1 - GAS IL RICATTO DELLO ZAR
Giuseppe Agliastro per “La Stampa”
TETTO LA QUALUNQUE - BY CARLI
Niente forniture energetiche a chi adotta il price cap: è questo il nuovo ricatto energetico lanciato da Vladimir Putin all'Europa. Mentre Ue e G7 discutono di un possibile tetto al prezzo degli idrocarburi - coi cui proventi Mosca finanzia anche l'atroce invasione dell'Ucraina - il presidente russo definisce il price cap «un trucco scorretto» e lancia un duro avvertimento: «La Russia - dice - non agirà contro il buonsenso, pagando di tasca propria per il benessere degli altri. Non forniremo energia a quegli Stati che impongono un tetto ai prezzi dell'energia».
Putin ancora una volta usa il gas come strumento di pressione politica. Si dice pronto a fornire energia all'Europa, ma alle sue condizioni. E così, dopo aver definito «un atto di terrorismo internazionale» i presunti sabotaggi che hanno danneggiato i gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 - dei quali non si sa ancora assolutamente chi siano i responsabili - e dopo aver dichiarato che i «beneficiari delle falle» ai metanodotti «sono gli Usa» e i Paesi con rotte di approvvigionamento alternative, afferma che «la palla è nel campo dell'Europa» e che Mosca è «pronta a cominciare le forniture» utilizzando le condutture non danneggiate.
NORD STREAM
«Mosca è pronta a fornire gas attraverso una linea del Nord Stream 2» non danneggiata, dice Putin al Russian Energy Week Forum. Ma il Nord Stream 2 - costruito sui fondali del Baltico - non è mai entrato in funzione: è stato infatti bloccato da Berlino dopo che Mosca ha riconosciuto le autoproclamate repubbliche separatiste del Donbass, cioè poco prima che Putin ordinasse alle sue truppe di invadere l'Ucraina. Putin cerca insomma di aggirare le restrizioni economiche imposte alla Russia per la guerra.
PUTIN E IL GAS - BY EDOARDOBARALDI
«Nice try», "bel tentativo", è stato l'ironico commento della portavoce del governo tedesco, Christiane Hoffmann, che ha poi definito la Russia «un fornitore non più affidabile» e ha ricordato che i rubinetti del Nord Stream 1 erano stati chiusi da Mosca già ad agosto, quindi ben prima delle recenti falle.
La Russia ha giustificato quella mossa parlando di presunti problemi tecnici provocati dalle sanzioni, ma tanti credono che si tratti solo di un pretesto per bloccare il flusso di gas e aumentare così la pressione sull'Europa.
L'Ue sta cercando un modo per continuare a ridurre la propria dipendenza energetica da Mosca, frenare i crescenti costi degli idrocarburi (e delle bollette) e allo stesso tempo mantenere le sanzioni contro la Russia di Putin.
NORD STREAM
Intanto da Mosca calcano la mano: «Tornando alla domanda se l'Europa sopravviverà o meno con il volume di gas pompato negli impianti di stoccaggio sotterranei che hanno oggi, la risposta è molto semplice: nessuno può dare alcuna garanzia» , afferma Alexey Miller, l'ad del colosso russo del gas Gazprom.
Mentre Putin dichiara addirittura che «la popolazione» europea, «come nel medioevo, ha cominciato a fare scorta di legna da ardere per l'inverno».
Ma la Commissione europea è meno pessimista, e a fine settembre assicurava che anche «nell'eventualità di un'interruzione totale» delle forniture «dalla Russia, l'Ue nel suo complesso potrebbe affrontare un inverno con temperature medie grazie agli obiettivi di stoccaggio e al piano di riduzione della domanda adottato a luglio».
PUTIN E IL GAS - BY EMILIANO CARLI
Il presidente russo cerca di giocare pure la carta dell'empatia: «I cittadini europei comuni stanno soffrendo», dice colui che ha scatenato in Ucraina una guerra atroce in cui hanno perso la vita tantissimi civili. Poi, una volta preparato il terreno, sfodera una nuova proposta: «trasferire alla regione del Mar Nero il volume di transito perso lungo i gasdotti Nord Stream» e «creare in Turchia il più grande hub del gas per l'Europa».
Un'idea lanciata proprio alla vigilia dell'incontro tra Putin e l'autoritario presidente turco Erdogan in programma oggi in Kazakhstan. La Turchia ha buoni rapporti con Kiev, ma anche con Mosca nonostante gli interessi divergenti su molti fronti, e finora si è guardata bene dall'imporre sanzioni alla Russia per l'aggressione all'Ucraina. -
2 - L'OLANDA RIVALUTA IL MEGA GIACIMENTO
Sarina Biraghi per “La Verità”
mark rutte mangia un gelato a roma 5
Il prezzo del gas si fa in Olanda e, mentre in Ue si registra una drammatica emergenza, nei Paesi bassi si registrano crescenti surplus. Ma in Olanda non c'è soltanto il mercato di scambio del gas naturale, tra i più grandi e liquidi dell'Europa continentale, ma anche la più grande riserva di gas naturale europea, decima nel mondo.
Il suo valore raggiunge i 1.000 miliardi di euro. Il vasto giacimento si trova a Groningen, nella parte Nord-orientale del Paese e ha una capacità non sfruttata sufficiente a sostituire gran parte del carburante che la Germania una volta importava dalla Russia. Nei tempi d'oro, garantiva una produzione annua di 50 miliardi di metri cubi, un terzo di quello che tutta l'Ue importa dalla Russia e che potrebbe risolvere i problemi provocati dalla guerra con l'Ucraina.
giacimento gas groningen.
Invece, il governo olandese ha deciso di chiudere i pozzi e di interrompere le trivellazioni per la ricerca di gas naturale nella regione, nonostante la guerra in Ucraina e la carenza di forniture. Chiusura definitiva dell'impianto il 2023, malgrado la sua importanza, unita allo sviluppo di infrastrutture sufficienti per il trasporto e il commercio del gas, che ha aiutato il Ttf a conquistare la corona del mercato più grande d'Europa dal National Balancing del Regno Unito nel 2016.
PUTIN E IL GAS - BY EMILIANO CARLI
Alla base dello stop, le numerose scosse sismiche indotte causate dall'attività di estrazione del gas, che hanno danneggiato migliaia di case nella regione, mettendo a rischio l'incolumità dei residenti locali. Overschild, uno dei villaggi più colpiti, è un grande cantiere: l'80% delle case è stato demolito e ricostruito secondo le norme antisismiche.
Il comitato per la difesa dell'ambiente aveva stimato una perdita di valore del patrimonio privato immobiliare di Groningen di 1 miliardo di euro: impossibile vendere una casa che per anni aveva traballato.
giacimento di gas a groningen 3
Il giacimento, scoperto nel 1959, ha cominciato a far fluire gas nelle case olandesi nel 1963, rendendo l'intera provincia di Groningen la zona più ricca del Paese. Poi, però, negli anni Ottanta i residenti cominciarono a collegare le sempre più frequenti scosse all'estrazione di gas e il monitoraggio dimostrò la crescita esponenziale di questi terremoti indotti: oltre mille scosse fino a 3,6 gradi della scala Richter con epicentro a poche centinaia di metri dalla superficie.
giacimento di gas groningen
A gennaio 2014 la decisione di tagliare la produzione del giacimento di gas e di pagare chi era stato colpito dal terremoto: un risarcimento di 1,2 miliardi di euro, ripartito in 5 anni. Il ministero ha affermato che la produzione sarebbe stata ridotta dai 42,5 miliardi di metri cubi del 2014 ai 24 del 2021 fino alla chiusura definitiva nel 2023, come deciso lo scorso anno, dopo un'ulteriore ondata di proteste dei cittadini, dall'esecutivo di Mark Rutte.
mark rutte mucche
Dopo mezzo secolo dal primo pompaggio, a Groningen ci sono circa 450 miliardi di metri cubi di gas estraibile in riserva, per un valore di circa 1 trilione di dollari. Secondo Shell Plc, uno dei due principali partner coinvolti nella sua gestione, c'è spazio per estrarre circa 50 miliardi di metri cubi all'anno in più rispetto a quanto sta scorrendo attualmente.
Con la chiusura dei rubinetti del maxigiacimento l'Olanda perderà sia una fonte di flussi che una certa flessibilità per il mercato, ma soprattutto il ruolo di grande produttore dovendo poi «accontentarsi» di gas importato. Ecco perché la chiusura definitiva dell'impianto, ormai, non è più così certa.
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