Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”
confronto enrico letta giorgia meloni corriere
Un'ora e mezza di botta e risposta - con regole ferree, due minuti e mezzo ciascuno per le domande uguali per entrambi, un minuto e mezzo per quelle calibrate su ciascuno, tre possibilità di replica a richiesta - e alla fine dal lungo faccia a faccia tra Giorgia Meloni ed Enrico Letta emergono due visioni d'Italia, profondamente diverse, contrapposte, ma non ostili: «Siamo a un bivio, come fu con la Brexit», sintetizza il segretario del Pd, aggiungendo in pieno accordo con l'avversaria che comunque ci si può battere anche mantenendo fair play e, sottolinea la leader di Fratelli d'Italia, continuando a parlarsi dal giorno dopo il voto, come «si fa nelle democrazie mature».
giorgia meloni durante il confronto con letta
Dalla guerra in Ucraina al rapporto con l'Europa, dal Pnrr alle politiche fiscali e del lavoro, dal caro bollette allo scostamento di bilancio, dall'immigrazione ai diritti civili (con uno dei momenti più animati proprio sulla famiglia e sulle adozioni omogenitoriali), dalle alleanze alle riforme, intervistati dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana Meloni e Letta hanno illustrato le rispettive posizioni e contrastato quelle dell'avversario su tutto, nell'unico confronto tra i front runner delle due principali coalizioni che segnerà questa bollente campagna elettorale.
Guerra in Ucraina: in entrambe le coalizioni ci sono forti critiche al sostegno militare a Kiev e dubbi sulle sanzioni.
letta meloni confronto corriere
Letta: «Il 24 febbraio, quando quella mattina ci siamo svegliati, la nostra decisione è stata immediata: una manifestazione davanti all'ambasciata russa. Le misure stanno funzionando: anche se hanno ripercussioni sulla nostra economia, le sanzioni sono però l'unico modo con cui abbiamo la possibilità di fermare la Russia oggi. Noi siamo tenacemente a favore della resistenza ucraina».
Meloni: «Fin dall'inizio non abbiamo mostrato alcuna titubanza. E non c'è dubbio che le cose resterebbero così anche con un governo di centrodestra. Ma l'Italia deve stare a testa alta in Europa e nella Nato».
Come si tutelano gli interessi nazionali in Europa?
Meloni: «La nostra posizione è il principio di sussidarietà. Vogliamo un'Europa in cui anche l'Italia possa difendere i propri interessi. Va riequilibrato l'asse nella Ue tra Parigi e Berlino. Ad esempio, le sanzioni impattano più su alcuni Paesi che su altri e noi chiediamo un fondo di compensazione per aiutare le nazioni più esposte».
CONFRONTO LETTA MELONI
Letta: «Il motivo per cui l'Europa non funziona è perché i conservatori e alcuni Paesi non vogliono che si decida a maggioranza. Bisogna togliere il diritto di veto che piace ad esempio a Ungheria e Polonia e spesso viene utilizzato contro l'Italia. Si sono opposti al Next Generation Eu che ha poi portato al Pnrr.
Non vogliamo un'Italia che mette veti, ma un'Italia che conta. E le posizioni di Salvini e Berlusconi di vicinanza a Putin sono un problema: si mette a rischio la nostra credibilità a Bruxelles».
Meloni: «Letta non ha posto le stesse obiezioni a SI e Verdi: nel nostro programma ci sono scritte parole molto chiare, quelle contano».
Letta: «Con SI e Verdi abbiamo un accordo elettorale per difendere la Costituzione, ma non governeremo insieme».
enrico letta durante il confronto con la meloni
Pnrr: quanto ci si può spingere nella revisione? C'è il rischio che salti tutto?
Letta: «Se rinegoziamo i fondi europei del Pnrr il messaggio è che siamo inaffidabili e io sono contro questa idea di un'Italia inaffidabile. Fratelli d'Italia non è mai stata a favore, nei passaggi formali, del Next Generation Eu».
Meloni: «Anche il Portogallo ha chiesto la revisione, e Gentiloni ha detto "benissimo". Non eravamo contro Next Generation ma contro il Mes. E se ci siamo astenuti è perché ci è stato consegnato in Parlamento il testo solo un'ora prima del voto. I soldi del Pnrr sono, per una parte, presi a debito. Quando abbiamo chiesto a che tasso di interesse fossero concessi Gentiloni non ce l'ha detto».
Caro bollette, che misure prendere?
MATTEO RENZI - ENRICO LETTA
Meloni: «Si può partite dal disaccoppiamento del costo del gas e di quello dell'energia. Lo scostamento di bilancio è solo l'extrema ratio».
Letta: «D'acccordo sul disaccoppiamento ma serve anche entrare in una fase di prezzi amministrati: quando il mercato non funziona e arriva il meteorite bisogna intervenire».
I partiti stanno facendo tante promesse elettorali, che costano decine di miliardi.
C'è il rischio di una crisi ulteriore del debito?
Letta: «Noi abbiamo fatto un'unica proposta di riduzione fiscale, delle tasse sul lavoro per avere a fine anno una quattordicesima».
Meloni: «I nostri programmi sono fattibili: proponiamo un taglio delle tasse con una flat tax incrementale. Favorevoli al taglio del cuneo fiscale.
Non ci sono condoni nel nostro programma».
Stipendi bassi e contratti precari: le risposte sono reddito di cittadinanza e salario minimo?
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Letta: «Proponiamo un contratto di primo impiego, l'eliminazione degli stage gratuiti. Il reddito di cittadinanza deve restare come sostegno alla povertà ma affiancato da un cambiamento sulle politiche attive».
Meloni: «Il reddito di cittadinanza? Quello che sogno e voglio costruire è uno strumento di sostegno per chi non è in condizione di lavorare. Il salario minimo non è la risposta, proponiamo una super deduzione del 120% per le aziende che assumono, sulla base del principio che più assumi e meno paghi».
Immigrazione: come si controllano i flussi?
Meloni: «I governi passati non hanno bloccato gli irregolari né permesso che entrassero i regolari. Serve una missione europea per trattare con i governi nordafricani per impedire le partenze dei barconi e per aprire in Africa degli hotspot per la gestione dei migranti».
SALVINI MELONI BERLUSCONI 66
Letta: «Vedo che finalmente non si è utilizzata la formula del blocco navale. È talmente evidente che è inapplicabile e chi aspira al governo di un grande Paese europeo non può dire cose del genere. Serve integrazione, ius scholae e riapertura del decreto flussi, ma Orbán e Polonia col veto hanno sempre bloccato le politiche comunitarie in materia».
Meloni: «Macron blocca le sue frontiere, la Polonia si sta facendo carico dei profughi ucraini».
Riforme: servono presidenzialismo e autonomia regionale?
Meloni: «Io punto a un sistema stabile per 5 anni che leghi il cittadino all'eletto.
confronto enrico letta giorgia meloni
Non mi stupisce che chi è stato al governo senza vincere le elezioni da 10 anni osteggi questa proposta. Ho ipotizzato il semipresidenzialismo alla francese che era la proposta di D'Alema».
Letta: «Non serve un cambiamento di sistema per far funzionare il Paese, con Draghi e l'attuale sistema il governo ha funzionato benissimo».
Meloni: «Con Draghi Parlamento esautorato».
Domanda a Letta: state evocando il «mostro» Meloni nella vostra campagna elettorale?
BERLUSCONI SALVINI MELONI - MEME
«Veramente c'è un Paese intero che sta accompagnando Meloni, dov' è che staremmo creando mostri? In realtà siamo a un bivio, a un referendum come fu quello tra Brexit e permanenza nella Ue. Noi stiamo facendo la campagna elettorale sulle cose. I toni nostri sono assolutamente lineari, sono anzi accusato di essere troppo fair ».
Domanda a Meloni: si teme che con voi si vada ad un'Italia sul modello Orbán. Ma per lei cosa vuol dire essere conservatori oggi?
«Ma Orbán stava nel Ppe, semmai si può dire che governa con loro... Piuttosto c'è da chiedersi il perché di questo attacco continuo alle nazioni dell'Est: è un gravissimo errore creare nazioni di serie A e nazioni di serie B». Poi su Dio, patria e famiglia: «Non c'è nulla di antimoderno. Io mi considero una conservatrice e non credo che un motto mazziniano come "Dio, patria e famiglia" vada a cozzare con la modernità. Significa difendere una identità. La patria, la famiglia e anche l'identità religiosa sono fondamentali, pur credendo nel valore della laicità dello Stato».
nicola fratoianni enrico letta
Letta interviene: «Una vittoria della destra farebbe fare al Paese dei grandi passi indietro sui diritti civili. Emergono differenze radicali tra le nostre tesi come è chiaro anche da quello che stiamo dicendo. Da questo confronto escono due Italie tra le quali i cittadini dovranno scegliere. Andate a votare!».
Domanda a Letta: i rapporti interrotti con il M5S potranno riprendere durante la legislatura?
«Ci sono città in cui governiamo assieme. Ma quello che hanno fatto è stato irresponsabile. La crescita del M5S sta creando uno scenario interessante, soprattutto al Sud stanno togliendo voti alla destra.
Vedremo cosa succederà, noi facciamo la nostra corsa. La loro decisione di togliere la fiducia a Draghi non poteva non avere conseguenze».
enrico letta giorgia meloni luciano fontana
Domanda a Meloni: si può dire che un governo di centrodestra se vincerà le elezioni durerà, nonostante le differenze tra FdI, Lega e FI che hanno provocato screzi visibili in passato?
«Sì, certo, lo abbiamo già dimostrato, lo facciamo ottimamente a livello regionale e comunale. Stiamo insieme per scelta e non per necessità. Non diciamo, come fa la sinistra, votate per noi altrimenti c'è la destra. Noi possiamo raccontare una visione nostra».
Domanda a Meloni: quale è la sua posizioni sui diritti civili?
nicola fratoianni enrico letta
«In questa campagna elettorale ci sono state grandi fake news. Sulla 194: non abbiamo mai proposto di abolirla, nemmeno di modificarla, ma solo di applicarla garantendone la piena attuazione, ovvero il sostegno alle donne che scelgono di non interrompere la gravidanza.
Sui diritti degli omosessuali ci sono le unioni civili e vanno bene così. Non sono d'accordo con il diritto di adozione degli omosessuali perché a bambini che hanno già sofferto bisogna garantire il massimo, che per me è un padre, una madre, la stabilità della coppia».
Interviene Letta: «Per crescere un figlio serve l'amore».
Ribatte Meloni: «L'amore non c'entra niente, lo Stato non norma l'amore. Io sono cresciuta in una famiglia monogenitoriale e non è che mia madre non mi amasse».
Chiosa Letta: «Appunto, lo Stato non può normare l'amore. E non ho mai detto che tua madre non ti abbia amato».
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Domanda a Letta: si è pentito di aver lasciato Parigi per la politica? E se perdesse le elezioni, potrebbe tornare alla sua vita di prima?
«Io ho guidato per alcuni mesi il mio Paese, è stato un grande orgoglio e un onore, ma è una grande fortuna anche poter fare una campagna affascinante come questa in un grande partito di popolo.
Il nostro è l'unico partito che non ha un nome nel simbolo, perché è un'avventura collettiva».
enrico letta confronto giorgia meloni al corriere
Domanda a Meloni: è vero che lei sta diventando molto draghiana, dopo aver avuto posizioni come quelle del comizio di Vox?
«Io del comizio di Vox vorrei cancellare solo la voce che mi si alza quando sono stanca... Per il resto, è serio un Paese dove si può essere accusati insieme di essere fascisti e draghiani?».
E se dopo il voto non ci fosse una maggioranza netta, è da escludere che possa nascere un nuovo governo di larghe intese che veda assieme FdI e Pd?
Entrambi: «No!», lo dicono ridendo.
giorgia meloni confronto con enrico letta al corriere della sera2
Letta: «Sì, forse lo possiamo dire all'unisono. Non è possibile e penso che si sia capito che si possa fare una campagna elettorale sulle proprie idee e poi ognuno vincerà o perderà».
Meloni: «Sì lo escludiamo, è una democrazia sana quella in cui due persone che si combattono in una campagna elettorale poi non si trovino a far finta di niente il giorno dopo». In precedenza Meloni aveva assicurato che un governo di centrodestra, qualora l'esito elettorale fosse favorevole alla sua coalizione, sarebbe destinato a durare, nonostante le differenze tra i partiti.