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    EUROSCETTICI KAPUTT - LA CORTE COSTITUZIONALE DI KARLSRUHE HA BOCCIATO IL RICORSO TEDESCO CONTRO IL RECOVERY FUND, DANDO QUINDI UN RESPIRO DI SOLLIEVO ALLA GERMANIA E IL VIA LIBERA ALLA COMMISSIONE EUROPEA CHE DEVE RACCOGLIERE FONDI SUI MERCATI PER CONTO DELL'UE FINO A 750 MILIARDI - RESTA PERÒ ANCORA QUALCHE INCOGNITA: DIVERSI PAESI NON HANNO RATIFICATO LA LEGGE E IN POLONIA MANCA UNA MAGGIORANZA...


     
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    Uski Audino per "La Stampa"

     

    La Corte costituzionale tedesca La Corte costituzionale tedesca

    È un sostanziale via libera quello che arriva dalla Germania sul Recovery Fund e l'Europa può tirare un sospiro di sollievo. Ieri i giudici della Corte costituzionale di Karlsruhe hanno respinto il ricorso d'urgenza che congelava l'entrata in vigore della legge tedesca sulle risorse proprie del bilancio Ue, autorizzando la Commissione europea a raccogliere fondi sui mercati per conto della Ue fino a 750 miliardi.

     

    bernd lucke bernd lucke

    La norma, approvata a larghissima maggioranza al Bundestag e all'unanimità al Bundesrat, era stata fermata il 26 marzo scorso un momento prima che il presidente federale Frank-Walter Steinmeier potesse firmarla per la ratifica.

     

    I giudici del secondo senato della Corte costituzionale hanno respinto la richiesta d'urgenza presentata da uno dei fondatori di Afd, Bernd Luecke, ma hanno tenuto a specificare in una nota che nella sostanza il ricorso non è «né irricevibile, né manifestamente infondato».

     

    bernd lucke fondatore alternative fuer deutschlland bernd lucke fondatore alternative fuer deutschlland

    Attendere la verifica approfondita della questione avrebbe potuto comportare conseguenze più dannose, hanno precisato. Dunque un «liberi tutti» parziale, se considerato sul lungo periodo.

     

    Nel frattempo la Germania può unirsi agli altri 18 paesi Ue che hanno ratificato la legge per le risorse proprie. All'appello mancano ancora Ungheria, Finlandia, Romania, Paesi Bassi, Irlanda, Lituania, Estonia e Polonia, dove il governo non ha ancora la maggioranza e deve affidarsi ai voti dell'opposizione.

     

    angela merkel ursula von der leyen angela merkel ursula von der leyen

    Ma il segnale che arriva da Berlino potrebbe dare un nuovo impulso al processo di ratifica nella Ue. «Rimango ottimista sul fatto che gli Stati membri possano ora finalizzare la ratifica delle risorse proprie nelle prossime settimane» ha detto il commissario al Bilancio Ue, Johannes Hahn, mentre il vicepresidente della Commissione Vladis Dombrovskis ha sottolineato che la decisione della Corte costituzionale tedesca «rafforza la fiducia che il processo di ratifica venga concluso entro giugno».

     

    ursula von der leyen e angela merkel ursula von der leyen e angela merkel

    Ottimismo è arrivato anche dalla presidente della commissione Ursula von der Leyen: «La Ue è sulla buona strada con la sua ripresa economica dopo questa pandemia senza precedenti e Next Generation Eu spianerà la strada a una Ue più verde, digitale e più resiliente».

     

    Sollievo si respira anche a Berlino: «Sono molto contenta della decisione» ha detto la cancelliera Angela Merkel, ma sull'estensione in futuro del Programma Next generation Eu è cauta: «Dobbiamo vedere che la cosa entri in funzione».

     

    ursula von der leyen e angela merkel ursula von der leyen e angela merkel

    Intanto il Recovery tedesco arriverà in consiglio dei ministri a Berlino mercoledì prossimo, dopo mesi di scambio intenso e non privo di tensioni con Bruxelles. Secondo Handelsblatt, se non ci fossero state le elezioni federali, il conflitto sarebbe deflagrato.

     

    Le ragioni sono due: la Germania da anni non sta mettendo in pratica le raccomandazioni di Bruxelles, per esempio non si decide a mettere mano alla riforma delle pensioni. In secondo luogo l'80% delle uscite previste nel Recovery non sono frutto di nuovi stanziamenti, ma - come dice Handelsblatt riprendendo il partito dei Verdi - «stanno già fluendo comunque». «La Germania non sta dando l'esempio in Europa» conclude il quotidiano economico.

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