VALENTINO ROSSI E LA FIGLIA GIULIETTA
Michela Marzano per “La Stampa”
«Fare il genitore è proprio una figata» ammette Valentino Rossi. Intervistato in occasione del premio del Mugello, il pilota italiano non sembra rimpiangere più di tanto la vita di prima. Certo, la sua carriera è stata molto lunga e piena di soddisfazioni. Ma, in fondo, non gli pesa essersi ritirato; anzi, come lui stesso ripete più volte, era senz' altro arrivato il momento di farlo.
VALENTINO ROSSI E LA FIGLIA GIULIETTA
Tanto più che le sue giornate non si sono affatto svuotate. Con l'arrivo della figlia, la piccola Giulietta, si sono riempite di una nuova felicità. «Adesso è piccolina», continua il campione. «Ha appena due mesi e mezzo, quindi fa ancora poche cose. Però si vede che ha un grandissimo potenziale, si vede proprio che ha i cavalli». Valentino Rossi dice che Giulietta è serena. Dice che di notte dorme quasi quanto lui. Dice che la propria tranquillità, così come la tranquillità di sua moglie, si riflettono sulla figlia. Dice che grazie a lei, a casa sua, tutti stanno vivendo una nuova giovinezza.
E, in un periodo in cui sono in tanti a sottolineare la difficoltà dell'essere genitori, a denunciare gli sforzi per conciliare il lavoro e la famiglia, e a raccontare con ansia le minacce di un mondo in cui qualunque cosa richiederebbe ormai sforzi inauditi, l'ex-pilota ci riporta con i piedi per terra: essere padre è una figata.
VALENTINO ROSSI E LA FIGLIA GIULIETTA
Sottintendendo così quanto sia bello rimettersi in gioco e affrontare nuove sfide. Così com' è bello - mi permetto di aggiungere io - essere spinti ad affrontare la prova dell'alterità di fronte alla quale ci mettono i figli, anche se poi i bambini, soprattutto quando sono piccoli, non chiedono quasi nulla: non ci vogliono né diversi né migliori e amano in maniera incondizionata.
Certo, per essere un genitore «sufficientemente buono», come direbbe il pedopsichiatra W. D. Winnicott, che combatté a lungo contro il mito della perfezione materna e paterna, c'è bisogno di creare spazi fisici e psichici adatti ai bambini senza compromettere gli spazi familiari già esistenti.
VALENTINO ROSSI CON IL CASCO PER LA NASCITA DELLA FIGLIA
Così come c'è bisogno di pazienza, e talvolta pure di tanto coraggio, per smontare alcune delle certezze che ci si è via via costruiti nel corso della propria vita. È spesso estremamente faticoso evitare di proiettare su un figlio aspettative e ansie, caricandolo così di pesi non suoi.
Di tanto in tanto ci sono cose della propria storia, o della storia dei propri genitori, che si trasmettono inconsapevolmente, riproducendo proprio quegli schemi che più ci hanno fatto soffrire quando eravamo bambini. Come scrive il premio Nobel per la letteratura José Saramago: «Figlio è un essere che Dio ci ha prestato per fare un corso intensivo di come amare qualcuno più che noi stessi, di come cambiare i nostri peggiori difetti per dargli il migliore esempio, per apprendere ad avere coraggio».
VALENTINO ROSSI papà
Una grande sfida, quindi. Ma che vale senz' altro la pena di accettare. Anche semplicemente perché, quando accade il miracolo del reciproco riconoscimento, il risultato è la gioia. E quindi la forza di affrontare i segreti che ci accompagnano. E quindi la voglia di ricominciare. I figli non riparano nulla. Non spetta a loro né riempire i nostri vuoti né realizzare i nostri sogni o i nostri desideri. Non si fa un figlio per vendicarsi dell'esistenza né per curare antiche ferite. Quindi no, non è facile diventare genitore, e il più delle volte le cose non vanno come si sarebbe immaginato o sperato.
francesca sofia novello e valentino rossi aspettano una bambina 1
Ci sono maternità e paternità che si portano dietro storie di lutti, abusi e bugie, e che spingono a proiettare sui figli tutto ciò che si cerca di rimuovere o occultare. Ma quando un figlio diventa l'occasione per aprirsi alla novità e fare spazio allo stupore, si può anche guadagnare la capacità di investire nuovamente sulla vita. Cosa che vale non solo per chi, dall'esterno, sembra già aver avuto tanto, come Valentino Rossi.
michela marzano
Ma pure per chi è segnato dalla disperazione del passato e, diventando genitore, decide di affrontare la propria eredità emotiva trasformando il proprio fato in destino. Quando si è piccoli, si sperimentano le paure dei propri genitori e si concepisce il mondo come lo concepiscono loro. Forse è per questo che il modo migliore per diventare madre o padre è la consapevolezza della propria imperfezione. Che poi vuol dire umiltà: essere pronti ad abbandonare le esperienze che si sono via via accumulate, creando scenari nuovi che, sebbene a volte sembrino spiazzanti, aprono pur sempre la strada alla "figata" della genitorialità
Michela Marzano MICHELA MARZANO
VALENTINO ROSSI E LA FIGLIA VALENTINO ROSSI francesca sofia novello e valentino rossi aspettano una bambina VALENTINO ROSSI VALENTINO ROSSI VALENTINO ROSSI