Irene De Arcangelis per “la Repubblica”
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Il ladro entra in casa da una finestra aperta. Prende un portafogli, le chiavi dell’auto della vittima, il telecomando del cancello che protegge la villetta. È quasi fatta, ma il padrone di casa viene svegliato dalla figlia che si accorge del furto e lancia l’allarme. Così l’uomo prende la pistola, si affaccia alla finestra e spara. Sette colpi. Tutti vanno a segno, uno colpisce il ladro al collo. È quello mortale. I complici del malvivente — un albanese quarantenne pregiudicato — caricano il compagno ferito a bordo della loro auto e poco dopo lo abbandonano davanti all’ospedale di Aversa.
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L’uomo muore. Ladro ucciso dalla sua vittima, l’ultimo di una lunga serie di casi arriva da Villa Literno, nel casertano. Scattano le indagini dei carabinieri, l’uomo che ha ucciso il ladro viene indagato a piede libero per eccesso colposo di legittima difesa dai magistrati della Procura di Napoli Nord. Sulla vicenda interviene il leader della Lega Matteo Salvini che posta su Facebook: «Mi spiace per il morto, ma fino a un certo punto... Ora che non indaghino l’aggredito! La difesa è sempre legittima, anche se Renzi non è d’accordo. Mi date una mano a cambiare la legge?».
SALVINI LADRO UCCISO VILLA LITERNO
Sono gli stessi familiari dell’uomo che ha sparato — Carlo Diana, meccanico di mezzi industriali — a ricostruire quanto accaduto. Ore 3.30 del mattino di ieri in via Vecchia Aversa. Nella villetta dormono il padrone di casa e la moglie, una delle due figlie e il figlio sedicenne. La terza figlia è uscita con alcuni amici. Ed è lei, quando rientra a casa, a vedere cosa sta succedendo. Pochi minuti prima tre ladri a bordo di una Bmw bianca sono arrivati davanti casa del signor Diana. Uno solo scende e forza la finestra del bagno.
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Entra in casa, prende un portafogli con mille euro. Ma soprattutto cerca le chiavi dell’Audi parcheggiata davanti a casa e il telecomando del cancello per aprirlo e portare via l’auto. Ma mentre sale a bordo dell’Audi arriva la figlia del padrone di casa, che subito comprende cosa sta accadendo. Chiama a casa dal cellulare: «Papà, i ladri stanno portando via l’auto », grida. E l’uomo, pur colto nel sonno, corre a prendere la sua calibro 7.65,si affaccia alla finestra e spara a ripetizione. Ferito al primo colpo, l’albanese scende dall’Audi per rifugiarsi nella vettura dei complici, ma si volta verso il signor Diana e grida: «Perché mi spari?».
PISTOLA CALIBRO 7,65
Intanto Diana continua a sparare, un proiettile raggiunge il ladro al collo. I tre fuggono, abbandonano il corpo dell’albanese davanti all’ospedale di Aversa e svaniscono nel nulla. La Bmw usata per il furto verrà ritrovata poco dopo bruciata dai carabinieri del colonnello Giancarlo Scafuri. L’albanese ucciso viene identificato dalle impronte mentre parte la caccia ai complici.
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«Quando mio marito ha fatto fuoco dal balcone — racconta Concetta, moglie di Carlo Diana — il ladro colpito ha chiesto rivolgendosi a mio marito, “Perché mi spari?”. Io avrei voluto chiedergli: e tu perché vieni a casa nostra mentre dormiamo a prendere la nostra roba?». E ancora: «È l’ottava rapina che subiamo ». Negli archivi i carabinieri troveranno una sola denuncia fatta dalla famiglia Diana.
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