Michela Allegri per “il Messaggero”
reformula one di arman 3
Per mesi non si sono persi nemmeno una mostra, girando per le gallerie d' arte di tutta l' Italia. Non erano gite culturali: volevano studiare a fondo lo stile dei maestri della pop art e della scultura astratta contemporanea, analizzare i dettagli delle opere, per poi falsificarle e, ovviamente, venderle.
Un giro da più di tre milioni di euro che ora costa a dodici persone l' accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di opere d' arte false, appunto. Da Arman ad Alighiero Boetti, da Agostino Bonalumi a Tano Festa: sculture e tele contraffatte venivano smerciate principalmente in gallerie d' arte online, con prezzi che andavano dai 10mila fino ai 30mila euro.
carabinieri
LA BANDA L' inchiesta è della Procura di Roma e, a breve, la pm Laura Condemi notificherà a tutti i componenti della banda un avviso di conclusione delle indagini. A incastrarli, le intercettazioni telefoniche e, soprattutto, gli accertamenti dei carabinieri della sezione falsificazione del reparto operativo, coordinati dal colonnello Nicola Candido e dal capitano Fabio Castagna, che hanno sequestrato un centinaio di opere contraffatte.
Anche le perquisizioni sono state fondamentali: a casa di due indagati i militari hanno trovato tutto l' occorrente per fabbricare sculture e arazzi falsificati. Accanto alla fotografia dell' installazione o del dipinto originale, sul tavolo, c' erano i materiali per procedere alla contraffazione. La banda era ben organizzata: un procacciatore di clienti, veronese ma residente a Roma, due falsari e un esercito di prestanome, tutti quanti finiti sotto inchiesta.
tano festa 3
LE OPERE L' ultima installazione che la banda stava realizzando era la copia di un' opera di Arman, artista francese tra i fondatori del Nouveau Réalisme, noto, tra l' altro, per sculture fatte di assemblaggi e accumulazioni: la famosa Reformula one, realizzata con parti di modellini di auto da corsa rinchiuse in una teca di vetro resina.
A casa di uno dei falsari, i carabinieri hanno trovato tutto l' occorrente per l' assemblaggio: la fotografia dell' installazione e decine di modellini pronti per essere tagliati. Sotto sequestro anche diverse sculture - false - attribuite a Bonalumi, spacciate per le famose fusioni in bronzo. L' inchiesta è partita nel 2014, con la denuncia presentata dal presidente dell' archivio Boetti, che è il figlio dell' artista.
agostino bonalumi 5
Ha portato agli inquirenti due arazzi che, a dire del proprietario, erano stati realizzati proprio del maestro torinese. Il presidente dell' archivio, però, si è subito accorto che si trattava di falsi e ha sporto denuncia.
Gli inquirenti sono riusciti a risalire ai venditori e si sono accorti che sul web commercializzavano molte altre opere, tutte di artisti contemporanei.
alighiero boetti 1
Dalle intercettazioni è poi emerso che il giro era vasto e che gli indagati erano dislocati in diverse città. Il procacciatore d' affari, oltre a contattare i clienti, si occupava di scegliere le mostre con opere da copiare. Realizzava reportage fotografici che, poi, girava ai falsari.
«Hai visto la foto?», diceva intercettato, raccomandandosi di realizzare opere il più possibile simili alle originali. Il passo successivo era la vendita, organizzata principalmente sul web attraverso una serie di prestanome.
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