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    FATTI AVANTI SE SEI OMO – IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA HA RISARCITO CON 12.700 EURO UN AGENTE DI POLIZIA PENITENZIARIA, CHE PRESTAVA SERVIZIO NEL CARCERE DI VERCELLI, PERCHE’ SOTTOPOSTO A VISITE PSICOLOGICHE DAI SUOI SUPERIORI CHE VOLEVANO CAPIRE SE FOSSE GAY – UN PAIO DI DETENUTI LO AVEVANO ACCUSATO DI AVER FATTO LORO DELLE AVANCE – IL RACCONTO: “UN ISPETTORE MI CONVOCA NEL SUO UFFICIO E MI CHIEDE ‘MA TU SEI ATTRATTO DAGLI UOMINI?’. L’ISPETTORE E IL COMANDANTE SI SCAMBIAVANO SORRISINI E MI CHIEDEVANO DI AMMETTERLO. MA IO NON SONO GAY”


     
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    Estratto dell'articolo di www.corriere.it

     

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    È stato risarcito con 12.762 euro dal ministero della Giustizia l'agente di polizia penitenziaria che, all'epoca in cui prestava servizio nel carcere di Vercelli, era stato sottoposto ad accertamenti di carattere psicologico con domande attinenti al suo orientamento sessuale e in particolare a una presunta omosessualità. [...]

     

    «Solo io so quanto ho pianto. Non solo per me, ma anche per la mia famiglia», aveva raccontato Francesco, 34 anni, al Corriere Torino. L’agente scelto della polizia penitenziaria tre anni fa fu costretto dai suoi superiori a sottoporsi a visite psichiatriche perché si voleva «fare chiarezza sulla sua personalità». 

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    «Un ispettore mi convoca nel suo ufficio e mi chiede "ma tu sei attratto dagli uomini?" Gli spiego che se fossi stato omosessuale non avrei avuto alcun problema ad ammetterlo, ma non lo ero». E nei giorni successivi nuove domande sempre sul punto: «Sono stato nuovamente convocato dall’ispettore e dal comandante - il racconto dell'agente -  Mi hanno detto che un paio di detenuti mi accusavano di aver fatto loro delle avances. In pratica, mi hanno sottoposto a un interrogatorio. Ma non è quello il punto, erano i toni e i sorrisini che si scambiavano: “Ammettilo, non c’è niente di male. Se lo ammetti, finisce qui”. Ma perché dovevo dire ciò che non sono?».

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    Il Tar gli ha riconosciuto i danni morali. E ora il ministero un risarcimento economico. 

     

     

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