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    1. MEJO DI UN FILM! DUE DONNE DI MALAVITA PRENDONO IL POSTO DEI MARITI RINCHIUSI IN CARCERE E SI SFIDANO A COLPI D'ASCIA IN UN CORTILE DI TOR BELLA MONACA A ROMA 2. LE DONNE SI ERANO AFFRONTATE A LUGLIO PER VENDICARE UN FAMILIARE UCCISO TRE ANNI FA: OLTRE AL REGOLAMENTO DI CONTI IN BALLO IL CONTROLLO DELLO SPACCIO NEL QUARTIERE


     
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    TOR BELLA MONACA TOR BELLA MONACA

    Federica Angeli per la Repubblica - Roma

     

    Donne di mala che si affrontano sulla piazza teatro dello spaccio che loro stesse gestiscono. Donne che prendono il posto dei mariti rinchiusi in carcere e vendicano vecchi rancori e omicidi a colpi di accetta. Donne che si sfidano in strada come nella trama di un film. Accade a Tor Bella Monaca, tra le “stecche” — così vengono chiamati i palazzoni gialli dell’Ater — di via Quaglia. Edifici tutti uguali, ammassati uno all’altro, che si distinguono solo per una R seguita da un numero.

     

    Teatro della faida al femminile tra due clan da tempo presenti in quel pezzo di città “dimenticato dall’uomo e da Dio”, dicono le anziane che ci abitano, è l’R9. Un blocco di cemento che ospita 50 famiglie tra cui il clan Cordaro, nemico giurato dei Crescenzi (che abitano alle spalle di via Quaglia). In lite da sempre per lo spaccio nel quartiere, negli anni si sono alternati nel controllo del business della cocaina e dell’hashish.

     

    ASCIA ASCIA

    Ma nel 2013 un omicidio mette la parola fine alla faida: Serafino Cordaro, un passato nella banda della Marranella, personaggio molto conosciuto negli ambienti della mala viene ucciso nel suo bar in via degli Acquaroni. Era il 30 marzo, la vigilia di Pasqua, quando un uomo col volto coperto da un casco entra nel locale, fa uscire tutti i clienti, ed esplode tre colpi calibro 9x21. Due proiettili al torace e uno alla testa. Cordaro, 65 anni, morirà poco dopo in ospedale. Le indagini della squadra mobile, a un anno dal delitto, portarono al nome dell’assassino: Stefano Crescenti, il boss del clan rivale, condannato a 23 anni di carcere.

     

    Delitti che non si dimenticano nella malavita. Così la notte tra il 4 e il 5 luglio del 2016 (tre anni dopo quell’esecuzione) Flavia Teixeira, 26 anni, compagna del nipote di Serafino Cordaro, vede passare per il cortile dell’R9 Elena La Rosa, ex moglie di Stefano Crescenzi.

     

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    Un affronto mettere piede nel suo regno. La ragazza scappa a casa, afferra un’accetta e come una furia la scaglia contro la donna. Texeira era già finita ai domiciliari a luglio scorso nel corso di una maxi retata della polizia che aveva portato all’arresto 37 persone indagate, a vario titolo, per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio, violazione della normativa sulle armi, riciclaggio, ricettazione, truffa ai danni dello Stato, falso, omicidio e tentato omicidio. Gli investigatori non sapevano ancora fosse lei ad aver tentato di uccidere, poche ore prima del blitz, la rivale nello spaccio.

     

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    Ma la Direzione Distrettuale Antimafia ha ricostruito tutto, comprese le dinamiche malavitose di quello spicchio di Roma. E per Flavia Teixeira all’alba di ieri sono scattate le manette per tentato omicidio. Oltre all’arresto è stata eseguita una perquisizione per blocchi di edifici a seguito della quale anche un’altra donna M.M. è stata ammanettata: 80 grammi di cocaina, bilancini di precisione e 7.500 euro sono state trovati nella sua abitazione. È di 6.000 euro, invece, la quantità di denaro trovata e sequestrata nell’abitazione di Salvatore Cordaro, detto Chicco, compagno di Flavia.

     

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