Edoardo Sassi per il “Corriere della Sera - ed. Roma”
cappella cornaro 17
Sette mesi di lavori, preceduti da una lunga fase di studio, e centomila euro di fondi della Soprintendenza Speciale di Roma per riportare a miglior luce uno dei capolavori del Barocco, la Cappella Cornaro nella chiesa di Santa Maria della Vittoria, «involucro» che accoglie al suo interno il celebre gruppo marmoreo raffigurante l'Estasi di Santa Teresa di Gian Lorenzo Bernini, autore del capolavoro tanto quanto dell'intera cappella che nè è il complemento.
estasi di santa teresa d avila bernini
Mirabile sintesi secondo il dettato berniniano del bel composto la Cornaro - realizzata tra 1647 e 1653 su committenza del cardinale veneziano Federico Cornaro - è infatti il risultato di una perfetta integrazione tra scultura, pittura, stuccatura, architettura, ottica.
Un insieme che il genio Bernini - il quale che definì la cappella la sua opera «men cattiva» - plasmò con un gruppo di fedelissimi. Il restauro - appena concluso e anticipato in un ampio servizio dal settimanale «la Lettura» del Corriere della Sera - è il primo condotto sull'intera superficie del complesso berniniano, fatta eccezione proprio per il gruppo marmoreo con la Santa e l'angelo, già restaurato nel 2015.
GIAN LORENZO BERNINI 2
Un intervento «integrale», di tipo conservativo, reso necessario - nonostante restauri su singole porzioni effettuati fino agli anni Novanta - a causa soprattutto dello smog accumulato in questo edificio che si trova su uno degli assi più trafficati del centro di Roma (ma fuori dalla ztl), con tanto di semaforo a pochi metri.
I lavori - diretti da Mariella Nuzzo, eseguiti dalla ditta Giuseppe Mantella Restauri e supervisionati dalla soprintendente Daniela Porro - hanno riguardato in particolare la raffigurazione dell'Empireo nella volta dipinta da Guido Ubaldo Abbatini;
la parte alta della cappella cornaro
e quattro Scene a rilievo in stucco raffiguranti episodi della vita di Teresa, forse modellate da Marcantonio Inverno; il ripristino dell'originale oculo che dall'alto bagna di luce la nicchia a tabernacolo con la statua (il cui vetro era rimasto danneggiato durante un potente acquazzone); i pregiati marmi dei palchetti dai quali membri della famiglia Cornaro assistono all'evento mistico come a una rappresentazione teatrale; fino agli straordinari putti, agli angeli festanti dell'arcone e al cartiglio, ora leggibile, con l'iscrizione Nisi coelum creassem, ob te solam crearem (Se non avessi creato il cielo, lo creerei solo per te), parole udite da Teresa durante la transverberazione.
cappella cornaro 17
Eliminato lo smog, le ridipinture e perfino tracce di un incendio del XIX secolo, sono così riemersi i colori, le velature e le dorature originali, grazie a un intervento giudicato «improrogabile» dagli studiosi e che ha ridato leggibilità a un capolavoro universale.
chiesa di santa maria della vittoria roma
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