DEL 2009 E STEFANO ZECCHI SCRISSE ALL’ALLORA MINISTRO GELMINI DI ANNULLARE I CONCORSI DI ESTETICA PERCHE’ SAPEVA GIA’ CHI I COMMISSARI AVREBBERO FATTO VINCERE - ZECCHI GIURA DI AVERE INDOVINATO TUTTI I NOMI. MA A CHI AVEVA DATO LA BUSTA? - E PERCHE’ LA GELMINI NON BLOCCO’ I CONCORSI? PERCHE’ L’ATTUALE MINISTRO, MARIA CRISTINA MESSA, NON MANDA I COMMISSARI? SEMPLICE, QUASI SEMPRE I MINISTRI DELL’UNIVERSITA’ SONO DOCENTI UNIVERSITARI E, TALVOLTA, COME GIUSEPPE CONTE, ANCHE I PRIMI MINISTRI LO SONO. E SONO ANDATI IN CATTEDRA GRAZIE A…


     
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    UNIVERSITÀ MINISTRO, FERMI I CONCORSI (IO SO GIÀ CHI VINCE)

    Stefano Zecchi per www.ilgiornale.it del 2 Novembre 2008

     

    STEFANO ZECCHI STEFANO ZECCHI

    Ministro blocchi i concorsi universitari! Sono concorsi che si svolgeranno in modo indecente, in spregio delle più elementari regole di valutazione del merito. Sono concorsi che satureranno l’Università per non so quanto tempo, come accadde negli anni Settanta, assegnando oltre 4mila cattedre e oltre  3mila posti di ricercatore.  I bandi per questi concorsi sono stati pubblicati generalmente alla metà di luglio.

     

    I candidati avevano un mese di tempo per presentare le domande d’ammissione al concorso: dunque nell’estate, intorno a Ferragosto. Una scadenza scelta ad arte per dare la minima conoscenza della pubblicazione dei bandi, in modo che non si iscrivessero candidati pericolosi, estranei cioè a lobby e nepotismi, in grado di mettere, eventualmente, in discussione chi era già stato scelto come vincitore.

     

    STEFANO ZECCHI - ELIO FRANZINI - STORIA DELL ESTETICA STEFANO ZECCHI - ELIO FRANZINI - STORIA DELL ESTETICA

    La riforma universitaria dei ministri del centrosinistra, Zecchino e Berlinguer, ha creato una serie di disastri che una nuova, intelligente, riforma può cercare di rimediare. I docenti, una volta in cattedra, non li toglierà più nessuno. La riforma del centrosinistra ha creato università fantasma con una essenziale funzione clientelare, in cui non potevano mancare corsi di laurea senza alcuna giustificazione culturale, con insegnamenti dai titoli grotteschi, senza studenti (perché, poi, lo studente non è così deficiente: ad un certo momento capisce anche lui l’inganno). 

     

    I 4mila nuovi docenti consolideranno il degrado del sistema universitario. Si potrebbe sostenere questo: l’università è dissestata, ma i docenti sono di livello e quelli che verranno nominati aumenteranno la qualità. La verità è che se l’università è un disastro, i nuovi docenti sono sempre più degni di questo disastro.

     

    Il disinteresse verso il merito da parte delle baronie, che hanno in mano il sistema concorsuale, è impressionante per il disprezzo nei confronti dell’istituzione accademica. Clientelismo e nepotismo sono sovrani: si vada a vedere come il rettore della Sapienza ha messo in cattedra moglie e figli;  si legga l’elenco degli insegnanti (è ufficiale, non è un mistero) nell’università di Bari: parentele indissolubili; si dia una rapida occhiata ai nomi dei professori della seconda facoltà di architettura del Politecnico di Milano: insomma, sembra che l’università sia l’ultimo baluardo che garantisce l’unità della famiglia in una società che sta distruggendo la famiglia.

    CONCORSO UNIVERSITARIO CONCORSO UNIVERSITARIO

     

    Illustre ministro Gelmini, non si renda complice di una truffa: dalla metà del mese ci saranno le votazioni segrete per le elezioni delle commissioni giudicatrici dei concorsi a cattedra. Elezioni pilotate dai gruppi di potere accademico; vincitori già stabiliti prima ancora delle nomine delle commissioni. Concorsi truccati. A riprova di ciò, illustre ministro Gelmini, con questo articolo consegno al direttore del Giornale una lettera in busta chiusa in cui indico, già oggi, i nomi dei futuri vincitori del concorso di Estetica.

     

    L’ARMA ANTI RIFORMA DEI BARONI: CONTINUARE CON I CONCORSI TRUFFA

    Stefano Zecchi per “il Giornale” – 23 settembre 2009

     

    stefano zecchi stefano zecchi

    Sono stati banditi dalle università i concorsi a cattedra, e giovani studiosi si preparano a parteciparvi sperando nelle promesse del ministro Gelmini. Il ddl è pronto, e come ha detto il premier ieri, sarà presentato al Consiglio dei ministri a ottobre. È la rivoluzione dell’Università, la riforma di cui si è parlato e che finalmente sta per entrare in vigore. Merito, scientificità, trasparenza sono state le parole d’ordine del ministro dopo aver constatato, entrando nei suoi uffici, con quali procedure indecenti avvenga la selezione dei futuri docenti.

     

    Si sarebbe voltato pagina, ci aveva detto il ministro; basta con amici, figli e amanti in cattedra; attenzione alla ricerca, alle pubblicazioni, ai rapporti internazionali dei candidati ai concorsi. E invece le università si preparano a non cambiare niente e le promesse del ministro volano via con le sacrosante attese dei giovani studiosi, ancora una volta beffati. In un precedente articolo avevo spiegato come viene perpetrata la truffa dei concorsi attraverso accordi sottobanco tra docenti per difendere i propri protetti dai rischi di una vera valutazione comparativa.

    CONCORSO UNIVERSITARIO CONCORSO UNIVERSITARIO

     

    La corporazione accademica mi è saltata addosso perché avrei svelato come si prendono le decisioni nei sancta sanctorum accademici, negando quanto avevo scritto: cose, tra l’altro, notissime anche ai bidelli delle università. Adesso chiunque potrà valutare quanto dirò semplicemente guardando internet. Ogni università ha, per legge, la possibilità di tracciare un profilo scientifico dello studioso, a cui la commissione di concorso si dovrà attenere per stabilire il futuro vincitore di cattedra.

     

    Prendiamo, ad esempio, la cattedra di Estetica, messa a concorso dall’Università di Bergamo. Una persona di normale buon senso si aspetta che coloro che possiedono dei libri sull’estetica in generale abbiano titoli sufficienti per aspirare legittimamente a vincere quel concorso. E invece no. Ecco il trucco, perfettamente legale, di una legge perfettamente perversa. Cosa si inserisce nel bando di concorso? Il profilo dello studioso richiesto dall’università. Si legga quello preteso dall’Università di Bergamo: il candidato deve essere esperto in «poetiche della narrazione tra storia orale e sociale con particolare riferimento alle geografie dell’area del Mediterraneo».

     

    mariastella gelmini mariastella gelmini

    Io, professore ordinario di Estetica, discreto studioso riconosciuto all’estero, a quel concorso è meglio che neppure mi iscriva perché lo perderei. Per quale motivo sono così senza speranze? Perché il profilo proposto dall’Università di Bergamo del candidato che dovrà vincere è tanto specifico da escludere il 99,9 per cento degli studiosi di Estetica. Chi rimane? Quello a cui è stato ritagliato su misura il concorso medesimo, perché ha qualche pubblicazione inerente alle caratteristiche indicate nel profilo del bando di concorso.

     

    Il trucco c’è e si vede: il concorso è in Estetica, non in un suo aspetto particolare, ma l’università, con la furbata del profilo, fa vincere il concorso al candidato che ha già prescelto, escludendo ogni vera competizione, affinché il pupillo non tema rivali. Alla faccia della trasparenza, del merito e della scientificità. Ma il ministro conosce questi bandi? Gliene riassumo qualcuno. Università Suor Orsola di Napoli, cattedra in Discipline Demoetnoantropologiche: insegnamento, come chiunque può capire, di straordinaria vitalità per le sorti dell’umanità.

    CONCORSO UNIVERSITARIO CONCORSO UNIVERSITARIO

     

    Ma si legga adesso il profilo del candidato voluto dall’università: deve avere «approfondito l’insieme delle questioni teoriche e metodologiche inerenti alla costruzione mitologica del contesto urbano partenopeo e abbia studiato in modo particolare il complesso delle pratiche simboliche mitico-rituali relative alla fondazione di Napoli, nonché alle trasformazioni subite dalla narrazione eziologica della vicenda del Nume Patrio nei contesti moderni e contemporanei».

     

    E chi mai conosce questo Nume Patrio? Ovvio: il candidato che vincerà il concorso, confezionato per lui. Andiamo avanti. Università di Catania, cattedra in Letteratura Italiana. Si badi bene: tutta la letteratura italiana è prevista dal concorso. E invece cosa si dice nel profilo? Il candidato deve aver dimostrato «un’interesse particolare per lo studio della letteratura siciliana, anche recente, in dialogo con la letteratura italiana e con quelle europee». E poi dicono dei leghisti padani! Cattedra di Museologia a Perugia: il candidato deve aver competenze nella «storia della critica d’arte umbra e nei processi produttivi delle botteghed’arte del Rinascimento».

    CONCORSO UNIVERSITARIO CONCORSO UNIVERSITARIO

     

    Chi ha competenze dei musei internazionali è meglio che neppure provi a concorrere. Storia dell’Arte Medioevale nell’Università di Chieti-Perugia. La vincerà chi ha studiato la «scultura lignea tardo-gotica».

     

    E chi ha invece competenza a livello internazionale sull’arte romanica? Ha già perso in partenza il concorso. Università di Teramo, cattedra di Lingua Inglese: «Il candidato dovrà dimostrare di possedere esperienza nell’insegnamento e nella valutazione della Lingua Inglese per scopi Speciali». Scopi speciali: viene il sospetto di qualche misterioso intrigo di cui è a conoscenza soltanto il vincitore predestinato dall’ateneo di Teramo.

     

    Cara ministro Gelmini, ci venga da lei una parola di conforto per i giovani meritevoli da lei tanto amati; e a noi dia qualche spiegazione. Sei concorsi a cattedra si possono fare soltanto in questo modo indecente, non si facciano affatto. I professori e i consigli di facoltà procedano per semplice cooptazione dei docenti che vogliono nel proprio ateneo, assumendosi la responsabilità oggettiva della loro qualità, senza mascherarsi dietro questi concorsi truffa perfettamente legali.

     

    Le responsabilità più gravi cadono sui rettori, sul modo in cui vengono amministrate le università e spesi i denari pubblici. Ma questo lo spiegheremo la prossima volta. Se invece un’università privata intende mettere una cattedra «sul comportamento dei pulcini sopra i piani inclinati ruvidi» ,lofaccia pure,con i suoi soldi, e non con i nostri.

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