Green pass in farmacia
Dal 15 ottobre, non tutte le farmacie saranno in grado di soddisfare l'impennata di richieste di tamponi e faranno fatica anche a fornire medicinali ai cittadini.
«Molti lavoratori ci stanno telefonando per prenotare test fino a Natale, abbiamo le agende piene», spiega Andrea Bellon, presidente di Federfarma Veneto. «Alcuni farmacisti hanno scelto di sospendere le vaccinazioni anti Covid, in forte calo, per rispondere alla domanda altissima di tamponi, ma non riusciamo comunque a starci dietro. Tra una settimana la situazione potrà solo peggiorare».
Green Pass Farmacia 4
Con l'estensione dell'obbligo del green pass nei luoghi di lavoro pubblici e privati, chi non si è ancora vaccinato o non ha intenzione di farsi iniettare l'anti Covid dovrà per forza fare un tampone rapido, della durata di 48 ore, per non essere lasciato a casa come assente ingiustificato senza retribuzione. Un impegno gravoso per il lavoratore, sotto il profilo economico, e altamente stressante perché da ripetere tre volte alla settimana stando ben attenti a non presentarsi in un ufficio o in fabbrica con un tampone «quasi scaduto» dal momento che, quando scatteranno le 48 ore, o si uscirà di corsa a rifare il test o partiranno le sanzioni.
Green Pass Farmacia 3
In questa ormai prossima follia in cui dovremo muoverci, le farmacie rappresentano il riferimento dove poter fare tamponi. «Ciascuno di noi dovrà fare minimo cento antigenici al giorno fino a fine anno, garantendo nello stesso tempo l'operatività consueta, perciò consegna medicinali, rilascio e stampa della certificazione green pass, certificati per poter viaggiare e ogni altra necessità. Impossibile poter lavorare in queste condizioni», commenta preoccupato Massimo Mana, presidente Federfarma Piemonte.
Green Pass Farmacia 2
«Sarà tutto bloccato», aggiunge, «soprattutto nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio, quando chi va al lavoro o se ne esce correrà in farmacia per fare i test. E se trova chiuso o non c'è posto in elenco, che cosa farà? Immagino anche reazioni esasperate nei nostri confronti, con problemi di ordine pubblico».
Il problema orari di apertura non è stato affrontato in sede nazionale, la maggior parte delle farmacie rimane chiusa il sabato pomeriggio e la domenica, ma il lavoratore che il lunedì mattina deve presentare un tampone negativo, come farà? Dovranno essere le Asl a mettere a disposizione più spazi pubblici per effettuare i prelievi? Difficile crederci, considerato che la priorità a livello nazionale è quella di vaccinare la popolazione contro il Covid, anche con terze dosi, non certo di fare il tampone a chi il vaccino non lo vuole.
vaccino anticovid farmacia
Quindi dalla prossima settimana il caos regnerà nelle farmacie, già con agende fitte di appuntamenti dopo la riapertura delle scuole con insegnanti e addetti non vaccinati che hanno bisogno del test per ottenere il green pass temporaneo. C'è chi ha dovuto distaccare una persona a rispondere al telefono «come accade nella mia farmacia, con una persona dedicata solo a far questo», precisa Bellon, «perché riceviamo centinaia di chiamate al giorno per prenotare i tamponi e non si può stare al banco e fissare nel contempo gli appuntamenti. Ma il personale è quello che è, mica troviamo farmacisti o infermieri con tanta facilità. Senza contare i costi di nuove assunzioni, per un'attività di prelievo che speriamo non vada oltre il 31 dicembre».
tamponi rapidi in farmacia
«Nell'assemblea nazionale di due giorni fa a Roma, ho sentito colleghi di altre Regioni molto preoccupati», conferma Sergio Bottari, presidente di Federfarma Toscana. «Si è parlato di prenotazioni di tamponi almeno fino a fine novembre, una richiesta massiccia e pressante che compromette l'attività classica della farmacia. La straordinarietà è diventata la regola e questo ci crea grossi problemi a livello organizzativo».
Mentre Annarosa Racca, presidente Federfarma Lombardia, non vede grosse complicazioni: «Se vuole fare i tamponi il farmacista si deve attrezzare, da solo è ovvio che non può farcela anche perché la richiesta di test antigenici è in continuo aumento, ma la prima attività rimane quella di dispensare i medicinali».
tamponi rapidi in farmacia
Il presidente di Federfarma Pordenone Francesco Innocente ha lanciato l'allarme. «Dal 15 ottobre sarà difficile anche acquistare una medicina. Ci aspettiamo che il problema esploda», ha dichiarato al Gazzettino. Prova a ridimensionare Eugenio Leopardi, presidente Federfarma Lazio: «Ci sarà un incremento del lavoro, in particolare nelle prime ore del mattino. Dopo il 15 ottobre vediamo che cosa succederà. In ogni caso chi fa il tampone ha un percorso separato dal locale di vendita».
Quando le prenotazioni sono tante, la gestione del lavoro è comunque complicata, puntualizza Bottari, che assicura: «Il servizio da parte nostra verrà garantito, ma inutile nascondersi che ci saranno code e attese. In Toscana la maggior parte delle farmacie ha dato la disponibilità ad effettuare tamponi, però molte sono rurali, ciascuna è organizzata in base al personale che dispone e il tempo da dedicare è quello che è».
farmaci
Tra pochi giorni, dunque, la richiesta di tamponi rapidi esploderà. Al costo di 15 euro per gli adulti, gratuiti per le persone esenti dal vaccino in possesso di idonea documentazione medica, a 8 euro per i ragazzi dai 12 ai 18 anni, bisognerà che ce ne siano a sufficienza. In Alto Adige, dove i non vaccinati sono decine di migliaia, «sarà difficile assicurare a tutti due o tre tamponi la settimana», ha dovuto ammettere il presidente della Giunta provinciale, Arno Kompatscher. E saranno affidabili questi test rapidi?