1. FARINETTI UNO E BINO
Stefano Livadiotti per ''l'Espresso''
farinetti fico eataly world
La versione aggiornata di mr. Eataly è dell' estate: «Tifo questo governo perché c' è...» Ma per la precedente non bisogna riavvolgere poi troppo il nastro: «Noi renziani...» (novembre). Un amore cieco comme il faut («Matteo è un ragazzo tenero, un po' fantozziano, ma lontano dal culto dell' io»), archiviato con scuse balzane («Ha fatto errori; le scale mobili degli aeroporti non funzionano»). Ma Natale (suo vero nome) Farinetti è fatto così. Per lui le parole sono un puzzle di vocali e consonanti, combinati in base a una logica imperscrutabile. E, siccome ascoltarsi gli piace un sacco, spesso finisce per strappare con la frizione.
Soprattutto se inciampa in un microfono aperto, da sempre capace di trasformarlo in uno Stranamore. «L' ottimismo è il profumo della vita», ha cinguettato con spudorato plagio dei baci Perugina. Un' altra volta ha proposto di combattere la violenza sessuale convincendo gli stupratori a masturbarsi. Parole in libertà. E numeri pure. «Esportiamo cibo per 31 miliardi? Dobbiamo raddoppiare in tre anni: porteremo a casa 180 miliardi», ha garantito dimostrando che Celentano è in buona compagnia.
oscar farinetti
Così, a partire dagli stranieri ("The Guardian" ha scritto di trovate sciocche), molti si sono chiesti come faccia quest' uomo con un alto concetto di sé («Pure io mica le ho azzeccate tutte»), diventato profeta della salamella, a guidare un impero. E infatti nel 2015 è entrato di prepotenza nel Guinness dei primati, racimolando un utile pari a un millesimo dell' anno precedente. Farinetti ha fatto spallucce.
«Non mi importa di guadagnare; m' interessa solo far contenti i bambini». Sarà. Però poi ha tentato di liberarsi di un po' di lavoratori interinali. Sfidando chi aveva detto: «L' imprenditore che non stabilizza i precari è un bastardo». Peccato fossero proprio parole sue.
TAPIRO A FARINETTI
2. FARINETTI HA SCRITTO UN LIBRO DI POESIE DIVENTERÀ UN CLASSICO DELLA COMICITÀ
Daniele Capezzone per ''la Verità''
La prosa di Oscar Farinetti - ex amico di Matteo Renzi e proprietario di Eataly - i lettori della Verità già la conoscono. Ricorderete che, lo scorso agosto, a una settimana di distanza dal tragico incidente stradale in provincia di Foggia in cui dodici braccianti agricoli stranieri avevano perso la vita, e appena tre giorni dopo la definitiva identificazione di quei poveri corpi, il vispo Farinetti non ebbe esitazione a pubblicare un paginone pubblicitario sul Corriere della Sera per raccomandare di comprare i suoi pomodori, raccolti e prodotti - assicurava - senza sfruttamento di lavoratori.
Diceva lui: è un modo di lottare contro il caporalato.
Dicevamo noi: ci vuole un bel coraggio a fare l' uomo-sandwich in mezzo alle bare.
renzi oscar farinetti
Ecco, a un uomo dallo spirito così delicato e sensibile non poteva bastare la prosa: il soave Oscar, prima o poi, doveva dedicarsi alla poesia.
Purtroppo lo ha fatto davvero: ne è venuto fuori un volumone dal titolo Quasi, pubblicato (con sprezzo del pericolo) dalla casa editrice La nave di Teseo, e commentato (con sprezzo del ridicolo) dal filosofo e musicista Massimo Donà, che speriamo ne abbia almeno ricavato un certo numero di buoni-pasto presso Eataly.
L' introduzione di Farinetti è una vera e propria rivendicazione dell' atto terroristico compiuto contro la lingua italiana e contro la poesia. «Sono quasi un uomo grande, quasi un marito, quasi un padre, quasi un imprenditore, quasi un politico, quasi uno che scrive, ma quasi tutti ignoravano che fossi quasi un poeta», spiega.
E aggiunge: «Queste righe sono il frutto di tempo rubato al lavoro negli ultimi anni».
Tra poco, invece, potrete giudicare voi stessi a quale attività siano state rubate le braccia di Oscar.
oscar farinetti
Egoismo è il titolo di una delle poesie farinettiane: «L' egoismo è come l' odor della merda/Dentro il tuo ci stai pure bene/In quello altrui ci stai di merda». Più che «dolce stil novo« sembra un esame delle feci, direte voi, rozzi e populisti come siete.
Ma Oscar ha l' animo sensibile, e in Vorrei si dedica all' introspezione psicologica: non sappiamo se di sé stesso, o dell' arrosto di baccalà, o di entrambe le cose: «Vorrei essere leggero/come quel filetto di baccalà/dissalato lentamente/e cotto al forno/senza niente, solo un filo d' olio/alla fine, prima di servire».
Non vi siete commossi?
francesco piccolo paolo crepet oscar farinetti
La verità è che siete aridi voi, e avete deluso Farinetti, che confessa in Cercare la sua disillusione verso il genere umano: «Cercavo amicizia/ho trovato pigrizia malizia sporcizia/Forse non è più una notizia».
Insomma, fate schifo. E se siete - come siete - italiani, fate ancora più schifo. Oscar il poeta non si trattiene più e ve lo dice a chiare lettere in Razza italiana: «Il solito, grazie/e ti senti fico/invece sei un non te lo dico/Siamo abitudinari convinti d' esser rari/ invece siam stupidi ignoranti e bari». E ancora: «Siamo muti, ripetitivi, lamentosi e negativi/Egoisti, pessimisti, balordi e approssimativi».
A volte Farinetti s' incazza e non lo nasconde: «Ti auguro rimorsi/vogliono dirti che avevi sbagliato/E lo hai capito«. È l' incipit di Avrai una luce, e non si capisce se la luce sia quella del treno che arriva in direzione contraria.
ferzan ozpetek e oscar farinetti
Dicevamo delle braccia rubate all' agricoltura. In Accetto, Farinetti tocca vette liriche irraggiungibili: «Siamo contadini/con un profilo social/che ruba tempo alla terra». E ancora, ecco il finale allucinogeno-psichedelico: «Ma la terra chiama/e noi incoscienti e ignari/clicchiamo accetto».
Scorrendo le pagine e cercando attenuanti per Farinetti, si può qua e là dare la colpa al vino: «C' è il vin lungo/quel che resta in bocca perdurando/C' è il vin largo/quello che sale alla bocca sorridendo/C' è il vin alto/quel che dalla bocca torna al naso risalendo». Sì, qualcuno deve aver esagerato: sia lui sia l' editore.
Ma Farinetti è inarrestabile. Oltre a far rivoltare nelle tombe i grandi poeti, si accanisce anche sui cantautori scomparsi, come il povero Rino Gaetano, che per evidenti ragioni non può più difendersi: «Oggi ho passato un' ora in coda/in tangenziale eravamo in migliaia/soli a guardarci, con i motori accesi/E il cielo è sempre più blu».
renzi farinetti eataly
Farinetti ha anche un consulente, anzi una consulente: «La scimmietta sulle spalle/che mi dice come agire/A volte è saggia, a volte sembra esagerare/La mia scimmietta ha ancora fame, io di meno».
Ecco, dove si ferma la scimmietta, inizia invece la postfazione di Massimo Donà, sobriamente sottotitolata Oscar Farinetti, una filosofia di vita.
Commentando i «capolavori» che avete appena letto (se avete avuto lo stomaco di arrivare fin qui, cari lettori), Donà ha il coraggio di scrivere: «Ha perfettamente ragione Oscar. Quante cose belle non siamo più capaci di raccontare. Fa eccezione lui, fortunatamente». Seguono citazioni di Oscar Wilde, della Genesi e della Torah, di Cervantes, e vedremo tra poco di chi altro, per spiegarci che «Oscar guarda all' essenza, sulla scia di Socrate, Giordano Bruno e Goethe, come i grandi che hanno pensato, ragionato, e senza tregua argomentato».
farinetti sul cantiere di eataly a roma
Fermiamoci qui, alzando bandiera bianca. È veramente troppo.