FILIPPO FACCI per Libero Quotidiano
conte di maio salvini
C' è chi ha un lavoro e chi non ce l' ha, poi ci sono gli italiani: un popolo, cioè, con infinite variazioni in chiaroscuro, un popolo dove ora la professione più ardua, la più complicata, sarebbe l' individuare chi possa essere meritevole di un reddito di cittadinanza. Capire chi sia un vero disoccupato, in pratica. Perchè l' Italia non è un Paese nordico, laddove gli abitanti sono pochi e sono culturalmente divisi per chiaro status occupazionale: occupato e disoccupato, bianco e nero.
Da noi c' è il bianco, il nero, il bianco e nero, il grigio in infinite gradazioni, il doppio bianco e il doppio nero, il bianco o nero con o senza pensione, c' è chi cerca solo il bianco e chi solo il nero, chi non cerca assolutamente nulla, chi è inquadrato ancora diversamente perché è un lavoratore indipendente, un libero professionista, un collaboratore a progetto o un socio di cooperativa: gente che a sua volta paga le tasse o non le paga per niente, o le paga in parte, o addirittura ne paga troppe.
FILIPPO FACCI
Ciascuno con la sua peculiarità, situazione, portafogli e merito o demerito di poter ricevere, appunto, il reddito su cui i Cinque stelle hanno imbastito e vinto una campagna elettorale. Dicevamo: il saper distinguere, il saper decifrare da caso a caso, è appunto l' unico lavoro sicuro che i governanti a Cinque Stelle sono per ora in grado di garantire.
Poi, per i dati e i dettagli, si può scegliere a quale fonte affidarsi, visto che stiamo parlando di un' economia ufficialmente non osservata e a flussi di denaro generati dal lavoro sommerso: ma sono cifre comunque enormi.
luigi di maio 2
L' Istituto Eurispes, per esempio, parla di 300 miliardi di euro. Lo stesso Istituto sostiene che siano almeno 6 milioni i doppiolavoristi tra i dipendenti, e che siano ben 600mila gli immigrati con regolare permesso di soggiorno che lavorano in nero. Senza contare tutti coloro che, fuori da ogni calcolo ufficiale, svolgono un' attività in nero (magari anche a tempo pieno) ma intanto percepiscono un reddito che ufficialmente escluderebbe lavori retribuiti: parliamo di coloro, cioè, che prendono classicamente una pensione di invalidità e di vecchiaia.
filippo facci
I DATI Ci sono dei numeri che sono in chiaro, almeno quelli: in Italia, su un totale di 16,5 milioni di pensionati, circa 4,5 milioni hanno tra i 40 e i 64 anni; e pensare che almeno un terzo di essi lavori in nero (ragionando per difetto) è perlomeno plausibile. A questo terzo, però andrebbero aggiunti altri 820mila pensionati tra gli ultrasessantacinquenni ancora attivi, un piccolo esercito che secondo le stime Eurispes è formato dal almeno 2.320.000 pensionati che producono lavoro sommerso.
Finita? Manco per idea. Ci sono le casalinghe (sono ben 8 milioni e mezzo) che da una parte, in senso stretto, non lavorano, anche se c' è chi ha proposto che siano pagate proprio in quanto casalinghe; dall' altra, qualcuna lavora o lavoricchia in un percentuale stimata nel 18,8 per cento che ovviamente sfugge pur esso all' ufficialità e va ad alimentare il sommerso. In questo quadro, parziale, definire il numero dei disoccupati italiani, ossia meritevoli di un reddito di cittadinanza, diventa un calcolo da astrofisici.
luigi di maio 1
L' Istat dice che gli italiani disoccupati, intesi come in cerca di occupazione, sarebbero 1.400.000: ma è ragionevolmente presumibile che la metà di essi già lavori in nero per almeno 5 ore quotidiane per 200 giorni l' anno, arrivando a generare altri 12,6 miliardi di euro. Su questo le varie fonti convergono. Come già detto, non abbiamo neppure menzionato i lavoratori indipendenti, i liberi professionisti, i collaboratori a progetto e i soci di cooperative: ma qualcuno è disposto a credere che paghino tutti le tasse senza sgarrare?
reddito di cittadinanza proposta m5s
Ecco dunque che il cosiddetto reddito di cittadinanza non si palesa come una sciocchezza in sè per sè: ma in Italia rischierebbe di avere lo stesso impatto che avrebbero quei distributori di quotidiani che ci sono negli Stati Uniti dove basta prendere la copia e infilare i soldi in una fessura: perché l' arte di arrangiarsi, da noi, non contempla l' onestà come valore indipendente e fondativo.
Quindi il punto non è dove trovare le celebri coperture che pure sono un problema, perchè il rischio è di saccheggiare eternamente l' Inps (che peraltro erogherebbe questi redditi) o peggio annullare le deduzioni fiscali o in sostanza del denaro che in qualche modo era già socialmente in circolazione: si pensi agli 80 euro di Renzi; il punto è dare il reddito e chi lo meriti e non a chi - milioni di persone - potrebbe meritarlo solo di facciata e però batter cassa ugualmente.
reddito cittadinanza di maio
QUALI CENTRI? Si straparla di futuri «centri per l' impiego» che coordinino e sorveglino l' erogazione dell' assegno mensile di cittadinanza (sui 780 euro) a condizione che il beneficiario accetti almeno una delle prime tre proposte di lavoro che gli vengano presentate, ma in pratica si tratterebbe d' inventarsi ciò che i vecchi uffici di collocamento non sono riusciti a fare per decenni, uffici che oltretutto sono stati discretamente abbandonati assieme all' insufficiente personale che li compone.
Non c' è riuscita l' Inps, non ci sono riusciti gli uffici di collocamento, non c' è riuscita la Guardia di Finanza e, ogni tanto, c' è riuscito semmai il Gabibbo a beccare i finti cieci e i falsi invalidi con pensione a sbafo: ma ora, in un niente, si pretende di mettere in piedi dei «centri per l' impiego» che per funzionare davvero dovrebbero essere delle macchine da guerra: mentre milioni di cittadini, soprattutto al Sud, aspettano con impazienza che semplicemente giunga loro una nuova paghetta facile e a prescindere, una cassa per il Mezzogiorno finalmente ad personam. La situazione è grave ma non è seria, disse qualcuno.
REFERENDUM IN SVIZZERA SUL REDDITO DI CITTADINANZA