domenico agasso jr per La Stampa
papa francesco
Papa Francesco non gira attorno ai problemi e lancia appelli diretti e netti. A maggior ragione in giorni drammatici di pandemia che ha messo in ginocchio il Pianeta. Oggi, in questa Pasqua 2020 tra «solitudine, lutti, disagi, problemi economici», il Pontefice all’Urbi et Orbi si rivolge soprattutto all’Europa: «Dopo la Seconda Guerra Mondiale, è potuta risorgere grazie a un concreto spirito di solidarietà. È quanto mai urgente che le rivalità non riprendano vigore, ma che tutti si riconoscano parte di un’unica famiglia e si sostengano a vicenda».
Oggi l’Unione «ha di fronte a sé una sfida epocale, dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello del mondo intero». Servono «soluzioni innovative». Il mondo è oppresso dalla pandemia, «serve il contagio della speranza», afferma Bergoglio. Questo non è il tempo «di interessi particolari, indifferenza, egoismo, divisione e dimenticanza».
papa francesco
Prima, il Vescovo di Roma ha presieduto, all’«Altare della Cattedra» nella basilica di San Pietro deserta, la solenne Celebrazione della Messa del giorno di Pasqua. Durante la Funzione, per l’emergenza sanitaria in atto, è stato omesso il rito del Resurrexit che rammenta lo stupore di san Pietro nel vedere il sepolcro vuoto di Gesù e l’attestazione degli Apostoli che il Figlio di Dio è veramente risorto.
Dopo la Messa, dai cancelli della «Confessione» della Basilica vaticana, Bergoglio rivolge ai fedeli che lo ascoltano attraverso la radio e la tv il messaggio pasquale. Quindi, dopo l’annuncio della concessione dell’indulgenza dato dal cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica, il Papa impartisce la Benedizione Urbi et Orbi, «Alla città (di Roma) e al mondo».
«Oggi riecheggia l’annuncio della Chiesa: “Gesù Cristo è risorto!” – “È veramente risorto!”», esordisce il Papa.
papa francesco
Come una «fiamma nuova questa Buona Notizia si è accesa nella notte: la notte di un mondo già alle prese con sfide epocali ed ora oppresso dalla pandemia, che mette a dura prova la nostra grande famiglia umana».
In questa notte è risuonata «la voce della Chiesa: “Cristo, mia speranza, è risorto!”». Francesco lo definisce «un altro “contagio”, che si trasmette da cuore a cuore – perché ogni cuore umano attende questa Buona Notizia. È il contagio della speranza: “Cristo, mia speranza, è risorto!”». Ma non si tratta di una formula magica, «che faccia svanire i problemi. No, la risurrezione di Cristo non è questo». È invece la vittoria «dell’amore sulla radice del male, una vittoria che non “scavalca” la sofferenza e la morte, ma le attraversa aprendo una strada nell’abisso, trasformando il male in bene: marchio esclusivo del potere di Dio».
papa francesco europa
Il pensiero del Pontefice oggi va «soprattutto a quanti sono stati colpiti direttamente dal coronavirus: ai malati, a coloro che sono morti e ai familiari che piangono per la scomparsa dei loro cari, ai quali a volte non sono riusciti a dare neanche l’estremo saluto». Invoca Francesco: «Il Signore della vita accolga con sé nel suo regno i defunti e doni conforto e speranza a chi è ancora nella prova, specialmente agli anziani e alle persone sole».
angela merkel con papa francesco bergoglio
Dio non faccia mancare «la sua consolazione e gli aiuti necessari a chi si trova in condizioni di particolare vulnerabilità, come chi lavora nelle case di cura, o vive nelle caserme e nelle carceri». Per molti è una Pasqua di solitudine, «vissuta tra i lutti e i tanti disagi che la pandemia sta provocando, dalle sofferenze fisiche ai problemi economici».
angela merkel con papa francesco bergoglio
Questo morbo non «ci ha privato solo degli affetti, ma anche della possibilità di attingere di persona alla consolazione che sgorga dai Sacramenti, specialmente dell’Eucaristia e della Riconciliazione». In molti Paesi non è stato possibile «accostarsi ad essi - ricorda il Papa - ma il Signore non ci ha lasciati soli! Rimanendo uniti nella preghiera, siamo certi che Egli ha posto su di noi la sua mano, ripetendoci con forza: non temere, “sono risorto e sono sempre con te”!».
PAPA FRANCESCO A SAN MARCELLO AL CORSO
Francesco chiede a Gesù, «nostra Pasqua», che dia forza e speranza «ai medici e agli infermieri, che ovunque offrono una testimonianza di cura e amore al prossimo fino allo stremo delle forze e non di rado al sacrificio della propria salute». A loro, come pure a chi lavora «assiduamente per garantire i servizi essenziali necessari alla convivenza civile, alle forze dell’ordine e ai militari che in molti Paesi hanno contribuito ad alleviare le difficoltà e le sofferenze della popolazione, va il nostro pensiero affettuoso con la nostra gratitudine».
bergoglio
In queste settimane, la vita di milioni di persone è «cambiata all’improvviso», osserva. Per molti, rimanere a casa è stata un’occasione «per riflettere, per fermare i frenetici ritmi della vita, per stare con i propri cari e godere della loro compagnia». Per tanti però è «anche un tempo di preoccupazione per l’avvenire che si presenta incerto, per il lavoro che si rischia di perdere e per le altre conseguenze che l’attuale crisi porta con sé».
Francesco incoraggia «quanti hanno responsabilità politiche ad adoperarsi attivamente in favore del bene comune dei cittadini, fornendo i mezzi e gli strumenti necessari per consentire a tutti di condurre una vita dignitosa e favorire, quando le circostanze lo permetteranno, la ripresa delle consuete attività quotidiane».
ATTENTI AL PAPA - MEME SULLO SCHIAFFO DI BERGOGLIO
A questo punto, papa Francesco esclama: «Non è questo il tempo dell’indifferenza, perché tutto il mondo sta soffrendo e deve ritrovarsi unito nell’affrontare la pandemia». Dunque Gesù «risorto doni speranza a tutti i poveri, a quanti vivono nelle periferie, ai profughi e ai senza tetto». Jorge Mario Bergoglio auspica che «non siano lasciati soli questi fratelli e sorelle più deboli, che popolano le città e le periferie di ogni parte del mondo. Non facciamo loro mancare i beni di prima necessità, più difficili da reperire ora che molte attività sono chiuse, come pure le medicine e, soprattutto, la possibilità di adeguata assistenza sanitaria».