Niccolò Carratelli per "La Stampa"
massimiliano fedriga
Per evitare che dal 15 ottobre, con l'obbligo di Green Pass, si crei il caos nei luoghi di lavoro, «il governo deve intervenire tempestivamente, per consentire alle imprese di organizzarsi». Massimiliano Fedriga, presidente leghista del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, condivide la preoccupazione del collega veneto Luca Zaia sulle criticità legate ai troppi tamponi da eseguire, per i lavoratori non vaccinati, e ai controlli da effettuare. «Criticità che ho segnalato anche nell'ultima riunione con il governo, non possiamo penalizzare le aziende in questa fase fondamentale di ripresa».
MASSIMILIANO FEDRIGA E MATTEO SALVINI
Zaia chiede un decreto apposito, per autorizzare le imprese all'auto-somministrazione dei test nasali rapidi, concorda?
«È sicuramente una proposta utile da valutare, del resto sono test già acquistabili in farmacia. Se si sceglie di percorrere questa strada, però, bisogna fare presto, perché il 15 ottobre è arrivato e le aziende non possono organizzarsi dall'oggi al domani. E in molti casi, pensi ad esempio agli autisti del trasporto pubblico locale, non possono permettersi di lasciare a casa i lavoratori, perché non sanno come sostituirli».
MASSIMILIANO FEDRIGA
Altre richieste: allungamento della durata del tampone, da 48 a 72 ore, e prezzo «politico» per fare il test.
«Sono entrambe soluzioni da considerare con attenzione, se poi il governo ne ha altre siamo pronti a confrontarci. Del resto, in altri Paesi europei la validità del tampone è già a 72 ore, è un range previsto dalle regole Ue, supportato da valutazioni scientifiche».
fedriga
Sulla capienza delle discoteche si è andati oltre le indicazioni scientifiche: il Cts aveva raccomandato il 35%, si arrivati al 50%. Cambia così tanto?
«Lo dicono gli stessi gestori, con il 35% la riapertura non era sostenibile economicamente, con il 50% almeno le attività respirano e non vanno in perdita, per quanto non possano ottenere il legittimo guadagno che avrebbero con la capienza completa. Speriamo di poterci arrivare presto, in un percorso di ritorno alla normalità».
FEDRIGA TOTI FONTANA ZAIA
Ma le linee guida resteranno le stesse previste la scorsa estate e poi rimaste sulla carta? Niente mascherina mentre si balla anche al chiuso?
«Può darsi che il protocollo resti lo stesso, non so se ci sarà un aggiornamento, aspettiamo la pubblicazione del decreto per vedere la normativa in modo completo. Comunque, dobbiamo fidarci dei comportamenti corretti dei cittadini, che nelle discoteche possono ballare in un ambiente più sicuro, rispetto a vari altri luoghi che, come abbiamo visto, svolgono attività assimilabili, senza limiti di capienza e, soprattutto, senza il Green Pass».
giancarlo giorgetti 1
Avete, invece, sottoscritto il protocollo dei gestori degli impianti di risalita per far partire la stagione dello sci. Ora tocca al Cts e al governo?
«Sì, e anche qui serve una risposta tempestiva per permettere l'organizzazione delle attività con la stagione ormai alle porte. Il criterio è lo stesso: il Green Pass consente di riaprire e riempire un po' di più, quindi 80% anche per cabinovie e funivie».
Questa estensione del Green Pass riuscirà ad assottigliare lo zoccolo di 8 milioni di italiani over 12 ancora non vaccinati?
«Va accompagnata a livello comunicativo, mirando a sconfessare le troppe fake news che girano sui vaccini. C'è una fascia di popolazione no vax a mio avviso non recuperabile, ma c'è anche una fascia che ha solo paura e va aiutata con le giuste informazioni, per evitare che finisca per schiacciarsi dall'altra parte».
giancarlo giorgetti e matteo salvini 2
A proposito di comunicazione errata su Green Pass e vaccini, anche la politica, e la Lega in particolare, ha le sue responsabilità, o no?
«Senza dubbio sul Green Pass ci sono sensibilità diverse non solo nella Lega, ma anche in altre forze politiche. Credo che ci sia stato un difetto di comunicazione in molti ambiti, anche da parte degli scienziati, spesso protagonisti di un dibattito distorto, che ha creato confusione e incertezza tra i cittadini».
Un «teatrino», per citare Enrico Letta, ma lui si riferiva allo scontro tra Salvini e Draghi sulla delega fiscale.
«Dispiace che venga dipinta come un teatrino una legittima richiesta di chiarimenti da parte di una forza della maggioranza. Volevamo essere coinvolti e che ci fosse una discussione su un tema fondamentale come la tassazione sulla casa, che impatta sulle famiglie e anche sul settore dell'edilizia, che è in crescita e sta contribuendo alla ripresa economica».
giancarlo giorgetti e matteo salvini 1
Draghi aveva già detto che non ci sarebbe stato un aumento delle tasse sulla casa, nel caso se ne riparlerà nel 2026. Quindi, qual era il punto?
«Il punto era che i rappresentanti della Lega hanno potuto vedere il decreto solo mezz'ora prima del Cdm, non c'è stata possibilità di approfondimento e, per questo, avevano chiesto un rinvio. Noi non diciamo sì a prescindere, ma non abbiamo messo in dubbio il sostegno al governo: l'incontro chiarificatore tra Salvini e Draghi è servito a ribadire il nostro appoggio costruttivo».
matteo salvini e giancarlo giorgetti 8
Ora pare che Salvini andrà a colloquio a palazzo Chigi ogni settimana: un modo per ribadire che la linea della Lega la detta lui e non Giorgetti?
«La Lega è Salvini, su questo non ci sono dubbi. Matteo non ha bisogno di un riconoscimento della sua leadership. Il fatto che vada lui da Draghi è positivo, perché saprà portare avanti meglio le nostre istanze. Anche Giorgetti è contento di questa scelta, lui ha favorito il rapporto tra Salvini e Draghi. Ci possono essere sfumature diverse, come in tutti i rapporti umani, ma le assicuro che Salvini e Giorgetti hanno la stessa linea politica e tra loro c'è comunione d'intenti».
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Avete parlato di questo l'altro giorno, quando vi siete incontrati?
«Non ci crederà, ma è avvenuto tutto casualmente: io ero a Roma, ho proposto un caffè a Matteo per salutarci e poi è arrivato Giancarlo, così ci siamo visti. Ma nessuna discussione sull'unità della Lega o cose simili, solo un caffè».
Quindi non vuole fare il segretario al posto di Salvini...
«È una cosa che non esiste, fuori dal tempo e dallo spazio, talmente assurda che mi secca doverla smentire ancora».