Stefania Ulivi per il "Corriere della Sera"
Titane 4
«Non ho ancora avuto molto tempo per realizzare quello che è successo a Cannes». Ovvero la Palma d'oro spoilerata a inizio cerimonia dal presidente della giuria Spike Lee, folgorato dal suo Titane , «un film con una Cadillac che mette incinta una donna, proprio un misto di genio e follia», accolta da lei con commozione al grido: «Grazie per aver lasciato entrare i mostri».
julia ducournau cannes 2021
Dal luglio scorso Julia Ducournau porta nel mondo, tra festival e promozione, un'opera destinata a dividere critica e spettatori. «È un lavoro molto personale, non un manifesto, rappresenta la mia visione della vita e della libertà, in tema di genere, amore, sessualità. Capisco possa spiazzare, non pretendo di piacere a tutti». Parla di cambio generazionale, la regista, 37 anni, approdata a Roma per l'uscita italiana del film (con I Wonder, da oggi solo alla Sala Troisi, fresca di riapertura, dal 1° ottobre in tutt' Italia). «Credo che la mia vittoria e l'interesse per il film c'entrino con il fatto che la mia generazione, in tutto il mondo, non ha mai avuto vergogna a abbracciare il codice dell'horror, in senso lato, come linguaggio, modo di pensare. Siamo cresciuti con film come Alien , Terminator , mescolare i piani viene naturale».
Titane 2
Mescolare anche le influenze. Cronenberg certo - che, ricorda, nel 1996 non riuscì a vincere la Palma d'oro con Crash - ma anche Fellini e Pasolini. «Devo loro moltissimo, vedere i loro film ha aperto spazi nella mia testa che prima non c'erano. Mi ha colpito la libertà assoluta del loro lavoro. E, nel caso di Pasolini, non si può prescindere di sacrificio estremo della sua parabola».
julia ducournau sharon stone cannes 2021.
È già al lavoro su due nuovi progetti, uno in Francia e uno in Usa dove a aprirle le porte è stato M. Night Shyamalan, che le fatto dirigere due episodi della sua serie Servant e ha coprodotto Titane . Non è dato sapere se saranno nuovi capitoli della sua personalissima poetica della mostruosità, dopo la studentessa cannibale di Raw e la titanica serial killer capace di sciogliere il capo dei pompieri appassionato di culturismo.
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Body horror lo definiscono, lei precisa: «Uso i codici e la grammatica del body horror, ma non credo connoti il mio cinema. Quello che mi sta a cuore è raccontare la trasformazione, non solo fisica, dei personaggi. Non solo di Alexia (Agathe Rousselle) ma anche di Vincent (Vincent Lindon). Che ha aderito in modo commovente al film, non mi aspettavo si trovasse così in sintonia con noi. È più lui che lei a far saltare gli stereotipi di genere». Alla fine di tutto, dice, Titane è semplicemente «un film d'amore. È difficile parlarne, non sappiamo più che cos' è. Per me è un'evoluzione, continua e sfuggente, qualcosa di mitologico. Le parole non bastano, io ho provato a dirlo con le immagini. Ognuno lo giudichi come vuole».
julia ducournau cannes 2021.
Anno d'oro per le registe, Oscar, Palma d'oro, Leone d'oro. «Bastava lasciare aperte le porte, ci siamo prese il nostro spazio». Tra pochi giorni la Francia deciderà che titolo candidare per il miglior film internazionale degli Academy Awards. Prevedibile un derby Cannes / Venezia, Titane contro 12 settimane di Audrey Diwan. «Comunque vada, un ottimo dilemma, no?»
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