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    FABIOLO È PIÙ UGUALE DEGLI ALTRI - FAZIO È L'UNICO IN RAI AD AVERE OSPITI IN STUDIO DALL'INIZIO DELLA QUARANTENA. SE VENIER E MAGALLI SI ADEGUANO A STUDI VUOTI, A ''CHE TEMPO CHE FA'' C'È LA PRESENZA FISSA DI BURIONI, UNICO VIROLOGO A NON APPARIRE ATTRAVERSO UN COLLEGAMENTO - MEDIASET FA IL TERMOSCANNER A TUTTI, A LA7 È STATO VIETATO IL TRUCCO E PARRUCCO. PER TUTTI MA NON PER LILLI GRUBER…


     
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    Giorgio Gandola per “la Verità

     

    roberto burioni da fabio fazio roberto burioni da fabio fazio

    Anche di fronte all' emergenza c' è sempre qualcuno più uguale degli altri. Il coronavirus ha svuotato gli studi televisivi di tutti i network, ormai vanno di moda i collegamenti Skype o Face Time con gli ospiti che traballano dal tinello (in streaming perfino Gigi Marzullo e il Mago Forest sembrano inviati al fronte anni Ottanta) e con i conduttori solitari in luoghi da diretta postnucleare.

     

    Soprattutto in Rai i protocolli sono rigidi per tutelare i 13.000 dipendenti, 4.800 dei quali lavorano in smartworking e gli altri entrano a turno, a distanza di sicurezza in locali sanificati e con la mascherina se i metri di tolleranza sono meno di due. Finora le cautele hanno funzionato, solo una decina di contagiati. Tutti si adeguano pur sapendo che l' effetto televisivo è straniante. Tutti tranne uno, Fabio Fazio.

     

    Il presentatore più apprezzato dai potenti continua a invitare ospiti in studio nel suo Che tempo che fa. È l' unico. Non manca mai la presenza dell' ayatollah dei virologi Roberto Burioni (anche domenica scorsa), non è riuscito a cantare da casa neppure il vincitore del festival di Sanremo, Antonio Diodato.

    fabio fazio roberto burioni fabio fazio roberto burioni

     

    Eppure la policy aziendale durante l' epidemia è chiara: non sono ammessi ospiti esterni, possono muoversi solo i dipendenti interni. La passerella in violazione delle regole, pur con mascherine d' ordinanza fuorionda, ha provocato più di un malumore. Ma Fazio, probabilmente forte di una supposta dispensa papale (Jorge Bergoglio lo cita come Joseph Ratzinger citava Sant' Agostino) non si è mosso di un millimetro. Li ha limitati ma non li ha eliminati.

     

    Stanno tutti in autoquarantena, anche i collaboratori a contratto sono pregati di tenersi alla larga; per agevolare la presenza virtuale dei contributi esterni la Rai ha approntato studi asettici in viale Mazzini, allo stadio Olimpico a Roma e in corso Sempione a Milano. Con queste obiezioni i dirigenti hanno provato sulle prime a indurlo a soprassedere. Niente da fare.

     

    giancarlo magalli foto di bacco giancarlo magalli foto di bacco

    Mentre Mara Venier è circondata dal vuoto pneumatico a Domenica In e Giancarlo Magalli muore di solitudine a I Fatti Vostri, da Fazio c' è sempre Burioni, neanche avesse in tasca un vaccino autoprodotto. «Si trattasse di uno scoop come Emmanuel Macron o Mario Draghi si potrebbe capire, ma il professore lo vedi nei tg, lo leggi sui giornali e sui social», rumoreggiano al settimo piano, quello dirigenziale. L' esclusiva del medico-star, corteggiato da altre tv, sarebbe anche ben retribuita. L' ad Fabrizio Salini ha deciso di soprassedere e di concedere per quieto vivere la violazione in deroga.

     

    Il potere in Rai del sosia ligure di Bashar El Assad si basa su due pilastri. Il primo è ideologico e lo si intuisce dal nome degli ospiti anche in queste settimane: issare Beppe Sala e Giorgio Gori - i campioni planetari dell'#Italiachenonsiferma -, a simboli dei territori che resistono con i cittadini chiusi in casa è vagamente surreale. Il secondo privilegio è contrattuale. Come la sua informazione a senso unico passa sotto l' ombrello dell' intrattenimento e non risponde ai direttori dei tg, così anche i suoi capricci sfuggono alle maglie strette del controllo sindacale.

    mara venier foto di bacco mara venier foto di bacco

     

    Infatti l' Usigrai non ha mosso un dito per far notare l' anomalia, anche per ferrea consonanza politica. Eppure è la stessa Usigrai che ha puntato i piedi alla richiesta dell' azienda di tagliare quattro minuti di Tgr della notte per evitare di tenere giornalisti, montatori, addetti delle sedi locali più a lungo del dovuto sul posto di lavoro. Con il paracadute delle squadre d' emergenza e dentro un sistema informativo nel quale esiste solo una notizia: il coronavirus.

     

    Per il resto la task force della Rai al tempo dell' epidemia è molto rigorosa. È coordinata dal direttore generale Corporate Alberto Matassino, formata dai capi delle varie direzioni aziendali e supportata dal generale dei carabinieri a riposo Paolo Piccinelli. È stata istituita il 22 febbraio, si riunisce nella sala degli Arazzi, di solito dedicata alle conferenze stampa in questo periodo vietate dai decreti governativi. E si guarda bene dall' affrontare il caso Fazio.

    alberto matassino 1 alberto matassino 1

     

    Nelle altre emittenti televisive la gestione dell' emergenza non si discosta dai parametri Rai. Mascherine, distanza di sicurezza a due metri e nessun ospite esterno in studio. Solo collegamenti da remoto con tutti i limiti tecnici ammortizzati dalla forza emotiva dell' argomento e dalla disarmata spontaneità degli interlocutori.

     

    Colpita da alcuni casi di positività al virus (Piero Chiambretti, Nicola Porro, un caso a Le Iene) Mediaset ha installato termoscanner all' ingresso per misurare la febbre ai dipendenti. A Sky dal 24 febbraio, quindi con grande lungimiranza, 3.000 dipendenti su 4.800 lavorano in regime di smartworking. A tutti sono stati distribuiti kit per la pulizia, gli ambienti sono stati sanificati e gli ospiti esterni annullati. Anche a La7 il protocollo è molto rigido, le presenze esterne vietate.

     

    Ma Urbano Cairo è stato costretto a una deroga frou-frou: il trucco e parrucco. È vietato per gli ospiti, non per Lilly Gruber. Io sono io. A sinistra niente di nuovo.

    lilli gruber lilli gruber

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