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    EUGENIO FINARDI, CHE HA AVUTO UN MALORE ALL’AEROPORTO DI LINATE, E’ STATO SALVATO DALLO SMARTWATCH CHE HA SEGNALATO LA FIBRILLAZIONE ATRIALE - UN MALORE SIMILE GLI ERA GIÀ CAPITATO NEL 2013: “NON È COSÌ INSOLITO PER UN SETTANTENNE AVERE EPISODI DI QUESTO TIPO. ALLORA IL PROBLEMA ERA LEGATO ALLA TIROIDE, MA SI ERA POI RISOLTO. SE IL MIO CUORE FOSSE UN BATTERISTA LO AVREI GIÀ LICENZIATO. NON SI PUÒ SBAGLIARE IL RITMO COSÌ…”


     
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    Laura Zangarini per il “Corriere della Sera”

     

    EUGENIO FINARDI EUGENIO FINARDI

    Nel 1993 Massimo Lopez, condannato a morte, davanti al plotone di esecuzione esprimeva un ultimo desiderio: fare una telefonata. Uno spot culto di Armando Testa per l'allora Sip che si concludeva con la frase diventata poi un tormentone: «Una telefonata allunga la vita». Quasi trent' anni dopo, ad allungare la vita, quando non a salvarla, può essere uno smartwatch.

     

    Lo ha rivelato in un lungo post pubblicato nella tarda serata di giovedì scorso sul suo profilo Facebook, Eugenio Finardi, cantautore e musicista, 69 anni, autore di canzoni iconiche del rock italiano come «La radio» (1976), «Musica ribelle» (1976), «Extraterrestre» (1978). «Ero a Linate in coda per l'imbarco del volo AZ1643 per Brindisi - racconta l'artista -, quando, improvvisamente, il cuore ha cominciato a battere forsennatamente, il sudore a colare e la testa a girare.

     

    Il mio iPhone segnalava una fibrillazione atriale», un'alterazione del ritmo cardiaco in cui gli atri del cuore battono in modo irregolare e a tratti rapidamente. «Mi hanno portato in affanno al Centro Medico dell'aeroporto e poi in ambulanza al Centro Cardiologico Monzino, dove si sono presi cura di me in maniera eccellente e cortese. La cardioversione farmacologica (la regolarizzazione del ritmo cardiaco attraverso la somministrazione di farmaci anti-aritmici per via endovenosa ndr ) è andata bene e ora sono a casa. Frastornato ma a posto. Venerdì visite e controlli...».

    EUGENIO FINARDI EUGENIO FINARDI

     

     Il cantante si trovava nello scalo milanese in attesa di partire per la Puglia, dove aveva in programma due tappe del suo tour «Euphonia», cominciato nell'agosto scorso. Finardi avrebbe dovuto esibirsi a Brindisi, al Teatro Verdi, giovedì, e al Palazzo Roma di Ostuni il giorno dopo. Due date che sono state ovviamente rimandate e che verranno riprogrammate.

     

    «I prossimi concerti sono comunque confermati - precisa, raggiunto al telefono, il rocker -. Sto bene, non sono particolarmente allegro perché ho perso due live ai quali tenevo molto. All'aeroporto c'è sempre un po' di confusione, i controlli sono lunghi e stressanti. Non sentendomi bene ho chiesto aiuto a un dipendente, che ha prontamente chiamato i soccorsi». Ricoverato al Monzino di Milano («Un centro di assoluta eccellenza»), Finardi è stato immediatamente sottoposto ad accertamenti.

    EUGENIO FINARDI EUGENIO FINARDI

     

    «Sono stati tutti gentilissimi - afferma -, anzi colgo l'occasione per ringraziare tutti, medici e infermieri. Non sarei in grado di riconoscerli perché stavo male. Mi ha colpito la competenza, la dedizione con cui mi hanno assistito. Non mi sono solo sentito curato ma anche accudito».

     

    Un malore simile a quello che ha avuto giovedì, al cantante era già capitato nel 2013: «Non è così insolito per un settantenne avere episodi di questo tipo - scherza -, allora il problema era legato alla tiroide, ma si era poi risolto». Il musicista ha poi voluto rinnovare le sue scuse, come già aveva fatto sui social, «al pubblico di Brindisi e Ostuni. L'appuntamento è solo rimandato di un po', ci rifaremo presto». E ridendo trova anche lo spirito per fare una battuta: «Se il mio cuore fosse un batterista lo avrei già licenziato. Non si può sbagliare il ritmo così».

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