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    UN CULO SPAZIALE - IL PIASTRELLISTA BRASILIANO DI VERONA CHE AVEVA PESCATO DUE GRATTA E VINCI MILIONARI IN POCHI GIORNI È STATO SCAGIONATO DALL’ACCUSA DI FRODE E RICICLAGGIO: SECONDO IL PM È TUTTO REGOLARE, NESSUNA "IMBECCATA" DA PARTE DI QUALCHE DIPENDENTE DI LOTTOMATICA - MA QUINDI COME HA FATTO? “DA QUANDO SONO IN ITALIA ACQUISTO INTERI PACCHETTI DI GRATTA E VINCI. SONO LA PROVA VIVENTE CHE LA FORTUNA ESISTE..."


     
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    Laura Tedesco per il "Corriere della Sera"

     

    un gratta e vinci milionario un gratta e vinci milionario

    «Ve lo dicevo che non avevo barato e che tutti quei soldi li avevo vinti regolarmente. Sbancare due volte al "Gratta e Vinci" in così poco tempo sembra impossibile, lo so, non ci credevo neppure io. Ma il mio è stato davvero un doppio colpo di fortuna, non sono un imbroglione».

     

    Lui giurava dall'inizio di essere «un grande giocatore ma non un impostore» e alla fine lo ha sancito anche la magistratura: era realmente bendata la dea che ha baciato due volte in venti giorni il piastrellista brasiliano Ricardo T. G., facendogli «grattare» il 4 febbraio a Modena un primo biglietto da un milione di euro e il 24 febbraio a Garda un secondo di valore addirittura doppio.

     

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    Sembrava troppo fortunato per essere vero, tanto che l'intero montepremi, due milioni e 400 mila euro al netto delle imposte, su segnalazione di Bankitalia era finito sotto sequestro per accertamenti.

     

    «Un incubo - racconta Ricardo -, da un giorno all'altro io e mia moglie non potevamo più fare la spesa al supermercato perché ci avevano bloccato anche il bancomat».

     

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    Ma venerdì il pm di Verona Alberto Sergi ha concluso «non sono emersi illeciti, non c'è stata frode. Abbiamo svolto con la Guardia di Finanza controlli approfonditi e non è stata appurata alcuna anomalia. Per questo ho appena chiesto l'archiviazione delle accuse e ora disporrò la rimozione dei sigilli dalla vincita».

     

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    Ad annunciargli «la notizia che più attendeva» è stato il suo avvocato Giovanni Chincarini, eppure il superfortunato giunto tre anni fa in Italia dove abita con moglie e figlia a Monzambano (Mantova), assicura che «per adesso la mia vita non cambierà» e anche oggi «sarò in cantiere a rivestire muri e pavimenti, perché ho dei lavori da portare a termine».

     

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    In paese già si mormora che userà il bottino per acquistare una villa in riva al lago: «Ho ben altri progetti - smentisce lui -. Parte della somma la manderò in Brasile per aiutare la mia famiglia. Avevo già disposto il trasferimento di 800 mila euro, ma poi mi hanno sequestrato tutto».

     

    Quando il piastrellista si era presentato in una banca di Peschiera del Garda per depositare il doppio ticket vincente e riscuotere il montepremi, infatti, gli avevano congelato conto corrente, bancomat, mega vincita.

     

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    Tutto sotto sequestro con l'ipotesi di riciclaggio: il sospetto era che potesse avere beneficiato di una «soffiata» sulle tabaccherie dei ticket a sei zeri grazie alla complicità di qualche dipendente infedele di Lottomatica, la concessionaria che distribuisce i tagliandi alle tabaccherie.

     

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    Ripensandoci, Ricardo allarga le braccia: «Tutta questa storia era più grande di me, quando ho letto il decreto di sequestro non capivo una sola parola. Ma in cuor mio sono sempre stato tranquillo perché non avevo fatto nulla di male. Da quando sono in Italia ho l'abitudine di acquistare interi pacchetti di "Gratta e Vinci". Sono la prova vivente che la fortuna esiste, basta crederci e insistere».

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