Estratto dell'articolo di Fulvia Caprara per “la Stampa”
ferzan ozpetek
Mai così diretto e libero, mai così esplicito e personale. Per Ferzan Ozpetek è arrivata l'ora delle memorie e delle confessioni, come se, al traguardo del quattordicesimo film, avesse deciso di squarciare il velo delle allusioni, di rinunciare al contorno rassicurante della tribù di amici, di mettere a nudo, senza ellissi, corpi, sentimenti, amplessi, per ribadire che la vita scelta e vissuta è alla fine migliore di quella che avrebbe potuto vivere […]
nuovo olimpo 4
La ronda amorosa di Nuovo Olimpo scatta grazie a un incontro degli Anni '70, nella Roma appena scoperta da un giovane regista nato in Turchia (che oggi ci tiene a dirsi italiano), in un piccolo cinema frequentato da omossessuali: «Volevo raccontare questa vicenda nell'Italia che ho scelto e che ho amato e dove ho vissuto i miei anni più belli, un'Italia che non c'è più. E poi descrivere i miei amori, la passione per il cinema, tutto in una chiave autobiografica».
nuovo olimpo 2
Tra i due ragazzi, Enea (Damiano Gavino) e Pietro (Andrea Di Luigi), […] l'attrazione intensa, totalizzante, è destinata a spegnersi in una trappola di coincidenze, una manifestazione di protesta, un appuntamento mancato, ed ecco dividersi strade che sembravano intrecciate: «Non ho rimpianti – dice il regista, parlando di suo marito, Simone Pontesilli –.
FERZAN OZPETEK E SIMONE PONTESILLI 2
Se quella vicenda fosse andata avanti non l'avrei conosciuto. Da 23 anni Simone è mio fratello, mia madre, mio figlio, il mio complice, il mio amante, l'uomo con cui spero di arrivare alla fine dei miei giorni. Meno male che è andata così, nella memoria una parentesi perfetta resta bellissima per sempre, mi piacciono il corteggiamento e le atmosfere sospese, se vai a concludere certe volte non resta nulla. Tutti noi, specialmente se facciamo un lavoro creativo, abbiamo bisogno di avere accanto una persona che riesca a restare nell'ombra, che non si senta protagonista».
nuovo olimpo 3
La capitale turbolenta, alla metà degli Anni '70, è molto lontana da quella di oggi: «Il '68 era ancora vicino, c'era una grande sete di conoscenza, una voglia vera di incontrarsi. Eravamo tutti agguerriti, bastava andare a piazza Navona e fare esperienze. La sessualità era molto più libera, oggi, forse anche a causa di Internet, i rapporti sono cambiati. Allora si poteva uscire con gente nuova, andare a cena, fare l'amore, o stringere amicizie con la stessa, identica, facilità».
intervento di ferzan ozpetek
Divieti e timori del diverso erano stati appena spazzati via dall'onda della contestazione: «Oggi c'è un problema di identità ovunque, non solo in Italia. Il panico viene dal terrore di perderla[…] Bisogna essere aperti mentalmente, senza perdere le proprie caratteristiche. Il mondo che vorrei è senza etichette, un mondo dove non ci sono più locali gay e locali etero, ma solo locali».
nuovo olimpo 1
Anche la questione migranti, riflette Ozpetek, va guardata con una prospettiva diversa: «Tra qualche anno saremo noi ad avere bisogno di loro, anzi, li andremo a prendere perché saremo diventati un Paese di vecchi e da soli non potremo farcela». […]
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