DAGOREPORT
LA PARTITA CON LA GIUSTIZIA SPORTIVA
Guglielmo Buccheri per “la Stampa”
paratici agnelli foto mezzelani gmt 191
La partita della giustizia sportiva con la Juve al centro del campo si è chiusa 0-0 lo scorso maggio: plusvalenze impossibili da valutare in modo oggettivo, il verdetto sia in primo grado sia in appello delle corti federali, e non solo per il tema bianconero. Di partita, però, se ne è aperta un'altra, dentro al fascicolo del procuratore della Federcalcio Chinè e con le carte della manovra stipendi in attesa di essere lette e tradotte in qualcosa che possa, nell'eventualità, diventare terreno di riflessione e azione.
CHERUBINI NEDVED PARATICI
La Juve non ha dubbi: "in assenza di alcuna alterazione contabile, ogni sanzione sportiva risulterebbe del tutto infondata", si legge in calce alla nota della società. Sarà così? Il risultato della seconda sfida nel campo della giurisdizione della Figc è ancora tutto da scrivere e lo sarà non prima della prossima primavera perché anche la giustizia sportiva si è dotata di un cammino simile a quello della giustizia ordinaria in fatto di fase inquirente: indagine e, poi, nel caso, capo di imputazione ben definito nel momento della richiesta di processo davanti alle toghe del pallone. Tradotto: per arrivare al traguardo, archiviazione o passo successivo, ci vorranno tre, quattro mesi almeno.
ANDREA AGNELLI E JOHN ELKANN
Già sottolineato come non sia possibile giudicare due volte per lo stesso motivo qualsiasi soggetto, la manovra stipendi resta l'unica ancora aperta. Quale, eventuale, sanzione rischierebbe la Juventus se dovesse finire sotto giudizio della corte Figc? Il punto di partenza per graduare le possibili pene ruota attorno agli effetti contabili che avrebbe avuto la correzione dei bilanci con la già citata più volte manovra stipendi 2020 e 2021: non rilevanti sul patrimonio netto della società e non rilevanti alla luce dei 700 milioni di aumento di capitale in tre anni.
Una volta usciti dalla prima curva, in scena entra l'articolo 31, quello sulle violazioni in materia contabile e gestionale, in particolar modo il comma 4 dove, in teoria, si può passare dall'ammenda ad uno, o più, punti di penalizzazione fermo restando il principio dell'afflittività delle sanzioni: se si dovesse arrivare ad una penalità dovrebbe comportare la perdita di un obiettivo raggiunto al termine di questa stagione. «Prima si fanno i processi, poi le possibili sentenze. No ai giudizi di piazza...», sottolinea il numero uno della Federcalcio Gabriele Gravina.
L'INCHIESTA SI ALLARGA AD ALTRI CLUB IN AFFARI CON I BIANCONERI
M. Ner. Per il “Corriere della Sera”
PARATICI CHERUBINI NEDVED
C'è un punto fermo nell'inchiesta sui conti della Juve, almeno secondo la tesi degli investigatori, coordinati dall'aggiunto Marco Gianoglio e dai pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello: tutti sapevano tutto, dal presidente Andrea Agnelli ai manager. Una convinzione nata setacciando documenti scoperti nelle perquisizioni, analizzando mail, ascoltando telefonate. Del resto, in una chiacchierata intercettata dai militari del nucleo di polizia economico finanziaria di Torino, l'allora capo dell'area tecnica così sintetizzava, in una battuta: «Erano tutti contenti quando Paratici veniva e portava plusvalenze». Un modo lecito di cui la Juve ha finito per abusare, se poi in maniera lecita o meno lo stabilirà un eventuale processo.
Agnelli Cherubini Paratici
Di certo, è un modus operandi utilizzato da altri club, tanto che i pm torinesi stanno valutando se e quali atti trasmettere ai colleghi di altre città. A breve formuleranno la richiesta di rinvio a giudizio per i vertici del club bianconero - mentre per alcuni ex sindaci e revisori c'è l'ipotesi di una richiesta di archiviazione - ma altre Procure potrebbero poi avviare a loro volta accertamenti: l'impressione è che si stia soppesando l'esistenza di reati, ma che quasi certamente siano configurabili violazioni del codice di giustizia sportiva. In ballo ci sono alcune società che, negli anni sotto inchiesta, hanno fatto affari con la Juve, a partire da Atalanta e Genoa.
fabio paratici foto mezzelani gmt 249
Nell'attesa, ieri con una lunga nota, il club bianconero ha sottolineato la propria posizione: «Le contestazioni della Procura non paiono fondate e non paiono, peraltro, né quanto a presupposti, né quanto a conclusioni, allineate con i rilievi contenuti nella delibera Consob del 19 ottobre 2022». Ovvero: «La Procura - sostiene la Juve - afferma l'artificialità di plusvalenze e la fittizietà delle rinunce stipendi, mentre Consob contesta un valore considerevolmente minore di plusvalenze, peraltro senza menzione di falso in bilancio, e non contesta l'efficacia giuridica delle rinunce stipendi, né, con specifico riguardo alla "manovra stipendi" 2020/2021, la natura giuridicamente non-vincolante delle scritture integrative in corso di negoziazione nell'aprile/maggio 2021».
fabio paratici foto mezzelani gmt 248
La società interviene anche sull'eventuale procedimento sportivo: «Juventus confida che, proprio in ragione della ritenuta assenza di qualsivoglia alterazione dei bilanci contestati, le conclusioni delle autorità sportive (che già si sono espresse, con riguardo al tema plusvalenze, in senso favorevole ai bianconeri) non cambieranno: in assenza di alcuna alterazione contabile, ogni sanzione sportiva risulterebbe del tutto infondata». Ma secondo la tesi dei pm, dal tenore di alcune mail su «debiti residui» con altri club ed agenti e le mensilità posticipate ai giocatori, il club potrebbe avere debiti fuori bilancio per circa 70 milioni di euro.
paratici nedved agnelli fabio paratici andrea agnelli foto mezzelani gmt 257 andrea agnelli fabio paratici foto mezzelani gmt 254 agnelli paratici e nedved