Emanuela Buzzi per il “Corriere della Sera”
BEPPE GRILLO E VIRGINIA RAGGI
Più sola, più libera, ma con una faglia - tutta interna al Movimento - che le corre sotto i piedi: Virginia Raggi è pronta a ripartire. E lo farà già nel weekend annunciando una serie di nuove nomine per replicare agli addii delle ultime ore. Possibile anche che venga già scelto il nuovo capo di gabinetto (si parla di un alto ufficiale dei carabinieri molto vicino al procuratore di una delle principali città italiane).
virginia raggi sindaca di roma
Ma in realtà il procedere spedito della sindaca nelle ultime ore è costellato da una serie di fibrillazioni, screzi, divisioni che hanno rischiato di spaccare i Cinque Stelle. Lo scontro, per una volta, ha contorni abbastanza nitidi. Con il direttorio spaccato. Luigi Di Maio insieme ad Alessandro Di Battista sostengono Raggi, che a sua volta però ha un nucleo di fedelissimi «intoccabili» (il vicesindaco Daniele Frongia, il vice capo di gabinetto Raffaele Marra e il capo della segreteria Salvatore Romeo), inviso - in particolare per quel che riguarda Marra e Romeo - a buona parte del Movimento.
DIRETTORIO ROMANO 5 STELLE VIRGINIA RAGGI PAOLA TAVERNA ROBERTA LOMBARDI
Già, perché c' è una fetta corposa che contro i due esponenti «raggieschi» si è scatenata e ne ha chiesto la testa. Accusano Marra di aver tirato le fila della manovra (con la richiesta all' Anac) che ha portato di fatto alle dimissioni di Carla Raineri e Marcello Minenna. Il fronte è composito e vede esponenti del direttorio come Carla Ruocco e Roberto Fico saldarsi con l' ala vicina a Roberta Lombardi e con il minidirettorio capeggiato da Paola Taverna.
vignaroli stefano e paola taverna
Una situazione particolarmente complessa, quella interna al Movimento, che ha dato vita a una partita a scacchi dai toni più che accesi. Fin dalle prime ore di giovedì gli esponenti ortodossi, che si sono sentiti esautorati dopo il doppio addio, hanno lanciato il loro affondo: «Così andiamo alla guerra e vediamo chi resta in piedi». Si è cercato di ricucire lo strappo con Minenna in un primo momento, ma Raggi ha preferito andare avanti. La sindaca vuole voltare pagina e prendere le redini di una giunta in cui vedeva - a suo avviso - troppe figure ingombranti.
La (parziale) resa dei conti è avvenuta giovedì sera in una riunione infuocata in cui consiglieri e esponenti del minidirettorio hanno rinfacciato a Raggi il ruolo di Marra e il mancato rispetto (a loro dire) dei valori M5S. Un vertice scandito dai toni gridati di Taverna e dalla replica decisa della sindaca: «Il c... è mio, le responsabilità penali sono mie».
MINENNA
Ieri l' ultimo atto, che ha toccato soprattutto i vertici. Il direttorio ha sentito Beppe Grillo in una lunga conference call. Il leader - che ora più che mai ha dovuto essere garante super partes - avrebbe evitato contatti con Raggi e ha anche annullato un blitz in programma lunedì a Roma.
Grillo, insomma, preferisce rimanere defilato al momento. Indiscrezioni hanno sottolineato «l' irritazione» e la forte «preoccupazione» per alcuni risvolti della vicenda. Tra i dietrofront della giornata anche quello relativo alla pubblicazione di un post a sostegno di Raggi firmato dal direttorio. La lettera, dopo una fuga di notizie, è stata bloccata: un' iniziativa che alcuni esponenti avrebbero ritenuto troppo forzata e che - anche per via delle anticipazioni ai media - avrebbe rischiato di essere utilizzata da attivisti e militanti nello scontro tra i vari schieramenti.
virginia raggi roberta lombardi
Intanto, però, si prepara il lancio di una fase-due, che ha il sapore di una tregua: Raggi avrà mano libera, il ruolo del minidirettorio sarà ridimensionato (non si esclude nemmeno un azzeramento in caso di nuovi strappi), così come del resto anche quello di Marra, che dovrebbe lasciare il suo ruolo di vice capo di gabinetto.
ROBERTA LOMBARDI
Si approfitterà di questo nuovo avvio per tagliare ancora i costi dopo le polemiche delle ultime settimane.