guardia di finanza
Scatta un sequestro da 6,4 milioni di euro per gli imprenditori accusati di un maxi giro di false fatture. Attraverso questo sistema attestavano costi mai sostenuti per la realizzazione di programmi di investimento, l’obiettivo era razziare quanti più contributi europei.
Le indagini del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, coordinate dalla procura di Termini Imerese, hanno portato al provvedimento di sequestro emesso dal gip Claudio Bencivinni. Riguarda disponibilità, beni mobili e immobili fino alla concorrenza della cifra di 6,4 milioni, pari all’Iva e alle imposte sui redditi evase.
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Già nel marzo 2020, erano scattate 24 misure cautelari per le ipotesi di reato di associazione a delinquere e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Erano stati sottratti illecitamente fondi per oltre 15 milioni di euro.
La procura di Termini ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini per 36 indagati. Al centro dell’inchiesta, i fratelli Giovanni, Salvatore e Francesco Di Liberto, di Belmonte Mezzagno.
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Dice il colonnello Gianluca Angelini, il comandante del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo: "L’accurata ricostruzione dei flussi finanziari alla base delle azioni fraudolente rappresenta la modalità operativa più efficace per garantire l’effettivo ristoro delle casse dello Stato di quanto indebitamente sottratto alla collettività dagli evasori fiscali".