Estratto dell'articolo di Carmelo Caruso per “il Foglio”
fazzolari meloni
Si merita l’Oscar, ma anche Giovanbattista Fazzolari lo rifiuterebbe come Marlon Brando. Sogna l’isolamento, la purezza, del colonnello Kurtz, in “Apocalypse Now”, Palazzo Chigi ai confini della Cambogia, vede fantasmi anche di giorno: l’orrore.
Passa i suoi incubi da sottosegretario e le malinconie alla premier che ne ama la testa, il pensiero grigio, i suoi riti, i suoi “mattinali” da questura. Non rilascia interviste da mesi, a Palazzo nessuno lo vede più.
giovanbattista fazzolari pistolero
Gli uscieri: “Viene tardi, mai prima delle undici. Anche l’auto che si è scelto è pura. Colore? Bianca”. Come il colonnello c’è chi lo cerca ma lui resta nella sua “capanna” di Maccarese […] dove immagina una nuova extra-tassa estiva, forse le assicurazioni, prepara la reazione contro l’Europa, la Francia, il mondo contaminato, “manipolato” e “stracciaculo” dei poteri forti, degli stakeholder.
In FdI viene venerato come un santone, i pochi italiani rimasti, che saltano sulla sedia quando ricevono la sua telefonata, lo chiamano “maestro”. Un amico di Meloni: “Uno stregone”.
FAZZOLARI TWEET
Avrebbe aperto una chat con tutti i componenti della commissione di Vigilanza Rai di FdI e nella chat ci sarebbe anche il dg Rai, Giampaolo Rossi, il “profeta”, il destro morbido che non comprende la legge di natura, la Cambogia di tenebra: “Sbrana o ti sbranano”.
Per almeno sei mesi di governo non ha mai voluto incontrare manager, banchieri per mostrare che con lui, le carezze, i profumi, la carne, non funzionano. Non desidera denaro, onori, vuole di meglio: sorvegliare e punire, il castigo e la redenzione.
Ancora oggi, quando gli fissano gli incontri, perché ora incontra, colloquia (anzi, ci prova gusto) Fazzolari avvisa i collaboratori di parlare il meno possibile, di stringere poche mani.
Gli chiesero la ragione di questo timore, e lui che è l’altro premier, il colonnello Fazzo, avrebbe risposto: “C’è un reato che si chiama traffico d’influenze. Incontrare non è solo incontrare. A questi livelli un incontro può rivelarsi un’imboscata”.
E’ sottosegretario per l’attuazione del programma ma non si ricordano conferenze per illustrare l’avanzamento anche perché il suo è più ambizioso di quello di governo.
Non gli importa arrivare a fine legislatura, vuole arrivarci senza che gli si possa rimproverare: “Giovanni, sei cambiato. Siete cambiati”.
giorgia meloni e giovanbattista fazzolari
Nelle sezioni si lasciano ancora chiamare con i soprannomi, Fazzolari “Spugna”, Rossi “Bussola”, Francesco Rocca “Ketchup”, Francesco Filini “Delfino”, Marco Marsilio “il Lungo”, Lollobrigida “Beautiful”, Andrea De Priamo “Peo”, Arianna Meloni “Ari”, e ancora ci sono “shuttle”, “spaccalegna”, “il nasone”, “il golpista”, “bottoncino”, “nocciolino”.
E’ sua, di Fazzolari, la frase “meglio perdere che perdersi” e infatti non ha lasciato che Meloni si “perdesse” e votasse il Mes.
[…] Ha cumulato la comunicazione di governo dopo che si è allontanato Mario Sechi, oggi a Libero, uno che dottoreggia. Fazzolari non ama i dottori, non ama chi si veste bene. Indossa sempre la stessa camicia blu, come fosse un metalmeccanico […]
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Fosse per lui caccerebbe in malo modo tutta la stampa, quella che riempie la sala di Palazzo. Altro che cerimonia del Ventaglio! Raccontano che fosse un’altra sua “fazzolarata” regolamentare l’accesso a palazzo, limitarne a una parte della stampa parlamentare, un po’ come hanno sperimentato i colleghi che hanno seguito la premier in Cina.
Fazzolari le chiama “favole”, e ripete che è opera della “solita disinformazione italiana”, ma è lui che la affama e la stuzzica. Alla stampa italiana non le riconosce neppure lo status di avversario. Dietro all’attacco di Meloni, in Cina, contro i quotidiani “portatori d’interesse”, c’è il fastidio di Fazzolari per le pagine del 'Monde' dal titolo “L’offensiva di Meloni sulla Rai”.
Era un servizio costruito con gli articoli dei giornali italiani che per Fazzolari non valgono nulla se non fosse che, pensa lui, “Le Monde, l’Ft su queste falsità costruiscono i loro pezzi. Bisogna rompere questa pratica”.
Si è inventato il suo giornale “Il mattinale”, il suo foglietto della messa, ma quando si è accorto che circolava tra gli infedeli ha chiesto di costruire un software con la password. Viene oggi distribuito solo ai parlamentari ma devono digitare una password.
giorgia meloni volodymyr zelensky giovanbattista fazzolari
Sono stati esclusi capi di segreteria, collaboratori di partito, ma continua a circolare come il monologo del colonnello di Coppola, il Marlon Brando sudato, nella foresta, con le candele accese che spiega la forza “del gesto completo, genuino e puro”.
Nella drammaticità di Fazzolari, nella sua epica, nella sua lingua estrema, c’è tutta la drammaticità di Meloni che non riesce ad aprire le finestre, a fare entrare la luce al governo. Il mattinale di Fazzolari è il loro notturno, la rivelazione. L’Apocalisse.
GIOVANBATTISTA FAZZOLARI Giovan Battista Fazzolari LA SVOLTA COMUNICATIVA DI FDI BY FAZZOLARI - VIGNETTA DI NATANGELO - IL FATTO QUOTIDIANO