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    FARE LA FILA? A NEW YORK É TRENDY: METTERSI IN CODA DAVANTI A UN LOCALE È L’INDICAZIONE CHE SEI NEL POSTO GIUSTO - E POI, IN ATTESA, SI RIMORCHIA PURE...


     
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    Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

     

    fila fuori al club di new york fila fuori al club di new york

    Una delle prime cose che noti quando vieni a vivere negli Usa è la tranquillità con la quale gli americani affrontano code apparentemente interminabili. All’inizio ti pare rassegnazione, poi un’esibizione di orgoglioso senso civico. Alla fine scopri che fare la fila può essere trendy, un’innovazione del capitalismo «affluente».    

     

    Niente a che vedere con le code del comunismo sovietico per prendere un po’ di latte e pane: a New York la coda davanti a un jazz club o per raggiungere un roof garden di Williamsburg all’ora dell’aperitivo è sinonimo di successo, l’indicazione che sei nel posto giusto. Alla fine entri nel ristorante o nel ritrovo musicale acclamato e scopri che non tutti i tavoli sono occupati.

     

    CODE NEW YORK CODE NEW YORK

    Ti diranno che aspettano clienti speciali, ma la verità è un’altra: puro marketing. Tecniche studiate da sociologi ed economisti come Tyler Cowen il quale spiega che una delle regole auree del mercato — se aumenta l’afflusso alzi i prezzi per incrementare i ricavi e ridurre l’affollamento — nel caso dei locali alla moda non funziona, e questo proprio sul piano della logica commerciale. Se alzi i prezzi avrai clienti più anziani (quelli che possono pagare di più) che sono, però, i meno graditi: fanno meno tendenza e partecipano poco al «passaparola» delle reti sociali, prezioso per il successo di un locale. 
       

    Pian piano scopri che c’è coda e coda: in auto, in fila al casello o in uno svincolo, è ammesso qualche sgarro al galateo sociale. In aeroporto si può saltare la fila se il volo sta per partire. Ma nei locali, niente scorciatoie: chi vuole saltare la fila deve usare altre leve «di mercato».

     

    in fila per il buffet in fila per il buffet

    Ad esempio essere conosciuto come un abituale e generoso frequentatore, cosa che può aprire una corsia preferenziale. Un meccanismo classista istituzionalizzato anche dalle democratiche istituzioni museali che garantiscono accessi privilegiati o la possibilità di vedere una mostra prima dell’apertura al pubblico grazie alla membership : l’iscrizione, a pagamento, a un club. 
       

    Per gli altri c’è solo la fila che però, spiegano i tanti che dall’Università di Chicago al Mit di Boston studiano il fenomeno, non è più una punizione. Se vai a vedere uno spettacolo, la coda è un luogo di socializzazione, un momento in più per andare in Rete con lo smartphone o l’iPad. Ci si prepara a un’esperienza che promette di essere unica anche solo per il clima di attesa che si è creato. E poi la coda dà un confortante senso di uguaglianza. Sempre che non spunti il furbo di turno. 

    fila allo studio cinquantaquattro fila allo studio cinquantaquattro NEW YORK LOCALI NEW YORK LOCALI MILANO CODE CHAGALL MILANO CODE CHAGALL NEW YORK NEW YORK LA FILA FUORI PER SENTIRE PIKETTY ALLA BOCCONI LA FILA FUORI PER SENTIRE PIKETTY ALLA BOCCONI

     

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