Filippo Facci per “Libero quotidiano”
filippo facci
Una cosa non sapevamo ancora: che la legge sul cosiddetto "omicidio stradale", oltretutto, non funziona. Sapevamo che era una legge molto italiana (unica al mondo) e cioè forzata dai tamburi mediatici; sapevamo che l'espressione "omicidio stradale" già suonava strana, perché un omicidio dovrebbe implicare la volontà di uccidere: altrimenti, in tutto il mondo, si chiama omicidio colposo e te lo affibbiano se ci scappa il morto e sei stato imprudente o negligente; sapevamo che in Italia le emergenze "percepite" sono il viatico per leggi improvvisate secondo le quali un assassinio colposo può essere punito più gravemente di uno volontario: la celeberrima coppia milanese dell' acido, per esempio, ha preso meno carcere di quanto potrebbe beccarne un coglione alla guida, e un furto con destrezza, in generale, è punito più severamente di un falso in bilancio.
INCIDENTE STRADALE
Ma non sapevamo ancora - ce l'ha fatto sapere l'Espresso - che a pochi mesi dall' entrata in vigore, il 25 marzo scorso, la nuova norma ha inciso poco o nulla nella riduzione delle vittime, ma in compenso ha già evidenziato dei limiti che erano immaginabili sin da subito: basta un banale tamponamento per non poter più guidare per 5 anni, basta cioè aver provocato un banale colpo di frusta e fioccano patenti revocate in automatico, mentre per chi usa il cellulare al volante - ormai è la prima causa di incidenti - non è prevista neppure un' aggravante. Non è prevista neanche se un'auto non rispetta un posto di blocco (e causa un incidente) o se partecipa a una gara improvvisata in città.
INCIDENTE STRADALE
L'Espresso fa un parallelo con la legge sulla patente a punti: entrò in vigore il 1 luglio 2003 e nel giro di 5 mesi permise un calo degli incidenti del 17,16 per cento, mentre la diminuzione nel numero di morti e feriti fu rispettivamente del 23,4 e del 20,2. A confronto, i risultati di 5 mesi di applicazione dell' omicidio stradale sono molto deludenti: incidenti, morti e feriti sono scesi del 3,1, del 4,8 e del 3,7 per cento. La prevista ondata di arresti in flagranza non c'è stata, e neanche le condanne cosiddette esemplari.
Mentre c'è stato - ma non riguarda la legge, come detto - un aumento delle multe per uso del telefono cellulare (+ 25 per cento) ma non nelle città, dove lo smartphone è molto più usato. Questa legge la vollero soprattutto le associazioni delle vittime della strada (le uniche a cui piace) e l'obiettivo era colpire chi guidasse ubriaco o drogato e causasse la morte di innocenti: le cronache a un certo punto non parlavano d' altro. Su questa base, a caldo, sono stati modificati i codici penali e stradali.
INCIDENTE STRADALE
Cioè: aumentate le pene per l'omicidio colposo "stradale" e inasprite quelle per guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di droghe (da 8 a 12 anni) o per omissione di soccorso, più altre batoste in caso di sorpasso in presenza di strisce pedonali, inversione arbitraria a U, velocità eccessiva, guida senza patente e mancato rispetto del rosso. Le sanzioni accessorie prevedono la revoca della patente per minimo 5 anni e sino a un massimo di 30.
Dettaglio: 3 incidenti su 4 sono riconducibili alla "distrazione", ma la distrazione non c'è tra le aggravanti. Secondo l'Aci, un guidatore morto su 4 è vittima del telefono. Poi c'è uno studio statunitense secondo il quale il 57 per cento delle vittime della strada stava usando il cellulare al momento dell' incidente. Abbiamo lasciato per ultime, giacché vanno poco di moda, le considerazioni garantiste o di banale buon senso. Per esempio:
INCIDENTE STRADALE
1) La guida senza patente era stata appena depenalizzata (quando non provocasse morti o feriti) e d'un tratto è ridiventata un'aggravante di omicidio: è schizofrenia legislativa;
2) Non è che, prima, i pirati della strada rimanessero impuniti: l'articolo 589 puniva il reo da 3 a 10 anni ma con aggravanti poteva raggiungere i 15; non mancano casi di giurisprudenza creativa che in nome del cosiddetto "dolo eventuale" hanno comminato pene da 21 a 24 anni;
3) Con pene così elevate, al pirata della strada, conviene davvero scappare. Il risultato di certa demagogia securitaria (cara alla destra come alla sinistra) la riassunsero bene i satiri di "spinoza.it": 18 anni di carcere a chi fugge, a questo punto conviene sparare ai testimoni.
Traduzione: chi provoca un incidente, qualora abbia il dubbio anche minimo che un mezzo bicchiere possa avergli alterato il tasso alcolemico, è facile che sia tentato di fuggire. Anche perché la legge stabilisce un nesso inequivocabile tra un tasso alcolemico e un eventuale incidente: il che non è assolutamente detto, perché c' è gente che da brilla guida molto meglio di tanti pirati lucidissimi. È una presunzione di colpa in re ipsa, come si dice. Per una legge che - ora lo sappiamo - in compenso non funziona.