1 – MELONI ATTACCA GLI ALLEATI “HANNO SCELTO LO SCONTRO”
Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “La Stampa”
Il primo vero incidente istituzionale con il Colle dell'era di Giorgia Meloni è un brutto colpo, ma non arriva all'improvviso. Secondo la premier lo scontro era evitabile, ma Lega e Forza Italia hanno rotto ogni possibilità di mediazione.
La presidente del Consiglio sapeva che la bomba balneari stava per esplodere. Ha provato a depotenziarla, a prendere tempo e a trattare con l'Unione europea senza fare troppo rumore. Le rivalità tra i partiti di maggioranza e le richieste massimaliste della categoria hanno vanificato il tentativo e l'arrivo della nota del Quirinale ha fatto precipitare la situazione.
concessioni balneari
Ora che le contraddizioni tra la retorica del partito di opposizione e le responsabilità di quello di governo sono diventate ingestibili si tenta di metterci una pezza, forse con un nuovo decreto, ma i tempi sono stretti.
Dietro a un richiamo pesante da digerire, ci sono, quindi, le rivalità interne alla maggioranza, con i ruoli invertiti rispetto al passato: Fratelli d'Italia chiede prudenza con l'Ue e il Quirinale, gli alleati salgono sulle barricate per difendere i titolari delle concessioni.
concessioni balneari
[…] La premier aveva avvisato gli alleati che non era il caso di tirare la corda sul tema delle concessioni delle spiagge. I fronti erano due: esterno, la Commissione europea, e interno, il Consiglio di Stato e il Quirinale. I tavoli negoziali a Bruxelles d'altronde sono molti e non era il caso di farli saltare in nome di una battaglia, che peraltro quasi tutti ritengono pressoché disperata. E ora la posizione italiana rischia di uscire indebolita.
RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI
La richiesta di moderazione era stata avanzata in due fasi: all'inizio del percorso in Senato del decreto Milleproroghe e la settimana scorsa a seguito della moral suasion del Quirinale. Il messaggio a Lega e Forza Italia, ma anche alle associazioni di categoria era stato: proroghiamo la delega del governo Draghi, ma non la scadenza delle concessioni. Un escamotage che doveva consentire a Raffaele Fitto di trattare condizioni migliori per la partecipazione degli attuali concessionari alle gare e anche ad evitare di sfidare apertamente il Quirinale.
fitto meloni
Ma la mediazione del ministro del Ministro degli Affari europei non è piaciuta alle categorie, anche per vecchi rancori dei tempi del Pdl. Fitto ha provato a spiegare agli imprenditori: le gare vanno fatte, è il principio cardine della direttiva Bolkestein (che l'Italia ha ratificato addirittura nel 2010), «chi vi dice il contrario non vi sta tutelando».
[…] La posizione realista di Fitto è stata respinta dai balneari (pure molto divisi al loro interno) che a quel punto, è la ricostruzione che si fa a Palazzo Chigi, hanno raccolto il sostegno strumentale di Lega e Forza Italia, sfociato nell'emendamento sul rinvio della data di inizio delle gare che Fitto e il ministro Luca Ciriani hanno cercato senza successo di stralciare.
DANIELA SANTANCHE A CORTINA
Meloni non ha gradito l'atteggiamento delle categorie («non si sono fidate di lei», dice una fonte di FdI) e questa distanza ora può favorire l'ala liberale del suo partito, capitanata dallo stesso Fitto, rispetto a quella più protezionista, della quale fa parte anche la ministra Daniela Santanché, ministra del Turismo e titolare di concessione.
La guerra interna alla maggioranza sui balneari d'altronde è figlia dei conflitti del passato. Quando al governo c'erano Forza Italia e Lega, Meloni gridava al tradimento per ogni apertura alla concorrenza. Il risultato di quelle campagne è stato che i balneari, così come i tassisti, hanno appoggiato in massa FdI alle elezioni. Migliaia di voti sottratti agli alleati, i quali hanno aspettato Meloni al varco. La vendetta si è consumata sulle spiagge.
2 – LO STOP DI MATTARELLA
Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “La Stampa”
sergio mattarella e giorgia meloni alla scuola nazionale dell amministrazione
Le nuove norme sui balneari «sollevano specifiche e rilevanti perplessità» e per questo il Presidente avrebbe anche potuto rinviare l'intero Milleproroghe alle Camere, evocando l'articolo 74 della Costituzione, ma ha deciso di soprassedere per evitare la decadenza «con effetti retroattivi, in molti casi in maniera irreversibile, di tutte le numerose altre disposizioni che il decreto-legge contiene», cosa che avrebbe determinando «incertezza e disorientamento nelle pubbliche amministrazioni e nei destinatari delle norme».
In ballo, tra gli oltre 350 commi inseriti nel maxi-decreto, ci sono infatti misure come la proroga dello smart working, dei dehors e delle ricette elettroniche, moltissime assunzioni nella pubblica amministrazione allungando i tempi dei concorsi e le agevolazioni sulla prima casa, e così ieri Sergio Mattarella ha sì controfirmato la legge approvata in via definitiva giovedì dalla Camera ma ha accompagnato la sua promulgazione con una lettera ai presidenti di Camera e Senato ed al presidente del Consiglio dei ministri in cui esprime le sue riserve, sia sul metodo che sul merito di questo nuovo provvedimento.
meloni berlusconi salvini al quirinale
[…] Unica concessione a Giorgia Meloni l'annunciata volontà della premier di voler contrastare l'abuso della decretazione d'urgenza, scelta che il capo dello Stato loda esortando alla «piena collaborazione istituzionale» ed invitando «tutte le forze politiche a valutarla con senso di responsabilità».
[…] Nel merito il Capo dello Stato esprime molte critiche alle nuove norme sulle concessioni demaniali, segnalando «evidenti profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali definitive», tali da «accrescere l'incertezza del quadro normativo». Per questo, a suo parere, «si rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e Parlamento», in maniera tale da «assicurare l'applicazione delle regole della concorrenza e la tutela dei diritti di tutti gli imprenditori coinvolti, in conformità con il diritto dell'Unione, garantire la certezza del diritto e l'uniforme applicazione della legge nei confronti dei soggetti pubblici e privati che operano in tale ambito».
DANIELA SANTANCHE'
Il rinvio al 2024 della messa gara delle concessioni deciso dal centrodestra non è infatti accettabile. Secondo Mattarella in questo modo si contravviene all'impegno preso dall'Italia col Pnrr sull'apertura al mercato e, soprattutto, che si interviene in una materia «da tempo all'attenzione della Corte di giustizia europea, che ha ritenuto incompatibile col diritto europeo la proroga delle concessioni demaniali marittime disposta per legge, in assenza di qualsiasi procedura di selezione tra i potenziali candidati».
[…] Un ultimo rilevo riguarda assunzioni e promozioni per un totale di 3.000 unità legate al potenziamento dei ruoli direttivi di Polizia e Finanza previsti dall'articolo 1 bis del decreto. La copertura finanziaria in proiezione temporale dei sei commi in questione è infatti «insufficiente» e per questo «al fine di assicurare il pieno rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, dovrà essere integrata con il primo provvedimento legislativo utile».
silvio berlusconi matteo salvini giorgia meloni al quirinale sergio mattarella giorgia meloni meloni salvini berlusconi al quirinale daniela santanche