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    IL MEME CHE UCCIDE (UN MARCHIO) - È PARTITO COME UNO SCHERZO, MA L'ASSOCIAZIONE TRA CORONAVIRUS E BIRRA CORONA HA DANNEGGIATO DAVVERO L'AZIENDA, COSTRETTA A DIRAMARE UNA NOTA IN CUI SPIEGA CHE NON C'È LEGAME TRA LA ''CERVEZA'' E LA POLMONITE CINESE. LA CONSTELLATION BRANDS INC HA PERSO L’8% ALLA BORSA DI NEW YORK IN QUESTA SETTIMANA

     

     


     
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    Biagio Simonetta per ''Il Sole 24 Ore''

     

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    Era solo uno scherzo. L’ennesimo tentativo della Rete di prendersi un po’ in giro. Ora, invece, si sta trasformando in un problema vero. L’associazione fra il Coronavirus e la birra Corona, che sui social network ha dato sfogo all’inventiva simpatica di migliaia di utenti, sta avendo ricadute concrete (quindi economiche) sul marchio. Con tanto di perdite sui listini, alla borsa di New York. Ma andiamo con ordine.

     

    Da quando il Coronavirus è diventato argomento di massa, in Rete sono comparsi decine e decine di meme che lo hanno associato alla birra Corona. Foto per lo più bizzarre, che mettono in correlazione due temi in stretta antitesi: le preoccupazioni per un virus più o meno sconosciuto, e la goliardia di una bevuta.

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    L’unica cosa in comune sta nel nome: Corona, appunto. Che i virus e la birra non abbiano alcuna relazione è quanto mai chiaro. E sarebbe inutile anche ribadirlo, se non fosse per le ricadute registrate dal sito YouGov, che dimostrano come la birra messicana abbia finito per essere vittima di questa esilarante associazione. Perché nonostante possa sembrare assurdo, qualcuno può averci creduto. E tutto il contesto sta remando contro.

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    Su Google, le ricerche su “Coronavirus birra Corona” o “Virus Birra Corona” si sono moltiplicate. Tanto che l’azienda, nei giorni scorsi, è stata costretta a diramare una nota nella quale ha spiegato che non c’è alcun legame fra la birra e la polmonite cinese.

     

    Il punteggio relativo al marchio Corona, secondo l’indagine di YouGov, è sceso da 75 punti a 51 in queste ultime settimane. Il trend tiene conto delle informazioni positive e negative che circolano, negli Stati Uniti, su un particolare brand. Il mercato statunitense è molto importante, per la birra Corona (è la terza più consumata, dopo la Guinness e la Heineken). Sempre secondo YouGov, oggi l’intenzione di acquisto è al minimo da due anni. Ma è pur vero che si tratta di una birra molto legata all’estate, alle serate in spiaggia, dunque abbastanza soggetta alla stagionalità.

     

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    Ad ogni modo, la Constellation Brands Inc (l’azienda che produce la birra messicana nei 50 stati che compongono la federazione americana) ha perso l’8% alla borsa di New York in questa settimana, come fa notare Bloomberg. Una storia ai limiti del grottesco. Una storia che racconta come il limite fra prudenza e psicosi, in questi giorni, è costituito da una linea sottilissima.

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