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    KIMI, CHI TI HA DATO LA PATENTE? ERRORI E TROPPE DISTRAZIONI: LA FERRARI SI E’ ROTTA DI KIMI RAIKKONEN - IL RINNOVO DEL FINLANDESE È IN BILICO: PER IL 2016 SI PENSA A BOTTAS


     
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    RAIKKONEN RAIKKONEN

    Stefano Mancini per “la Stampa”

     

    La Ferrari ha provato con il bastone e la carota, ma il problema di Kimi Raikkonen non è caratteriale: è strutturale. In Formula 1 non basta più un istinto naturale per la velocità come forse poteva andare bene fino a un decennio fa.

     

    Oggi ai piloti, mentre viaggiano a 300 km l’ora, è richiesto di maneggiare un computer. La «tastiera» è sul volante, una quarantina di comandi tra pulsanti da pigiare, manettini da ruotare e levette da tirare o spingere in sequenze precise.
     

    Il testacoda a Montreal

    La verità l’ha svelata il dt James Allison alla vigilia del Gp del Canada: «Kimi è veloce, però ci sono piccole cose che lo distraggono. Dobbiamo risolvere ogni minimo errore di procedura in modo che possa concentrarsi solo sulla guida». Insomma, Raikkonen non riesce stare dietro alle «app» di una monoposto moderna. Domenica scorsa è uscito dai box dopo il cambio gomme e poche curve più in là è finito in testacoda come un principiante, unico tra i venti piloti in pista.

     

    RAIKKONEN TESTACODA RAIKKONEN TESTACODA

    Gli era successo tale e quale un anno fa, solo che allora era facile dare la colpa a una macchina inguidabile. «È successo qualcosa di strano all’acceleratore», si è giustificato lui. Una spiegazione verosimile, confermata dà un ex pilota di F1, Paul Di Resta:

     

    «Quando ti fermi per il pit stop, devi attivare la stessa modalità che si usa alla partenza: per un minuto e mezzo l’acceleratore ha una risposta diversa». Quindi Kimi ha capito che cosa è successo, ma omette un dettaglio: avrebbe dovuto saperlo e regolarsi di conseguenza, come hanno fatto i suoi colleghi.
     

    kimi raikkonen FERRARI kimi raikkonen FERRARI

    L’ira della Rossa

    A fine gara, Maurizio Arrivabene schiumava rabbia: «Se esprimessi le mie sensazioni direi tante parolacce. Abbiamo buttato via un podio». Aveva già sgridato il suo pilota due settimane fa a Montecarlo («Gli farò scrivere 100 volte “devo andare meglio in qualifica”») e ad aprile in Malesia («È importante che si concentri di più»). Inutile.

     

    Le sue gare migliori, Kimi le ha disputate a radio spenta. Celebre il suo «lasciami solo, so cosa fare» urlato all’ingegnere della Lotus. Era il 2013, la stagione prima che la F1 virasse sui motori ibridi con le loro nuove complicazioni. Non è un caso che la crisi del 35enne Raikkonen sia cominciata proprio lo scorso anno. L’anagrafe conta fino a un certo punto: a 35 anni Schumacher ha vinto l’ultimo mondiale e a 37 ne ha perso uno all’ultima gara. Per Kimi è più una questione di obsolescenza. 

    Scadenza di contratto

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    A fine anno gli scade il contratto e non si parla di rinnovo, come ha confermato in Canada Sergio Marchionne al suo debutto ai box da presidente della Ferrari. Insistere con la mozione degli affetti (Raikkonen è l’ultimo campione del mondo della Ferrari) o cercare un nuovo pilota? A Maranello hanno cominciato a guardarsi intorno senza trovare soluzioni semplici.

     

    BOTTAS BOTTAS

    Piace Valtteri Bottas, il finlandese 2.0 gestito dal team principal della Mercedes Toto Wolff. Un altro talento naturale è Daniel Ricciardo, che si è offerto alla Ferrari, però ha due difetti: è considerato incedibile dalla Red Bull e potrebbe disturbare Vettel. Terza possibilità: Nico Hulkenberg. Era uno degli ipotetici sostituti di Massa, un nome poco affascinante: ma riuscirebbe a fare peggio di Kimi?
    www.lastampa.it/mancini

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