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    AI GIAPPONESI PIACE LA FCA – L’AMMINISTRATORE DELEGATO DI NISSAN, HIROTO SAIKAWA, APRE A ELKANN E SI DICE INTERESSATO ALLA PROPOSTA DI FUSIONE CON RENAULT – CHI COMANDERÀ NEL NUOVO SUPERGRUPPO? FCA HA PREPARATO IL PIANO E GLI AGNELLI AVRANNO IL 16% DEL CAPITALE, QUINDI IL DIRITTO DI DESIGNARE I VERTICI, MA I FRANCESI…


     
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    1 – FCA-RENAULT, L'AD NISSAN APRE A ELKANN

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    (ANSA) – L'amministratore delegato di Nissan, Hiroto Saikawa, si dice interessato a incontrare il presidente di Fca, John Elkann, per parlare della proposta fusione con Renault. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando Kyodo. Siakawa mostrandosi disponibile a un incontro spiega di essere in contatto con Elkann ma di non sapere quando e dove i due si potrebbero incontrare.

     

    2 – NISSAN SE NE FREGA DEI FRANCESI «VOGLIAMO PARLARE CON LA FIAT»

    Nino Sunseri per “Libero Quotidiano”

     

    john elkann john elkann

    Il matrimonio a tre forse si farà. Ma ci vorrà tempo e non c' è garanzia di successo. A quattro giorni dall' annuncio del possibile fidanzamento tra Fca, Renault e il blocco giapponese Nissan-Mitsubishi cominciano a emergere le prime difficoltà. L' entusiasmo si spegne. Non a caso la Borsa sente puzza di bruciato e si muove di conseguenza. Fca chiude a 12,01 euro con un ribasso dello 0,83% portandosi dietro Exor (57,7 euro in calo dell' 1,7%). Male Renault a 56,51 euro (-0,74%). Giù Nissan (-0,44%).

     

    mike manley john elkann mike manley john elkann

    Il problema alla fine è sempre lo stesso: chi comanderà nel nuovo supergruppo? Fca, avendo preparato il piano dice che lo scettro del comando è suo. I francesi, come al solito non hanno voglia di andare in subordine (soprattutto nei confronti degli italiani). I giapponesi temono di perdere la loro identità.

     

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    CAPI E CAPETTI

    Così il meccanismo comincia a girare a vuoto. La proposta di Fca prevede un ruolo di preminenza per gli eredi Agnelli che attraverso Exor avranno il 16% del capitale. Quindi il diritto di designare i vertici: il presidente (John Elkann) e, magari il direttore generale (Mike Manley). Ai francesi toccherebbe, in questo schema, la carica di amministratore delegato da assegnare a Jean Dominique Senard. C' è da trovare un posto per Thierry Bollorè, attuale amministratore delegato di Renault. Potrebbe guidare il supergruppo se Manley accettasse di dirigere le operazioni negli Stati Uniti. Ha affermato i marchi Jeep e Ram.

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    Potrebbe fare molto anche per Maserati. Alfa, Infinity il marchio di lusso (per la verità poco diffuso) di Nissan. E magari resuscitare le Alpine-Renault. Ma sono tutte ipotesi. Il problema è più immediato. I francesi non hanno nessuna voglia di farsi da parte. Si è già visto nel caso Stx-Fincantieri e più di recente con Essilor-Luxottica. Anche quando perdono la maggioranza azionaria vogliono un ruolo di primissimo piano. I giapponesi sono ancora più preoccupati: per loro è riservato solo uno strapuntino nella governance.

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    Evidente che vogliano contare di più. Tanto più che detengono le chiavi della tecnologia. Basterà ricordare che la Nissan Leaf è il modello elettrico più venduto in Europa. E così sia da Torino sia da Parigi è partito un febbrile corteggiamento nei confronti del partner asiatico. Lasciando Tokyo, dove ha partecipato a una riunione del board dell' alleanza, il presidente di Renault, Jean-Dominique Senard, lancia un altro messaggio d' amore a Nissan augurandosi una partnership più stretta.

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    I francesi potrebbero anche calcare la mano avendo il 43% del gruppo giapponese e tutti i diritti di voto. Se non lo fanno non è per via dell' incrocio azionario (Nissan ha il 15% di Renault ma sono azioni di risparmio). Casomai per non eccitare sensibilità accese. Lo dimostra la brutta fine che ha fatto Carlos Ghosn che dapprima ha salvato Nissan e poi l' ha portata al matrimonio con Renault.

     

    MANETTE SOSPETTE

    Quando ha cercato di fare il passo successivo proponendo la fusione fra i due gruppi si e ritrovato in una cella di Tokio. I vertici di Nissan, aggiunge Senard, «hanno capito il messaggio, anche se non possono digerirlo in una sola notte». Insomma, ci vorrà tempo. Tanto più che i giapponesi chiedono di parlare direttamente con gli uomini Fiat. L' idea di creare un supergruppo che da solo copre metà del mercato è stimolante. Tuttavia le condizioni vanno chiarite in partenza.

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