1. FCA-RENAULT IN PRESSING SU NISSAN - LA FUSIONE SBLOCCA I DIRITTI DI VOTO
Stefano Carrer e Marigia Mangano per “il Sole 24 Ore”
thierry bollore' carlos ghosn 1
La proposta di fusione tra Fca e Renault finisce al centro del comitato che gestisce l' alleanza con Nissan e Mitsubishi, mentre è stata già preallertata per i prossimi giorni la riunione del consiglio di amministrazione del gruppo presieduto da Dominique Senard per dare un via libera preliminare al progetto di aggregazione.
Procedono dunque a passo spedito le consultazioni sui diversi tavoli negoziali coinvolti nel grande accordo. Un piano che punta a coinvolgere tutti gli attori per esprimere al meglio le potenzialità del progetto. John Elkann, presidente della casa italo americana, lo ha già detto a più riprese e proprio ieri lo ha ribadito con forza.
manley elkann
«Ho molto rispetto per Nissan e Mitsubishi, per i loro prodotti e il loro business. La nostra proposta di fusione con Renault creerà il potenziale per costruire una partnership globale con tutte e tre queste grandi aziende, durante questo periodo di trasformazione senza precedenti della nostra industria», ha dichiarato al giornale economico Nikkei. Ma anche il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, ha detto di aver chiesto una serie di garanzie a Senard, tra cui il fatto che l' operazione «si faccia nel quadro dell' alleanza tra Renault e Nissan».
Il partner giapponese appare dunque una variabile chiave per dar forma all' intesa. E proprio sullo "status" del gruppo guidato da Hiroto Saikawa la fusione tra Fca e Renault avrà il primo, immediato, effetto: restituirà al partner nipponico quei diritti di voto congelati da tempo. L' assetto azionario che lega la casa francese a Nissan è congelato al vecchio schema del 2015.
L' attuale catena societaria vede così Renault detenere il 43% delle azioni di Nissan e tutti i diritti di voto, mentre Nissan ha il 15% delle azioni Renault senza diritti di voto.
CARLOS GHOSN
Questo in virtù della legge francese che in questo caso va ad equiparare Nissan a una sorta di filiale. Lo schema della fusione tra Fca e Renault, però, prevede come primo importante passaggio il cambio di sede con la costituzione di una capogruppo olandese. Proprio il trasferimento ad Amsterdam del nuovo conglomerato si traduce per il partner nipponico nello sblocco automatico dei diritti di voto. Certo il pacchetto, come quello degli altri azionisti, sarà diluito al 7% circa, ma eguaglierà il Governo francese e si posizionerà dietro il primo azionista Exor (13%).
Uno scenario in divenire, dunque, che proprio oggi si chiarirà ulteriormente. C' è attesa infatti per le dichiarazioni che usciranno dal secondo vertice nell' era post-Ghosn del comitato che gestisce l' alleanza a tre: il presidente Jean-Dominique Senard, al quartier generale di Nissan a Yokohama, darà spiegazioni sulla proposta di Fca al ceo Saikawa e al ceo di Mitsubishi Motors, Osamu Masuko. Allo sbarco in Giappone, Senard ha detto: «Credo che i recenti eventi rappresentino una buona notizia per l' intera alleanza, e mi assicurerò che Nissan e Mitsubishi ne traggano vantaggi». Intanto il titolo di Nissan, mentre Fca (-0,8%) e Renault (+0,8%) hanno frenato, ha ripreso a movimentarsi al rialzo alla Borsa di Tokyo, facendo segnare ieri un +2,3% dopo quasi l' 1% guadagnato lunedì.
mike manley john elkann
Nulla di trascendentale, dopo il calo di oltre un quinto del valore del titolo nel mese precedente. Vari analisti interpretano il progresso (esteso a Mitsubishi Motors) non solo come un effetto del rinnovato interesse per il settore auto e le sue prospettive di M&A, ma come una indicazione che il mercato non si attende che Nissan arrivi alla rottura con il partner ventennale. Nissan ha in comune con Renault numerosi legami operativi, dalla condivisione di alcuni costi di sviluppo e di piattaforme a quello di impianti produttivi, fino ai settori dell' informatica e delle risorse umane: un divorzio sarebbe penalizzante per il valore di una azienda già in crisi di redditività. Secondo indiscrezioni, Nissan avrebbe in effetti deciso di temporeggiare, drizzando le antenne su sviluppi per la cui realizzazione occorrerà probabilmente almeno un anno. Una carta potrebbe essere tenuta in riserva per il futuro, fino a prima della diluizione della sua quota del 15% in Renault: secondo la legislazione giapponese, se Nissan salisse al 25% del capitale toglierebbe ogni diritto di voto al partner "incrociato". Ma c' è addirittura chi ipotizza il gesto estremo: una contro-opa su Renault.
Ieri Nissan ha annunciato la promozione a senior vice president di due manager non giapponesi: Roel De Vries (global marketing e brand strategy) e Leon Dorssers (global sales).
Essi riporteranno direttamente all' executive vice presidente Asako Hoshino. Probabilmente un piccolo segnale che essere stranieri non impedisce di fare carriera alla Nissan.
2. FCA PUNTA ANCHE ALLA NISSAN - IL GOVERNO: UTILE PER ITALIA E UE
Guido Santevecchi per il “Corriere della Sera”
HIROTO SAIKAWA
Le fusioni industriali sono operazioni più delicate dei trapianti di cuore, si rischia il rigetto anche ad anni di distanza. Lo ha provato nel 2007 il fallimento dell' intesa Daimler-Chrysler, lo confermano le tensioni tra Renault e Nissan, esplose a novembre con l' arresto del gran capo Carlos Ghosn a Tokyo. Ora il fattore Nissan Mitsubishi complica, ma forse al tempo stesso può spingere verso il «matrimonio tra uguali» che stanno cercando di celebrare Fiat Chrysler, presieduta da John Elkann, e Renault guidata da Jean-Dominique Senard.
Elkann ha mandato una dichiarazione scritta a Nikkei (il quotidiano finanziario di Tokyo) in cui propone di allargare l' intesa alle due case giapponesi partner di Renault. «Ho un grande rispetto per Nissan e Mitsubishi, i loro prodotti e il loro business», spiega il presidente di Fca ai giapponesi. «La fusione che abbiamo proposto a Renault apre la possibilità di costruire un' alleanza globale. Lo scopo è di creare benefici comuni, abbracciando Nissan e Mitsubishi come partner rispettati e di valore in questo periodo di trasformazione senza precedenti dell' industria automobilistica».
Così l' italiano cerca di parlare al cuore dei giapponesi, che si sono sentiti i soci di minoranza nel patto con i francesi. Renault controlla il 43% di Nissan, che ha invece solo il 15% della casa francese ed è proprietaria del 34% di Mitsubishi. Le tre aziende hanno operato insieme in base a un' alleanza ventennale architettata e guidata da Ghosn, finito sotto processo a Tokyo per malversazioni proprio mentre cercava di arrivare alla fusione.
CARLOS GHOSN NISSAN RENAULT
A gennaio Parigi ha paracadutato Jean-Dominique Senard, ex amministratore delegato della Michelin, per stabilizzare Renault. E i rapporti personali tra Elkann e Senard, secondo le ricostruzioni, hanno portato al grande passo.
Elkann parla correntemente il francese, avendo fatto il liceo a Parigi, e Senard lo ha accolto con una cortesia familiare che ha portato alla promessa di mariage entre égaux . Una formula che non erano riusciti a concordare Sergio Marchionne e Carlos Ghosn, troppo protagonisti e condizionati da rivalità industriali, pressioni politiche e timori sindacali, sostengono gli analisti.
nissan
I vertici di Renault, Nissan e Mitsubishi si riuniscono oggi a Yokohama e discuteranno della nuova situazione. I giapponesi potrebbero sfilarsi, riprendendo la loro autonomia, ma sono anche tentati a scommettere nella nascita del colosso mondiale da 15 milioni di vetture all' anno. Finora quelli di Nissan Mitsubishi si sono sentiti i parenti poveri del patto con i francesi, con il loro 15% di azioni che non danno diritto di voto e con migliaia di posti di lavoro sacrificati. Anche per questo Nissan ha resistito all' ultimo piano di Ghosn per trasformare l' alleanza con Renault in fusione.
Ma partecipare alla grande unione con Fca e Renault porterebbe a un rimescolamento: Nissan riceverebbe il 7,5% di Fca-Renault e, con lo spostamento della sede legale in Olanda, sfuggirebbe alla legislazione francese, ottenendo il diritto di voto e una presenza nel board. Il governo di Parigi scenderebbe dal 15% al 7,5%, ad armi pari con l' azienda nipponica. Così Fca, con la sua anima italo-americana, darebbe la possibilità ai giapponesi di riscattarsi.
Nissan Brain-to-Vehicle
Sul fronte giapponese della mega-alleanza che andrebbe dagli Usa all' Italia, dalla Francia al Giappone, un personaggio di cui tenere conto è il presidente e ad di Nissan, Hiroto Saikawa, che si è detto «aperto a discutere», ma a quanto pare non sapeva della manovra italo-francese di Elkann.
Saikawa è uno di quelli che hanno pugnalato Ghosn e lo ha accusato anche sul fronte personale di «non rispettare i giapponesi». In Italia c' è da registrare il via libera del vicepremier Matteo Salvini: «È un' operazione utile all' Italia e all' Europa a creare un gigante dell' automobile».
renault
3. FCA-RENAULT, ECCO COME LA FRANCIA DETTA LE REGOLE PER COMANDARE
Michelangelo Colombo per www.startmag.it
Problemi di governance per il futuro gruppo Fca-Renault? Il governo francese già dice esplicitamente che vuole dettare legge nel nascente colosso automobilistico. Tutti i dettagli
Prime, garbate, discussioni sulla governance del futuro gruppo automobilistico che nascerà dalla fusione tra Fca e Renault. E’ quello che emerge sotto traccia da alcune dichiarazioni del governo francese.
CHE COSA HA DETTO IL MINISTRO LE MAIRE SU FCA-RENAULT
Il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, chiede che la prevista fusione alla pari tra Fiat Chrysler Automobiles e Renault non comporti alcuna chiusura degli impianti in Francia, senza considerare tuttavia un aumento della partecipazione dello Stato nel capitale. “Chiediamo garanzie sulla conservazione dei posti di lavoro e dei siti industriali in Francia”, ha detto Le Maire all’emittente transalpina Rtl, aggiungendo di aver chiesto un impegno affinché nessuna fabbrica del Paese sia chiusa.
LE GARANZIE CHIESTE DAL GOVERNO FRANCESE SU FCA-RENAULT
La seconda garanzia è che “l’operazione si faccia nel quadro dell’alleanza tra Renault e Nissan e la terza garanzia che noi chiediamo sono le garanzie di governance”, ha aggiunto.
CHE COSA SI DICE IN ITALIA SU FCA-RENAULT
BRUNO LE MAIRE CARLOS GHOSN
Per il governo italiano parla il ministro dell’Interno Matteo Salvini: “mi sembra un’operazione utile per l’Italia e per l’Europa per avere un gigante dell’auto. Se tutti rispettano gli impegni presi mi sembra giusto si vada in questa direzione”, osserva.
IL FUTURO ASSETTO DI COMANDO PER FCA-RENAULT
Ancora è presto per capire quali saranno le scelte sulla governance, capitolo molto complesso: il nuovo presidente dovrebbe essere John Elkann dal momento che Exor, la holding della famiglia, avrà come socio unico la quota maggiore, fra il 13 e il 15%, mentre il ceo potrebbe essere Thierry Bollorè che da gennaio guida Renault. Si ipotizza un ruolo di ‘direttore’ per Jean Dominique Senard, presidente della società francese, ma non si escludono ruoli di spicco per l’attuale ad di Fca Mike Manley che conosce bene il mercato americano.
LE INTENZIONI DELLA FRANCIA
“Lo Stato – spiega, all’Assemblea Nazionale, il ministro delle finanze Bruno Le Maire – manterrà il 7,5% della nuova società e vigilerà sugli interessi nazionali”. Il via libera di Renault potrebbe arrivare già la prossima settimana. Da Moody’s, intanto, arriva un monito: “la potenziale transazione è positiva per tutte e due le società, ma i rischi di esecuzione sono molto alti”.
BRUNO LE MAIRE CARLOS GHOSN
IL NODO NISSAN
Resta ancora da chiarire il futuro ruolo di Nissan, che controlla il 34% di Mitsubishi Motors, in un’alleanza allargata. Il ministro Le Maire dice che “l’intesa deve contenere la partnership esistente di Renault con Nissan e Mitsubishi”. Concorda il presidente di Fca, John Elkann: “il nostro spirito – spiega – è quello di trovare uno obiettivo comune che offra vantaggi a tutte le società coinvolte, includendo Nissan e Mitsubishi come partner rispettati e di valore”. Per ora il ceo di Nissan Hiroto Saikawa si è limitato a dire di essere “aperto a ogni discussione per rafforzare l’alleanza”.